giovedì 18 Aprile 2024

Sir Chester Cobblepot – un lord inglese per rappresentare la creatività italiana

Nel corso degli anni abbiamo assistito a una continua evoluzione dell’approccio al mondo dell’editoria.

E non parliamo solo di giochi. I prodotti di intrattenimento derivanti dallo sforzo di uno o più creativi (siano essi scrittori, registi, musicisti o autori di giochi) ci giungono non più solo dalle grandi realtà storiche dell’editoria “tradizionale” ma anche da piccole realtà che, superati gli ostacoli produttivi, sono capaci di confezionare prodotti di tutto rispetto!

Anzi, in alcuni settori si arriva a classificare (e pregiudicare) i prodotti anche in base alla logica produttiva.
Pensiamo al nostro settore:  il mondo dei giochi di ruolo assiste da pochi anni allo sviluppo della corrente indie, l’universo in miniatura dei wargame tattici si popola ogni mese di un nuovo produttore di soldatini (leggi uno scultore che lavora in proprio) compatibili con “qualsiasi” regolamento,  per i boardgame possiamo contare da anni su un folto esercito di artigiani che marciano sotto la bandiera dell’autoproduzione…

Per i giochi da tavolo in particolare, proprio in considerazione della loro sempre crescente diffusione, in realtà possiamo annoverare veramente parecchi livelli di approccio alla pubblicazione. Si va dal piccolo editore che si improvvisa tale solo in occasione della fiera di Essen per lanciare UN gioco, fino all’editore consolidato che non avvia produzioni di tirature inferiori ai 10000 pezzi. E in mezzo troviamo di tutto: la storica GMT che prima di dare alle stampe il nuovo titolo chiede al proprio pubblico di preordinarne almeno 500 copie, o la Treefrog di Martin Wallace che più che sfornare giochi sembra produrre prototipi da sottoporre a realtà più “interessanti”, oppure la Flying Frog nata praticamente per dare sfogo alla creatività dei fratelli Hill quando non lavorano per altri editori; o la folle Chepass che pubblica giochi di James Ernest (quando non gioca a poker) a prezzi ridicoli in materiali di bassissima qualità.
Insomma, in questo sotto-settore c’è n’è veramente per tutti i gusti, ma come dicevamo poc’anzi, l’approccio al modello editoriale diventa un ulteriore elemento di caratterizzazione.

È in questo panorama così variegato che diamo il benvenuto alla nuova realtà italiana che risponde al nome di Sir Chester Cobblepot. Chiariamo subito, anzi, citiamo letteralmente dal sito ufficiale: “Sir Chester Cobblepot non è un editore, è una casa di produzione di giochi di qualità”.
Differenze? Più di quante ne potremmo immaginare!
L’attività autoriale è fervida, le idee sono tante e spesso è difficile collocare il frutto della propria passione in un catalogo consolidato senza aspettare anni. In questo senso Sir Chester Cobblepot è la valvola di sfogo di un gruppo di autori che abbiamo imparato a conoscere in questi anni per successi come Letters from Whitechapel, Moto Grand Prix, Garibaldi La Trafila o Deathnote.
I giochi che questo gruppo di lavoro ci prospetta avranno tra le loro principali caratteristiche la meticolosità tedesca, la creatività italiana e lo stile inglese, ma soprattutto promettono di essere “giochi di qualità”, obiettivo quest’ultimo che sarà perseguito in tutti gli aspetti della produzione, dal regolamento alla componentistica.

Ma se la SCC non è un editore, chi produrrà effettivamente l’ambita scatola? 
Tutto dipenderà dalla natura del progetto stesso: potremmo avere a che fare con un gioco che ha convinto l’editore di turno, oppure con una stampa a tiratura limitata che non ha (ancora?) trovato spazio in un catalogo, oppure entrambe le cose! Di sicuro c’è che questo gruppo di sviluppo non avrà più bisogno di aspettare l’ok di un terzo attore prima di proporre al grande pubblico le proprio idee. E lo vediamo proprio sul sito di SCC dove hanno già trovato spazio i titoli che questa casa di produzione si appresta a stampare in tiratura limitata. Siamo sicuri che a molti di voi non suoneranno nuovi, grazie alle anteprime che gli abbiamo dedicato durante l’edizione 2011 di PLAY.

Apriamo le danze con Collapsible D™: i Momenti Finali del Titanic di Gianluca Santopietro: in occasione del centenario della tragedia che ha visto affondare lo storico transatlantico, un gioco da tavolo che ne ripercorre gli ultimi drammatici attimi. I giocatori saranno i passeggeri che cercheranno di abbandonare la nave che affonda, saltando per primi sulle sempre più affollate scialuppe di salvataggio (ma soprattutto raccogliendo punti durante la corsa per la salvezza).

Altro anniversario celebrato ludicamente sarà quello di Ravenna™ Fatto d’Armi, di Gabriele Mari e Gianluca Santopietro. Come è facile intuire, il gioco ripropone lo storico scontro del 1512 avvenuto nella piana di Ravenna. Stiamo parlando dunque di un classico scontro tattico su mappa dove, grazie alle meccaniche proposte e a un sistema di carte evento sarà forte l’attinenza storica pur permettendo un esito diverso da quello reale. Particolarità del titolo rispetto agli altri dello stesso genere è sicuramente il numero di giocatori, si va da 2 a 6: gli schieramenti rimangono sempre due (Lega Santa e Lega Franco-Imperiale) ma grazie alle figure dei Generali e le relative regole per gestire la “confusione” sul campo di battaglia, l’esperienza di gioco dovrebbe andare anche oltre il semplice scontro tra due squadre. Vi ricordiamo con l’occasione la nostra anteprima del gioco realizzata ai tempi del primo prototipo dimostrato al pubblico.

E chiudiamo questa prima carrellata con Objection™ Justice Duel di Giacomo Santopietro:  un tema tutto sommato poco presente sui tavoli da gioco, le sfide in aule di tribunale! Parliamo di un gioco per due persone dove i protagonisti saranno due avvocati affamati di carriera che, processo dopo processo, tenteranno la scalata al successo.

Tutti e tre i titoli di cui vi abbiamo accennato saranno disponibili nel 2012, e se abbiamo ben compreso le intenzione di questa casa di produzione possiamo immaginare che le rampe di lancio (e di acquisto) saranno le convention più frequentate dalla comunità ludica. Mentre altri titoli potremo vederli apparire negli annunci degli editori, come è probabile che accada per Whitechapel Letters from Hell, titolo della nuova edizione di Letters from Whitechapel, che sappiamo essere entrato ufficialmente nel catalogo Giochi Uniti!

Il posizionamento scelto da SCC e i contenuti del loro sito rendono le aspettative particolarmente alte… creando per il nuovo marchio una evidente necessità di non deludere fin dalle prime proposte!
Teniamo gli occhi puntati anche su questa nuova rappresentanza della creatività italiana, ma prima rivolgiamo qualche domanda alla persona che sta a capo del progetto SCC, Giacomo Santopietro.

Gioconomicon: Giacomo, nel settore del gioco da tavolo c’è chiaramente un sovraffollamento di uscite. Tra grandi e piccoli editori è veramente difficile districarsi tra la mole di novità disponibili. Con Sir Chester Cobblepot stai sicuramente dando una possibilità in più a chi ha voglia di fare prodotti di qualità, ma non ti sembra di contribuire a un fenomeno pericolosamente inarrestabile?

Giacomo Santopietro: È purtroppo vero. Grazie alla Ludoteca dei Cacciatori di Teste il nostro team vive anche la realtà commerciale di prima linea che è la vendita al pubblico. Ci siamo resi conto che l'Italia possiede un mercato veramente piccolo, che è costretto a gestire il meglio delle produzioni internazionali e allo stesso tempo trovare collocazione per le produzioni nazionali. È una missione impossibile, se non ci si concentra anche sull'ampliamento del mercato. Come è successo per il mercato videoludico servono prodotti generati da mentalità diverse: nel 2012 la produzione editoriale non può essere fatta solo di giochi da un'ora a giocatore. Servono titoli che magari non vincono premi della critica ma che fanno giocare e, sopratutto, divertire, tanta gente.

GN: Nel marchio Sir Chester Cobblepot possono trovare spazio gli autori esordienti che, anche in Italia, crescono a vista d’occhio?
GS: Sì. Abbiamo già messo sotto contratto autori italiani esordienti e non, e siamo costantemente in contatto con tutti i bravi autori riconosciuti per provare le loro idee. In questo momento ammetto che le idee buone non mancano. Purtroppo il lavoro di sviluppo è lungo per un team piccolo e pignolo come il nostro. Quindi le novità si vedranno solo un po' alla volta, ma se i giocatori ci sostengono con le loro preferenze, sarà solo questione di non avere fretta. Presto e bene non stanno insieme.

GN: Tra i temi scelti (la sciagura del Titanic, lo scontro tra avvocati, una battaglia campale e il noto serial killer londinese) sembrerebbe che spesso i giocatori siano chiamati a perseguire obiettivi tutt’altro che etici! Le “ambientazioni forti” saranno una vostra cifra stilistica o tutto questo è frutto solo di un caso?
GS: casualità ed esperienza. Mi spiego: la nostra prima esperienza come team l'abbiamo avuta con Garibaldi la Trafila, fatta in occasione del bicentenario dell'Eroe dei Due Mondi. Le cose sono andate bene e ci siamo divertiti molto a sviluppare questo progetto. La storia è affascinante e ci permette di imbrigliare la creatività ludica su temi molto coinvolgenti. Lavorando con eNigma, abbiamo fatto molte esperienze di questo tipo: Ventura e il prossimo Mistero dei Templari, editi da Stratelibri, sono ulteriori esperienze che annoveriamo. Vedrete nel corso di quest'anno su quali temi stiamo lavorando…

Un saluto a Giacomo e un in bocca al lupo a tutto il gruppo di lavoro, con la speranza di mettere le mani il prima possibile sulle loro creazioni.

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