venerdì 19 Aprile 2024

Gioco di Ruolo dell’Anno 2020: I titoli finalisti

Sviluppatosi sotto l’egida di Lucca Comics & Games, il Gioco di Ruolo dell’Anno (GdRdA) è uno degli eventi dedicati alla divulgazione del gioco di ruolo che ha saputo raccogliere più consensi negli ultimi anni. I numeri sulla partecipazione attestano il crescente interesse degli editori (22 titoli per 14 publisher) e le accese discussioni che si creano intorno ai titoli annunciati nelle tre fasi che ne costituiscono il lungo processo (partecipanti, nomination, vincitore) confermano come anche i giocatori siano pronti a raccogliere la sfida e speculare sull’esito del confronto che andrà ad incoronare il Gioco di Ruolo dell’Anno.  Un riconoscimento che ricordiamo, non mira ad identificare il miglior gdr in assoluto ma quello che rispettando gli specifici canoni del concorso, potrebbe essere definito come più rappresentativo della scena ruolistica nell’anno di riferimento.

Ebbene, per il contest di quest’anno sono stati appena annunciate le nomination, i titoli che si batteranno per il gradino più alto del podio: Blades in The Dark, Lex Arcana, Not The End, Ryuutama e Spire.

Si nota subito l’assenza di due pesi massimi della scena italiana, perlomeno per il valore del brand e il seguito che hanno, ovvero Pathfinder Seconda Edizione e L’Ultima Bomba. L’esclusione, secondo il parere di chi scrive, potrebbero non aver trovato spazio per ragioni diverse. Pathfinder 2 ha riscontrato pareri favorevoli tra gli appassionati ma l’impianto di gioco è un’evoluzione della prima edizione, un sistema meccanicamente complesso che ha visto la sua massima espressione nel decennio precedente, mentre L’Ultima bomba  pur rimanendo un gateway quasi perfetto per il settore, potrebbe aver pagato l’essere molto simile alla sua controparte fantasy già pubblicata. Per certi versi potrebbe colpire anche l’assenza di Kaiser 1451, perchè il design raffinato dell’autore aveva conquistato la finale lo scorso anno, ma come vedremo, questa edizione vede il game design spinto ai massimi livelli in molti titoli.

Blades in the Dark di John Harper (GrumpyBear/Pendragon Game Studio, Evil Hat Productions) è un titolo che dopo una lunga gestazione, è esploso sulla scena internazionale innescando la creazione di un vero e proprio filone di titoli basati sul suo sistema, i Forged in the Dark. Ambientato nella decadente e claustrofobica città di Doskvol, il gioco dalle atmosfere steampunk fantasy ci mette nei panni dei membri di una gang di canaglie che hanno lo scopo di scalare i vertici del sottobosco criminale della città. Il sistema è senza dubbio l’elemento di spicco di questo gioco, un game design che raccoglie l’eredità delle correnti più moderne del narrativismo e le declina in modo originale e profondo, regalando un'esperienza di gioco unica e trasversale a cui stanno strette le classificazioni. Un regolamento complesso da padroneggiare ma dalla fortissima personalità che darà del filo da torcere a qualunque avversario.

Lex Arcana di Leo Colovini, Dario De Toffoli, Marco Maggi e Francesco Nepitello (Need Games – Asmodee, Quality Games) è la seconda edizione di un gioco di ruolo che i giocatori veterani conoscono sicuramente. Edito la prima volta nel 1993, Lex Arcana è stato uno dei gdr italiani di maggior successo, un risultato che ha bissato con una campagna su kickstarter che ha segnato un nuovo record per il settore, conquistando anche il mercato estero (uno dei gdr più attesi del 2019 secondo ENworld). Lex Arcana ci porta in un Impero Romano che grazie allo sfruttamento del soprannaturale non è mai caduto, facendoci impersonare dei membri della Cohors Auxiliaria Arcana, un corpo di agenti segreti ante litteram che compie missioni in giro per l'Europa in difesa dell’Impero. Il gioco si presenta in maniera ricchissima visivamente e a livello qualitativo, con un sistema che pur non distanziandosi troppo da quello originale, riesce a stare al passo con i tempi.

Not The End di Claudio Pustorino (MS Edizioni, Fumble srls) rappresenta un piccolo-grande  caso editoriale per come è stato pianificato e condotto al successo. Nato anch’esso su Kickstarter da un team italiano, il gioco pur nascendo dalla Rete per la Rete, raccogliendo il consenso di una community molto attiva e conformandosi agli standard di gioco online, mostra grande capacità di affermarsi come titolo tout court grazie all’ottima qualità editoriale, alla semplicità del sistema e ad una congenita flessibilità che gli permette di adattarsi a qualsiasi ambientazione. Con Not the End potremmo giocare eroi che vivono le loro sfide più ardue, che decidono quanto e cosa rischiare e che devono convivere con le conseguenze. Un gioco strutturato per dare il meglio sulla media distanza, semplice nell’impianto base ma che richiede orizzonti larghi, capacità di astrazione e piglio maturo. Sicuramente una bella sorpresa per la compagine autoriale italiana.

Ryuutama di Atsuhiro Okada (Isola Illyon Edizioni, Kotodama Heavy Industries) è un gioco di ruolo giapponese che, sebbene sia del 2006, è dotato di una serie di caratteristiche che lo rendono unico o quasi nel nel panorama ruolistico italiano. E’ appunto giapponese, già questa una rarità sul nostro mercato, ha poi un setting definito “natural fantasy” che abbandona i temi forti legati alle efferatezze del combattimento (presenta ma abbastanza astratto) ma si concentra sul viaggio e le sue meraviglie e vede il master intervenire con un personaggio proprio all’interno del party. Un gioco semplice ma non banale che per il suo approccio morbido, poetico è visivamente legato all’estetica degli anime del maestro nipponico è stato spesso definito come il ”gdr di Miyazaki”. Partendo dall’edizione inglese Isola Illyon Edizioni lo porta in Italia in un'edizione aggiornata che permette anche al pubblico nostrano di godere di questa perla per troppo tempo sfuggita ai radar.

Spire – La Città Deve Cadere di Grant Howitt e Christopher Taylor (Isola Illyon Edizioni, Rowan, Rook and Decard) è un gioco sovversivo e provocatorio che sotto la maschera del fantasy classico nasconde una profondità sia di setting che di meccaniche che ci portano per mano sul complicato e controverso cammino della rivoluzione civile. Spire è una città-torre ricca di storia, tecnologia e aspetti soprannaturali che svetta in verticale e in cui convivono una razza vittima i drow, che andremo ad impersonare come patrioti o terroristi, ed una razza dominatrice, gli altezzosi Aelfir, con tutta la scala di grigi che ci più essere in mezzo a due estremi così distanti. Un sistema basato sul concetto di stress ben connesso con l'ambientazione, facilmente assimilabile e che ci fa sperimentare una realtà sempre sull’orlo del baratro, fa da spina dorsale ad un manuale illustrato in modo evocativo e ricco di spunti per la conduzione del gioco.

Lo storico delle premiazioni ci ha mostrato come il GdRdA non predilige un approccio predefinito, premiando sempre singole caratteristiche su altre, ma ogni anno analizza la scena e muta per venirle incontro. Dalle scelte di giudici possiamo dedurre che quest’anno la scelta dei finalisti è ricaduta su quei giochi che sono riusciti a ottimizzare il bilanciamento tra game design e valori produttivi (un solo gioco dall'impianto prettamente tradizionale), veicolando le innovazioni meccaniche attraverso prodotti dalla grande appetibilità e attualità dal punto di vista dei temi e della cura artistica. Difficile prevedere un vincitore, ogni gioco brilla per elementi diversi. BitD ha dalla sua un game design superiore per raffinatezza e impatto, Lex Arcana ha il carisma del blockbuster nazionale e una cura editoriale magnifica, Spire è una sintesi dei due precedenti mentre Not the End è un progetto innovativo per il nostro paese che si incastra nella realtà che stiamo vivendo e Ryuutama è l’outsider da cui ti puoi aspettare qualsiasi sorpresa. Vedremo dunque chi la spunterà e per quali ragioni ma indipendentemente da chi salirà sul gradino più alto del podio, è gratificante vedere come sia aumentata la qualità generale di tutti i partecipanti e come gli orizzonti del gioco di ruolo si stiano ampliando a diversificando sempre di più. Un segnale importante a cui il contest del Gioco di Ruolo dell’Anno non manca di dare impulso.

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