giovedì 28 Marzo 2024

Nostromo Gate – Punti di vista a confronto

Non è certo un mistero che molte parti della vicenda legata a Nostromo siano ancora avviluppate da una spessa coltre di fumo. Ciò che è emerso finora, infatti, non solo non basta a farsi un'idea chiara dell'accaduto, ma ha oltretutto ingenerato focolai di aspra polemica verso l'editore, tali probabilmente da rovinare a lungo la sua immagine pubblica.
L'esperienza tuttavia ci insegna che spesso la verità sta nel mezzo, e proprio nel tentativo di cercare di avvicinarvisi in maniera quanto più possibile imparziale, di seguito proponiamo i punti di vista di Nathanaël Elivic, numero due di Wonderdice che ci ha contattato qualche settimana fa, e di François Bachelart, l'autore del prototipo che avrebbe subito il plagio dall'editore, che ha risposto a qualche nostra domanda. 

Elivic ha condiviso con noi un lungo comunicato nel quale, con dovizia di particolari, vengono enumerate le differenze tra il loro gioco e l'idea originale e viene offerta una descrizione dell'accaduto. La lettera aperta è molto lunga, pertanto ci limiteremo a estrarne le parti salienti, tuttavia per chi volesse è possibile leggerla nella sua interezza. A prescindere però, ci teniamo a sottolineare che questo è il suo personale punto di vista e non va considerato come una posizione ufficiale della casa editrice.
In primis viene presentato un articolato confronto tra le caratteristiche distintive delle due opere, confronto che punta a sottolineare l'entità delle differenze sussistenti tra loro sia in termini di materiali (con la versione Wonderdice decisamente più corposa), sia in termini di gameplay e di aderenza dello stesso all'ambientazione di Alien. Al netto del dettaglio, che pure è descritto, dei diversi svolgimenti delle fasi di gioco, salta all'occhio che nel prototipo originale "si possono giocare fino a sette personaggi incluso Kane", mentre nel titolo Wonderdice "si gestiscono solo sei membri perché Kane è già morto all'inizio dell'azione di gioco" (in effetti nel film Kane è colui che praticamente dà alla luce l'Alien). In più, nel lavoro di Bachelart "le carte ruolo non hanno effetti o specifiche denominazioni" e "sono illimitate, dunque i giocatori semplicemente ne prendono un altro quando muoiono"; per contro nel titolo Wonderdice "si gestiscono i membri della ciurma" caratterizzati da "unici effetti legati alle caratteristiche del film". In più, in quest'ultimo, "se l'alieno cattura un membro, questi viene intrappolato in un bozzolo e diventa indisponibile all'uso" (ma tutti continuano a giocare, giacché i giocatori controllano l'intera ciurma e decidono volta per volta chi esegue le azioni).

Sintetizzando, secondo Elivic, anche senza scendere fino all'estremo dettaglio, le differenze tra i due lavori sono parecchio marcate e, nonostante l'editore continui a ringraziare Bachelart per averli scelti ed ammetta di aver difeso il suo lavoro da forti critiche degli addetti ai lavori, ribadisce con forza che proprio a causa dei numerosi dubbi incorsi durante le prove del prototipo, decisero di continuare a puntare a un gioco su Alien sviluppandolo nuovamente dalle sue basi.
Passando all'aspetto contrattuale – uno dei principali motivi del dissidio – Elivic sostiene di aver proposto condizioni (3% di royalties ad aumentare fino al 10% a seconda dei volumi di vendita) anche migliorative rispetto alle indicazioni del "sindacato" degli autori francesi (royalties del 3%) e inoltre, durante il momento della controversia, Wonderdice avrebbe comunque garantito lo stesso contratto a Bachelart (al netto del nome sulla scatola), con in più la garanzia di pubblicare anche il suo gioco, a sottolineare che la differenza è tale da poter farli convivere nello stesso catalogo. Tuttavia Bachelart ha rifiutato sostenendo, secondo l'editore, che questo "stava lanciando noccioline alla scimmia".
Proseguendo nel documento, dopo un excursus sulla carriera ludica di Bachelart – che omettiamo in quanto distraente dagli obiettivi che ci siamo prefissati – Elivic non risparmia una "strigliata" a Bruno Faidutti, secondo il quale "la community del gioco da tavolo ha avuto una reazione sana [alla vicenda]", ma che invece è spesso sfociata in insulti e minacce.
In ogni caso, al netto di come sia andata la vicenda, l'editore si domanda come mai, se Bachelart sapeva da EDGE (primo editore ad aver opzionato il prototipo di Bachelart, e in ottimi rapporti con lo stesso) dell'imminente lancio, abbia aspettato proprio il giorno dell'annuncio per intervenire pubblicamente, e come mai la stessa EDGE non abbia mai fatto parola con Wonderdice sul fatto che era al corrente dei dubbi di Bachelart. Di una cosa però Elivic è sicuro: un editore (leggi Wonderdice) non presenta un prototipo a un altro editore (leggi EDGE) per ottenere supporto di distribuzione se sa di aver rubato un titolo che quest'ultimo conosce bene.
Sulla vicenda in sé, Elivic non fa mistero che il prototipo di Bachelart non gli piacque, ma che tenne duro perché l'idea di fare un gioco sul primo Alien gli piaceva e perché sperava di poter essere aiutato dal grosso player con cui stavano al momento collaborando. Tuttavia, anche i feedback di quest'ultimo non davano adito a speranze: il gioco così com'era non funzionava bene ed era fuori del target di riferimento ipotizzato. Pertanto non restava che ripartire da zero.
In conclusione, l'editore non manca di notare che ci sono state altre simili diatribe nel settore (vedi ad esempio X-Wing o Cards Against Humanity), ma nessuno di questi ha generato una così intensa levata di scudi come in questo caso.

Come anticipato, al riguardo della vicenda abbiamo rivolto anche qualche domanda a François Bachelart, circa lo svolgimento della vicenda. Essendo più concisa, traduciamo completamente la sua risposta.
"Ho progettato il mio gioco nel 2009. Qualche anno più tardi (2015) sono stato invitato a una fiera come ospite da EDGE Entertainment. Avevo alcuni tavoli per far provare i miei prototipi, tra cui proprio Nostromo, che era la prima volta che presentavo al pubblico.
In quella sede, giocò Nostromo anche Aldébaran Geneste (futuro CEO di Wonderdice): gli piacque molto, tanto che pochi mesi dopo mi contattò dicendomi che era interessato a pubblicarlo. A quel tempo, Wonderdice non esisteva come azienda, e inoltre il gioco era già prelazionato da EDGE Entertainment che mi aveva nel frattempo invitato ad altre fiere a Tolosa.
Per questi motivi, ho spiegato a Geneste che il gioco non era disponibile (per me era molto meglio essere pubblicato da una forte e affermata casa editrice piuttosto che da una realtà in divenire e sconosciuta). Geneste, tuttavia ha continuato a scrivermi altre volte fino a Luglio 2016, momento in cui EDGE decise di non pubblicare il gioco. Scelsi quindi di stipulare un contratto con Geneste, il quale me lo inviò pochi giorni dopo. Purtroppo il documento era pieno di errori e manchevole di diverse condizioni (lo conservo sul mio PC), perciò qualche giorno dopo informai Geneste di questi problemi, ma lui non mi rispose. E non rispose neanche ad altre mail che gli scrissi qualche settimana dopo, al che ipotizzai che non fosse più interessato a pubblicare il mio gioco e quindi smisi di contattarlo.
Due anni più tardi, senza nessuna comunicazione da Wonderdice, scoprì che l'editore era deciso a pubblicare un gioco chiamato Nostromo, del tutto simile alla mia idea, perfino nel nome! Il loro gioco però non aveva nessun autore indicato sulla scatola.
Da qui si può dire che iniziò il "Nostromo gate". In Francia e altri Paesi, Wonderdice ottenne un bel po' di cattiva pubblicità e il grosso della community, specie su BGG e Trictrac, era concorde sul fatto che Wonderdice non poteva fare questo.
Geneste provò quindi a propormi un altro contratto, ammettendo di aver sbagliato a non contattarmi nei due anni precedenti (disse che era talmente impegnato che se ne dimenticò).
Io non accettai il contratto, né il fatto che avrebbero pubblicato questo gioco, perché troppo simile al mio prototipo. Era chiaro che lo avessero sviluppato senza la mia autorizzazione.
Per questo, molti distributori rifiutarono di chiudere accordi con Wonderdice e spero che nessuno lo faccia mai. Se decideranno di vendere il gioco, dovrò prendere dei provvedimenti.
"
Sul perché effettivamente Bachelart abbia rifiutato il secondo contratto, ecco cosa ci ha detto l'autore:
"Il contratto era ancora insoddisfacente. Nessun nome sulla scatola del gioco e solo questo testo all'interno del regolamento: " tratto da un'idea di François Bachelart". Per il resto erano tutte condizioni piuttosto standard, con una bassa percentuale sulle vendite e in più l'offerta di pubblicare comunque il mio gioco come una versione per ragazzi se l'altro avesse avuto il successo sperato…Alien per ragazzi…strano.
Comunque, vi fidereste di chi ha rubato il vostro gioco? Ho provato a iniziare una negoziazione, ma presto ho abbandonato: non sembrano per nulla affidabili e quindi preferisco scegliere io il mio editore, così da lavorare in un clima di piena fiducia
".

Come premesso, a valle di un’analisi di entrambe le posizioni la questione non è più cosi netta come poteva sembrare fino a qualche mese fa. Sicuramente, la veemenza dell’alzata di scudi dell'anno scorso in favore di Bachelart ha concorso a far pendere prematuramente l'ago della bilancia dell'opinione pubblica dal lato dell'autore, ma molto spesso queste "cacce alle streghe" sono generalmente inattendibili e oltretutto, lo ricordiamo, al tempo non c’era mai stata una presa di posizione ufficiale da parte dell’editore. E anzi, a ben guardare non c’è neanche ora (Elivic ci ha chiarito  che questo lungo documento è stata una sua iniziativa), poiché Wonderdice ha deciso di affidare la gestione della vicenda ai suoi legali. Nel frattempo, forte della sua posizione e con un'importantissima licenza in mano, non ha intenzione di interrompere il processo di produzione e distribuzione del gioco. Dalle ricostruzioni condivise delle due parti in causa non sembrano esserci infatti reali vincoli legali che possano pregiudicare la pubblicazione di Nostromo, che però non ha ancora una data di uscita certa. Se e quando il momento giungerà, scopriremo se queste ulteriori dichiarazioni avranno avuto significativi impatti nella ricostruzione di quanto effettivamente accaduto, ma soprattutto quanto questa vicenda avrà influito sull'immagine delle parti in causa e sulle prestazioni di mercato del gioco che sarà.

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