venerdì 29 Marzo 2024

Sherlock Holmes Consulente Investigativo

Quando ci troviamo di fronte un gioco appena introdotto sul mercato capace, al tempo stesso, di stimolare la curiosità delle nuove uscite e di sprigionare quell’aura quasi sacra tipica dei grandi classici, è innegabile che si tratti di un vero e proprio evento per il settore. Il ritorno sugli scaffali italiani di “Sherlock Holmes Consulente Investigativo”, reso possibile da Asterion Press, rappresenta senza dubbio uno dei punti più caldi di questo 2014 nel panorama italiano del boardgame. Potevamo esimerci dal recensire una delle uscite più attese del 2014? Certo che no. Siamo pronti a mettere in evidenza luci e ombre di uno dei giochi più discussi, e risolvere finalmente il caso ludico dell’anno.

Quella che segue è una recensione no spoiler, con alcune considerazioni di massima sul funzionamento del gioco, ma senza anticipazioni dei singoli avvenimenti.

  • Titolo: Sherlock Holmes Consulente Investigativo
  • Autore: Raymond Edwards, Suzanne Goldberg, Gary Grady
  • Editore: Asterion Press
  • Genere: deduttivo/investigativo
  • Numero Giocatori: 1-6
  • Durata: 90-120 minuti
  • Dipendenza dalla lingua: totale
  • Illustratori: Arnaud Demaegd, Neriac

L’inossidabile inquilino di Baker Street
Intanto, specifichiamo perché si parla di “ritorno”. Il gioco apparve per la prima volta sul mercato nel 1982 e, cinque anni più tardi, arrivò nei negozi italiani grazie alla compianta casa editrice International Team. Poi, più nulla: oltre vent’anni di oblio, complice la cronica carenza nelle proposte di genere, hanno contribuito a creare il mito di “Sherlock Holmes Consulente Investigativo”, cosicché le poche copie in lingua italiana venivano scambiate a peso d’oro e chi tentava la strada della lingua inglese si vedeva costretto a lasciare perdere, data l’assoluta dipendenza dal linguaggio del gioco. L’occasione propizia è arrivata nel 2011, quando l’editore francese Ystari ha ufficializzato la riedizione di "Sherlock Holmes Consulente Investigativo", con qualche ritocco su regolamento e particolari delle singole storie, per rendere più agevole la comprensione negli snodi più intricati. In Italia, Asterion, che vanta precedenza assoluta sui titoli della casa transalpina, pur senza fretta, non si è lasciata sfuggire l’occasione di riproporre una pietra miliare del boardgame deduttivo, localizzandoil titolo  nella nostra lingua, a quasi trent’anni di distanza dal suo progenitore.

E’ così che il gioco si è imposto tra i protagonisti assoluti del recente Play di Modena: lo stand centrale di Asterion, nei due giorni di fiera, ha visto un continuo refilling delle copie di “Sherlock Holmes Consulente Investigativo”, almeno fino a che le scorte lo hanno consentito. Tanto è vero che, già nelle prime ore di domenica, il titolo di punta Asterion è stato ufficialmente dichiarato “sold out”. Scene simili si sono viste più di recente al Comicon di Napoli, e tutto lascia presagire che questo weekend, agli Asterion Gaming Days, la musica sarà esattamente la stessa. Insomma, tutti pazzi per il personaggio di sir Arthur Conan Doyle, che, nonostante l’età, non è mai veramente passato di moda.

  

Elementare? Stiamo a vedere
“Sherlock Holmes Consulente Investigativo” è un gioco da uno a sei partecipanti, in cui i giocatori vestono i panni degli irregolari, una pattuglia di giovani scagnozzi dell’investigatore capitanati dal fido Wiggins, alle prese con omicidi della tarda Londra vittoriana. Obiettivo: superare, o quantomeno eguagliare, il maestro. Chiunque si sia avvicinato in qualche maniera a questo gioco, sa che all’interno della scatola si trovano dieci misteri, dieci casi in ordine cronologico ambientati nella capitale inglese di fine ‘800 che i giocatori saranno chiamati a risolvere nel minor numero di mosse, indagando per le vie della capitale britannica. Completano i materiali messi a disposizione un annuario di Londra, dove si trovano gli indirizzi di testimoni, sospettati o luoghi di intetesse che incontreremo nelle nostre indagini, le copie del Times corrispondenti alle date delle singole partite e un tabellone che svolge essenzialmente la funzione di mappa semplificata della città al tempo di Sherlock. Le modalità di gioco sono essenzialmentee tre: solitario, collaborativo o competitivo. In quest’ultimo caso, gli investigatori seguiranno le medesime piste, ma senza confrontarsi, mentre nella modalità cooperativa, si discuterà insieme per definire dove andare a caccia di indizi e come ricomporre il puzzle. Ogni mistero, si apre con un’introduzione di lunghezza variabile, che uno tra i partecipanti leggerà ad alta voce. Quindi, uno alla volta, i giocatori cercano di seguire la traccia di un luogo, o di un personaggio, che appare tra i sospettati, semplicemente cercandone il capitolo corrispondente nel libretto del caso. Londra, infatti, è stata suddivisa in sei aree, a seconda dei punti cardinali, e in questo modo si trovano organizzate le parti di narrazione che decideremo di scoprire. Meno piste seguiremo, più probabilmente avremo la meglio su Sherlock Holmes. Nella modalità di collaborazione, i giocatori si accordano quando ritengono di aver risolto il caso e smettono di seguire le piste, mentre se i giocatori sono avversari, ciascuno in autonomia deciderà quando fermarsi e dare la soluzione. Quando ciò avverrà, si dovrà rispondere a due serie di domande: le prime, di solito, riguardano gli elementi essenziali del caso, mentre le successive sono inerenti alcuni aspetti di contorno della vicenda. Se la partita è competitiva, allora ogni giocatore, non appena avrà dichiarato di avere in pugno il colpevole, dovrà rispondere segretamente scrivendo le proprie deduzioni su un foglio di carta, mentre nella modalità collaborativa, ovviamente, questa fase sarà completata di comune accordo. Quindi, si passerà alla lettura della soluzione da Sherlock Holmes in persona, che spiegherà tutto quanto avvenuto. Da ultimo, si passerà al conteggio dei punti: di solito, la seconda serie di domande serve a recuperare gli eventuali malus inflitti per le troppe piste seguite (ogni caso ha margini diversi).

Mistero ludico…per tutti
Non è un gioco di ruolo, non è un libro game, non è un murder party, non è un gioco da tavolo, non è narrazione pura. Quindi, di cosa si tratta? Forse, ciò che rende così irresistibile “Sherlock Holmes Consulente Investigativo”, a oltre trent’anni dal suo debutto sugli scaffali, è quell’originalità riscontrata da ogni partecipante che si approccia a uno dei casi proposti. Ogni giocatore avverte immediatamente di essere immerso in un'esperienza diversa dal classico boardgame, e questo coinvolge e avvicina al tavolo anche i meno incalliti. Poi, la popolarità del setting e dei protagonisti fa il resto. Certo, anche l’originalità ha un costo: esauriti i dieci casi, la scatola potrebbe raccogliere più polvere di ogni altro boardgame nella vostra collezione. A questo proposito, sui forum specializzati si sono intavolati serratissimi confronti se il prezzo di vendita proposto da Asterion sia congruo o meno rispetto alle ore di gioco e al numero di partite effettivamente offerto. Da non sottovalutare, a tal proposito, l’enorme lavoro di traduzione svolto tra i vari casi presentati, i fogli di giornale, l’annuario e il regolamento: siamo di fronte a oltre 200 pagine di testo nel complesso, stampate e impaginate con uno stile grafico che impatta perfettamente con l’ambientazione. E, per inciso, va dato atto ad Asterion di aver prontamente reso scaricabile dal proprio sito un paio di errata corrige relativamente ai casi numero 2 e 3. Certo, dentro la scatola, non troverete altro che carta, ma sconsigliamo di basare su questi parametri l'opportunità di acquisto. Piuttosto, focalizzatevi sul gruppo di gioco a cui potreste proporlo: “Sherlock Holmes Consulente Investigativo” è un titolo che va assaporato nella giusta atmosfera, diluendolo piano piano, con giocatori disposti a prendere copiosi appunti e a non pensare ad altro che al dipanarsi del caso nelle due ore di partita.

Probabilmente, là fuori, ci saranno non pochi puristi pronti a obiettare come Sherlock Holmes Consulente Investigativo non abbia nulla a che fare con i giochi da tavolo veri, quelli presentati in fiera dopo ore e ore di playtest, frutto di meccaniche rifinite alla ricerca di un equilibrio perfetto tra logica e fortuna, tra giocatori  scafati o meno esperti. In quest’affermazione c’è indubbiamente un fondo di verità, ma se è ammettiamo che “Il codice Da Vinci” non sia un saggio scientifico, dobbiamo riconoscere che, quando uscì, conferì una grande spinta all’industria del libro. Questo, per dire che Sherlock non corrisponderá ai più moderni standard di game design, questo è sicuro, ma qualsiasi appassionato può testimoniarne il richiamo e l'attrazione fortissima anche verso i gamer più consumati. Una spinta che ben pochi titoli, oggi, possono vantare.

Davvero, insomma, il mercato attuale dei boardgames offre così poca varietà che dobbiamo ricorrere a un titolo creato nel 1982 per tornare a entusiasmarci?
Può darsi allora che nel mercato dei giochi in scatola questo genere di prodotti servano davvero come l’aria: coinvolgenti, alla portata di tutti, senza troppe regole che suscitano sbadigli a chi coraggiosamente si approccia al tavolo, dove la distinzione tra hard e light gamer si annulla già all’apertura del primo caso. Ma niente è perfetto, ovviamente. La rigiocabilità nulla dei singoli misteri rende assolutamente indispensabile la pubblicazione delle numerose espansioni per allungare la vita a questo classico ormai senza tempo: cara Asterion, buon pro ti faccia l’aver riportato in Italia un titolo che ha ben poco bisogno di presentazioni, ma il suggerimento è quello di passare in fretta alla traduzione dei casi aggiuntivi presenti nelle numerose espansioni, o “Sherlock Holmes Consulente Investigativo” passerà alla storia come il gioco più scambiato di sempre sui mercatini online.

Pro:
Ambientazione semplicemente perfetta
Regolamento immediato, di apprendimento velocissimo
Adatto sia al giocatore entry level che all’esperto
Potenzialmente, aperto a un  numero infinito di partecipanti
Continuo coinvolgimento e interazione

Contro
Rigiocabilità assente, limitata ai 10 casi
La mappa di Londra è un velo, troppo sottile
Si sente la mancanza di una scheda template per prendere appunti e tenere il conto delle piste seguite
In modalità cooperativa, può emergere il giocatore-leader che tende a guidare le indagini

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