sabato 20 Aprile 2024

Star Wars: il passato e il futuro delle Guerre Stellari sui nostri tavoli

La saga delle saghe si prepara a tornare in forma di gioco per conto della Fantasy Flight, nell'attesa di metterci le mani sopra ripercorriamo assieme le incursioni di Star Wars sui tavoli da gioco.

Nel 1977 Star Wars esplose letteralmente sugli schermi cinematografici di tutto il mondo. Riscrivendo le regole della fantascienza con una storia letteralmente senza tempo, il film divenne un fenomeno della cultura pop, entrando definitivamente nel nostro immaginario. E in questo fu aiutato certo dai sequel, ma anche dal diluvio di prodotti collegati che piovvero sugli scaffali dei negozi più disparati: dai pupazzetti Harbert (negli USA, Kenner), ai modelli in scala da montare, passando ovviamente per il nostro campo di interesse specifico: i giochi…

Episode IV: A New License (The Kenner/Parker Era)

 Già nel 1977 appaiono i primi giochi, tra cui un semplicemente eponimo Guerre Stellari, versione italiana edita da Editrice Giochi di Star Wars: Escape From Death Star, un gioco di percorso con l'immancabile spinner tanto di moda in quegli anni e arricchito di carte per dare un po' di varietà. E questo fu un po' il modello base dei primi giochi ambientati in Guerre Stellari, i cui editori principali furono la Kenner e la Parker Brothers, e che affollavano le vetrine dei negozi con titoli allettanti come Star Wars: The Adventures of R2-D2, Star Wars: Yoda the Jedi Master o Ewoks Save The Trees!. Talvolta qualche particolare scenico dei film veniva sfruttato per creare un gioco che fosse memorabile almeno per l'impressione visiva: è il caso di Star Wars: Return of the Jedi – Battle at Sarlacc's Pit, del 1983, in cui i nostri eroi tentano di sfuggire alla presa delle porcine guardie Gamorreane che li tengono prigionieri sulla chiatta di Jabba the Hutt, con la minaccia del pozzo del Sarlacc sotto di loro – il tutto vividamente reso nella gloriosa tridimensionalità di cartoncino e pupazzetti di plastica.

È questa un'era che per la verità non è mai finita, se annoveriamo tra i suoi prodotti gli innumerevoli Monopoly Star Wars, Stratego Star Wars, Risk Star Wars, Guess Who Star Wars, Trivial Pursuit Star Wars, e via esplorando il reparto giochi in scatola del supermercato locale. E avremmo anche potuto non aver mai conosciuto altro che quest'era di oscurità candita, non fosse stato per la discesa in campo della West End Games.

Episode V: The RPG Strikes Back (The West End Games Era)

 La casa editrice americana, fondata nel 1974, acquisì infatti nel 1987 la licenza per produrre giochi basati su Star Wars. Ormai la buriana era passata, "Il ritorno dello Jedi", l'ultimo film della trilogia originale, era già passato in sala da qualche anno, ma la WEG riuscì a ben sfruttare le potenzialità del marchio anche in un periodo in cui Star Wars non era già più un fenomeno particolarmente "hot". Nel 1987 uscivano il gioco di ruolo Star Wars: The Roleplaying Game e il gioco da tavolo di sapore wargamistico Star Warriors. Se il primo utilizzava il già rodato D6 System, che aveva trovato applicazione nel gioco di ruolo Ghostbusters dell'anno prima (questo sì, davvero "hot" all'epoca), il secondo, un classico hex & counter, non era da meno: alla cloche di X-Wing e caccia TIE, i piloti dovevano riuscire nei medesimi tiri di abilità delle loro controparti ruolistiche, il che assicurava compatibilità tra i giochi.

Il gioco di ruolo venne affiancato nel corso degli anni da decine di supplementi, mentre altri giochi da tavolo ampliavano il catalogo WEG dedicato agli appassionati di Star Wars, sfruttando meccanismi già noti ai gamers dell'epoca: nel 1988 Star Wars Lightsaber Dueling offriva la possibilità di un duello alla spada laser con i ben noti libretti alla "Lost Worlds", mentre un altro wargame hex & counter, Star Wars: Assault on Hoth, ricreava l'assalto imperiale all'avamposto sul pianeta ghiacciato e la disperata resistenza delle forze ribelli. Nel 1989 Star Wars: Starfighter Battle Books portava i duelli tra X-Wing e TIE nel sistema di "Aces of Aces", derivato da quello di "Lost Worlds", e compariva anche un wargame in solitario, Star Wars: Battle for Endor, che con meccaniche simili a quelle usate per Hoth, metteva il giocatore nei panni dei ribelli e in quelli – un po' più strettini – degli Ewoks, alleati nella difesa della luna boscosa. Nel 1990 la West End Games pubblicò addirittura un gioco cooperativo, certo non il primo del genere, ma nemmeno un'evento comune come oggi: in Star Wars: Escape From The Death Star i soliti noti devono riuscire a fuggire dalla Morte Nera, non prima di aver disattivato il raggio traente che intrappola il Millennium Falcon, mentre il sistema di gioco li ostacola con pericoli assortiti, assieme alla solita carne da cannone in armatura bianca che tutti abbiamo imparato ad apprezzare. E non poteva mancare un gioco di miniature, in un'epoca in cui pareva ci fosse spazio anche per altri editori in un campo non ancora completamente dominato dal colosso di Nottingham: Star Wars Miniatures Battles nel 1991 completava la multiforme offerta West End Games con uno skirmish compatibile con l'ormai affermato gioco di ruolo, che dal canto suo avrebbe visto nel 1992 una seconda edizione (pubblicata in Italia da Stratelibri), e nel 1996 un'ulteriore revisione, anche queste debitamente contornate da numerosi supplementi.

Episode VI: Return of the CCG (The Decipher Era)

Ma ormai nubi fosche si addensavano all'orizzonte, e queste nubi preludevano alla tempesta che alla fine del millennio rivoluzionò il mondo del gioco: Magic: The Gathering. Il fenomeno dei giochi di carte collezionabili spazzò via dalla scena molti attori affermati nel campo dei giochi da tavolo, e ne fece emergere di nuovi. La West End Games fu tra le vittime, ma la Decipher fu tra quelle che ne emersero vittoriose, e passò così dalle scatole di "Pente" al gioco di carte collezionabili di Star Trek nel 1994, e poi nel 1995, con disinvoltura, a quello di Star Wars, a riprova del fatto che la fede nulla può contro il potere del vil denaro. Lo Star Wars CCG della Decipher ebbe un discreto successo, tanto da dar luogo in sei anni a ben dodici espansioni. Tra il 1999, anno di uscita nelle sale di "Episodio I", e il 2001, a questo CCG si affiancarono altri tre giochi di carte collezionabili: Star Wars Episode I: Customizable Card Game, Young Jedi CCG e Star Wars: Jedi Knights CCG. Ma di questi, pur con il peso di così tante espansioni a complicare il gioco, lo Star Wars CCG originale fu probabilmente quello con l'accoglienza migliore da parte dei fans, se a dieci anni dall'effettiva cessazione delle pubblicazioni ancora vanta un'attiva comunità di giocatori, che si ritrova sul sito http://starwarsccg.org/.

Episode I: The Hasbro Menace (The WotC/Hasbro Era)

Senza addentrarci in questa occasione nei problemi finanziari della Decipher, e nella pena detentiva attualmente scontata da chi li causò, ci basterà dire che nel 1999 i diritti di sfruttamento della licenza di Star Wars passarono infine nelle mani del proverbiale gorilla da 800 libbre del settore, quella Hasbro che nel 1999 acquisì la Wizards of the Coast, che a sua volta nel 1997, forte del successo planetario avuto con "Magic: The Gathering", aveva acquisito la TSR, o quel che ne rimaneva. Insomma, si chiuse un cerchio, poiché la Hasbro, tramite l'acquisizione della Tonka nel 1991, deteneva ora i marchi Kenner e Parker Brothers, tra i primi a sfruttare il marchio Star Wars, e poteva stendere i suoi tentacoli su tutta la galassia del gioco e del giocattolo, dai pupazzetti (pardon, "action figures") ai giochi di ruolo…

 … E con soddisfazione di tutti, diciamocelo. Già nel 1999, in mezzo alla tempesta di prodotti abbattutasi sull'appassionato in seguito all'uscita de "La Minaccia Fantasma", compariva un gioco di carte (non collezionabile) semplice ma niente affatto male, Star Wars: Episode 1 – Clash of the Lightsabers, in cui due giocatori, nei panni di Qui-Gon Jinn e Darth Maul, ricreano il fatale duello in cui il maestro di Obi-Wan Kenobi ci rimette le penne. Nel 2000 poi arriva il carico pesante: Star Wars: The Queen's Gambit, pubblicato dalla Hasbro sotto il marchio Avalon Hill, offre con una componentistica tanto ricca da essere alle soglie dell'imbarazzante la possibilità di ricreare ben quattro battaglie di Episodio I: Gungan vs. droidi, Principessa Amidala e amici vs. droidi, Cavalieri Jedi vs. Sith, e Anakin vs. astronave di controllo dei droidi (roger roger). I puristi storsero il naso, e oggi lo rimpiangono, visti i prezzi che il titolo spunta sul mercato dell'usato. Sempre nel 2000, ma stavolta per il marchio WotC, esce lo Star Wars Roleplaying Game, alfiere, insieme alla  contemporanea terza edizione di Dungeons & Dragons, del neonato e controverso d20 System – ancor più controverso ora che, oltre a D&D, si stava sostituendo anche all'amato D6 della West End Games. Insomma, il 2000 fu un'annata senza dubbio eccezionale per tutti: appassionati di Star Wars, giocatori di ruolo e storcitori di naso.

Ma non era che l'inizio: l'idra multiforme della Hasbro sfornò negli anni a seguire altre due edizioni del gioco di ruolo di Star Wars (di cui l'ultima, la Saga Edition, annunciava nelle meccaniche la quarta edizione di D&D), un paio di versioni di Risk che tutto sommato non sono neanche da buttar via, ovvero Risk: Star Wars – The Clone Wars Edition e Risk: Star Wars Original Trilogy Edition, mise al lavoro Richard Garfield, l'autore di Magic, su Star Wars: Trading Card Game, senza mietere però un successo comparabile, e pubblicò un boardgame all'impossibile incrocio di wargame, beer & pretzel, ameritrash e filler che va sotto il nome di Star Wars: Epic Duels, ricco di miniature predipinte, plance di gioco diverse a seconda dell'ambientazione, mazzi di carte diversi a seconda dei personaggi, e movimento regolato dal dado. Ma soprattutto si lanciò nel promettente campo dei giochi di miniature collezionabili, prima con "Star Wars Miniatures" nel 2004, con meccaniche comuni all'omologo gioco per D&D (e con ben 22 set di espansioni, compreso il mostruoso AT-AT), e poi con il meno apprezzato "Star Wars Miniatures Starship Battles" nel 2006 (ma alla vista delle astronavine di Star Wars, il cuore dell'appassionato si riempie sempre di un languore misto a tenerezza che perdona anche le peggiori meccaniche). Insomma, sembrava che l'impero Hasbro potesse non avere mai fine.

Episode II: Attack of the Minor Players (Not an Era)

 Sul bordo esterno della galassia dei giochi c'erano comunque delle piccole sacche di resistenza, alle volte in settori insospettabili. Nel 2002, in occasione dell'uscita de "L'Attacco dei Cloni", la Ravensburger pubblica Star Wars: Attack of the Clones Card Game, con cui addirittura Herr Doktor Reiner Knizia ritematizza il suo Circus Flohcati in salsa Star Wars. Nel 2007 la WizKids invece prova l'adattamento ai "Pocket Model Games" di Star Wars con Star Wars PocketModel TCG, sperando in un successo maggiore di quello ottenuto nel 2004 con le navi pirata di "Pirates of the Spanish Main". Certo, gli appassionati avrebbero voluto qualcosa in più…

Episode III: Revenge of the Fantasy Flight (The Next Era)

E giungiamo così all'annuncio dell'ultima GenCon, in cui la Fantasy Flight, ormai a tutti gli effetti un major player nel mondo dei giochi in scatola, annuncia di aver messo le mani sulla licenza delle licenze. Forse facendo il passo un po' più lungo della gamba (comunque ragguardevole quanto a dimensioni) alla GenCon erano anche presenti tavoli dimostrativi delle future uscite a tema Star Wars… con l'immancabile contorno di storcitori di naso. Non ci rimane che attendere l'evoluzione di questi design in fase prototipale, che non può che terminare, in tipico stile Star Wars, in un happy ending! (A meno che non consideriate il finale di Episodio III, ma in questo caso non siete veri appassionati, pardon, storcitori di naso!)

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