Opinioni d'autore: Ecco chi ha fermato la bufala del Blue Whale in Bulgaria
Postato da Andrea Angiolino il Mercoledì 07 giugno 2017
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Questo Opinioni d'autore è un po' particolare, dato che parla di un non-gioco. Ma siamo particolarmente orgogliosi di pubblicarlo.
Innanzitutto per la firma prestigiosa che lo accompagna!
Poi perché tratta due temi che sono il fondamento dei nostri 13 anni di storia: l'informazione sui giochi e sul mondo che li circonda e la correttezza delle notizie, che da noi subiscono sempre un processo di attenta verifica.
Da quando è apparso il fenomeno Blue Whale, Andrea Angiolino sta facendo una meritoria azione di informazione giornalistica che cerca di contrastare l'ondata di disinformazione cavalcata da moltissime testate, anche le più blasonate.
Abbiamo quindi accolto con piacere l'invito di ospitare il suo ultimo contributo, su uno dei maggiori protagonisti della corretta informazione su questo, per molti versi, terribile fenomeno che, lo urliamo ancora una volta, NON è un gioco.
Opinioni d'autore: Giù nella stanza profonda
Postato da Lorenzo Trenti il Venerdì 05 maggio 2017
Vi è mai capitato di leggere la vostra biografia non autorizzata?
Personalmente pensavo che fosse un privilegio riservato a rockstar, politici e sportivi di professione. E invece si è trattata di un'esperienza che è stata concessa anche a me. La sensazione di “ma che diavolo, questo qui ha scritto la mia vita” mi ha accompagnato infatti dalla prima all'ultima pagina nella lettura del romanzo La stanza profonda, di Vanni Santoni, edito da Laterza.
Sono un giocatore di ruolo (nonché autore, recensore, organizzatore…) da più di venticinque anni ma credo che la stessa sensazione possa essere vissuta da qualunque roleplayer abbia mai lanciato un dado a venti facce e abbia vissuto significativamente questo hobby per qualche tempo. Perché proprio di questo parla il romanzo: un giocatore di ruolo.
Opinioni d'autore: L'Italia in trasferta al Kinderspiele Des Jahres
Postato da Walter Obert il Lunedì 27 giugno 2016
Andare fino ad Amburgo per assistere alla premiazione del Kinderspiel Des Jahres 2016? Fatto.
Lunedi 20 giugno 2016 presso il prestigioso hotel Atlantic di Amburgo si è tenuta la cerimonia di premiazione della versione junior del premio, e c'era anche qualche italiano con degli ottimi motivi per essere lì. Infatti tra i giochi raccomandati c'era "Die Geheimnisvolle Drachenhöhle" di Carlo Emanuele Lanzavecchia e il sottoscritto, ma soprattutto tra i candidati al premio c'era "Leo muss zum Friseur" di Leo Colovini. Leo aveva già avuto due nomination precedenti allo SDJ con Carolus Magnus e con Clans, ed era al suo primo Kinder.
Opinioni d'autore: “Giocare Dentro” - la mia prima volta in carcere
Postato da Gabriele Mari il Venerdì 31 luglio 2015
Giovedì 9 luglio 2015 è partito Giocare Dentro, un progetto sperimentale firmato dalla Cooperativa Sociale La Pieve, in collaborazione con Professor Cobblepot (il reparto di giochi e servizi educativi di Sir Chester Cobblepot), finalizzato all'introduzione dei giochi da tavolo all'interno della Casa Circondariale di Ravenna.
Un’esperienza innovativa e particolarmente toccante che ancora una volta prova la forte valenza sociale del gioco da tavolo. Presentiamo, a firma di Gabriele Mari, il suo personalissimo diario delle esperienze legate al primo incontro del progetto.
Opinioni d'autore: Il Premio Archimede tra ricordi e attualità
Postato da Dario De Toffoli il Giovedì 24 aprile 2014
Venerdì 4 aprile ho partecipato a Modena al convegno “Gioco e creatività”, una sorta di anteprima di PLAY, che ufficialmente iniziava il giorno dopo.
Trattando di giochi e di creatività cosa c'era di meglio che iniziare il discorso dal grande Alex Randolph, considerato una sorta di “padre” di tutti gli inventori di giochi? Era stato lui stesso a definirsi tale quando nel 1992 a Gradara durante il Festival Italiano dei Giochi gli fu assegnato il Premio Gradara Ludens. Caratteristica del premio era che fosse il premiato stesso a dare la motivazione, e Alex accettò il premio considerandosi “L'inventore della professione di inventore di giochi”.
Opinioni d'autore: Non scomodiamo Walt Disney!
Postato da Marco Valtriani il Mercoledì 12 marzo 2014
Credo che ogni cosa possa essere affrontata in modi diversi. Sono anche convinto che, fra le molteplici possibilità, alcuni approcci siano più funzionali di altri ma che tutto dipenda dalle nostre aspettative e dal risultato che ci siamo prefissati di ottenere.
Sicuramente non sono il primo a dire una cosa del genere, e per fortuna non sarò l'ultimo; ma per me, novello Brontolo seduto sulle spalle di Willie il Gigante, un game designer dovrebbe avere una serie di competenze ben precise, in svariati campi, ed essere mosso da un desiderio continuo di imparare e di migliorarsi.
Opinioni d'autore: Il Sottobicchiere degli Autori
Postato da Walter Obert il Martedì 25 giugno 2013
Oggi tutti noi siamo abituati a vedere il nome dell'autore su ogni gioco che ci capita a tiro, ma forse non tutti sanno che una volta non era così. Ormai è prassi riconoscere la paternità autoriale (non osiamo dire "artistica") di quel prodotto d'ingegno che è rappresentato fisicamente dal gioco in scatola. E anche tra i non addetti ai lavori, è un concetto sempre più diffuso considerare l'autore di un gioco alla pari di uno scrittore, un regista, o un cantante; tutte figure che vedono realizzati dei prodotti commerciali tratti dalle loro opere.
Ma questo stato di cose potrebbe non essere destinato a durare, almeno secondo il nuovo atteggiamento degli editori tedeschi...
Opinioni d'autore: The Game of Life: traguardo o partenza?
Postato da Marco Valtriani il Mercoledì 24 aprile 2013
No, tranquilli, non sto per iniziare una lunga e probabilmente inutile dissertazione sulla storia del famoso gioco della Milton Bradley.
In realtà, ho pensato a lungo prima di decidermi a scrivere questo articolo, che rischia di risultare decisamente antipatico.
Ma d’altra parte questa rubrica si chiama Opinioni d’Autore, e per una volta voglio concedermi di esprimere un punto di vista un po’ più soggettivo, anche se con l’aiuto di qualche “testimone importante”.
Opinioni d'autore: Interessarsi d’interazione
Postato da Marco Valtriani il Martedì 20 novembre 2012
Sempre più spesso, parlando con altri giocatori, noto come il punto di vista che abbiamo sui giochi sia spesso diverso, probabilmente perché l’analisi che si fa di qualcosa che si usa è diversa da quella che si fa quando la stessa cosa la vuoi "costruire".
Sebbene il primo modo di vedere le cose sia sicuramente importante, credo che essere fruitore di qualcosa ti metta in una posizione diversa rispetto a quella dell’artefice. E questo esula dalla semplice esperienza o anche dall'aver letto articoli o pubblicazioni… è proprio una questione di prospettive!
E una delle cose con cui si devono fare maggiormente i conti, sia “lato designer” che “lato giocatore”, e che spesso porta a discussioni e diatribe, è l’interazione.
Opinioni d'autore: I Giochi di Archimede
Postato da Dario De Toffoli il Mercoledì 24 ottobre 2012
Sono arrivati tra martedì e mercoledì, si sono installati in studio da noi e fino a venerdì sera non hanno fatto altro che giocare – con grandissima serietà – i giochi finalisti del Premio Archimede 2012. Sono naturalmente i membri della giuria finale: Niek Neuwahl (Presidente), Michael Bruinsma (999) accompagnato da Win de Boer, Bernd Brunnhofer (Hans im Glück) accompagnato dal figlio Moritz, Silvio De Pecher (Tana dei Goblin), Mauro Gaffo (Focus), Uwe Molter (Amigo), Philipp Sprick (Ravensburger), Dieter Strehl (Piatnik), Albrecht Werstein (Zoch) e per finire io stesso, in rappresentanza di studiogiochi, che organizzava l’evento.
Tutti estremamente competenti e ognuno col suo quadernetto per prendere via via appunti sui giochi provati.
Opinioni d'autore: No Future? Ovvero l'esigenza sociale di riscoprire il gioco
Postato da Gabriele Mari il Venerdì 31 agosto 2012
Dopo una lunga assenza torno con piacere sulle pagine di Gioconomicon. Negli ultimi sei mesi più che l'autore di giochi ho fatto l'autore di figli, nel senso che sono stato molto occupato con l'arrivo dei due ultimi Mari, Lorenzo e Giovanni.
Per questa mia veste genitoriale, che in questo momento mi assorbe parecchio, e per una deformazione professionale di fondo (l'educatore è il mio primo lavoro), ultimamente mi trovo a riflettere sul ruolo educativo e sociologico del gioco, e questo può essere lo spazio giusto per condividere questi pensieri.
Opinioni d'autore: L'Eleganza, in sostanza.
Postato da Marco Valtriani il Martedì 17 luglio 2012
Uno dei termini che preferivo, le primissime volte che mi cimentavo nel commentare i miei giochi preferiti su forum e siti ludici, era "elegante".
Una bella parola, sicuramente, con una chiara connotazione positiva e un suono decisamente... elegante.
Eppure in realtà, quando il termine è riferito a un gioco, spesso si fa fatica a dare una definizione, e se chiedete a due giocatori cosa intendano per gioco "elegante", è molto facile che vi diano due risposte diverse.
C'è chi vi dirà che a essere elegante non è il gioco ma sempre e solo la singola meccanica, chi parlerà di regole semplici e profondità delle strategie, chi addirittura si appellerà alla bellezza dei componenti.
Opinioni d'autore: Di cosa è fatto un gioco?
Postato da Andrea Angiolino il Mercoledì 04 luglio 2012
"Gioco" è un sostantivo vago. Include tutta una serie di piacevoli oggetti e attività che vanno da Puerto Rico al nascondino, dal tiro alla fune a Pac-Man, dalle crittografie mnemoniche all'Eredità televisiva. Ma anche qualche passatempo che alla fin fine si rivela meno gradevole, come il gioco delle tre carte e la roulette russa. Le riviste di giochi, nella scelta degli argomenti per i propri articoli, sconfinano inoltre in campi limitrofi come aquiloni e origami...
Lasciando ai compilatori di dizionari definire i limiti del settore ludico e ai classificatori stabilirne le suddivisioni interne, chiediamoci ora: di cosa è fatto un gioco?
Opinioni d'autore: Il difetto nel diletto
Postato da Marco Valtriani il Martedì 29 maggio 2012
“…poi Sauron l'Ingannatore diede loro nove anelli del potere. Accecati dall'avidità, li presero senza obiettare. Uno dopo l'altro caddero nelle tenebre…”
(da “Il Signore degli Anelli)
Ogni volta che penso ai problemi comuni con cui un autore si trova a fare i conti, quelli che dipingono sgomento e terrore negli occhi dei playtester (e se non si sta attenti anche in quelli dei giocatori), mi vengono in mente i Nazgûl, per tre motivi: sono nove, sono cattivi, ed è praticamente impossibile eliminarli tutti definitivamente.
In realtà, questi errori sono nove solo se si segue la classificazione nata sul board games designer forum (che abbiamo già incontrato nell’articolo sulle sources of tension), classificazione sviluppata sul forum e riscritta “in bella copia” da René Wiersma, autore di Gheos, che l’ha anche condita con qualche interessante riflessione personale.
Opinioni d'autore: Hare & Tortoise
Postato da Dario De Toffoli il Mercoledì 25 aprile 2012
Dopo le onde generate dal sassolino gettato con il mio articolo su Dominion, torniamo al classico parlando di Hare & Tortoise (Hase und Igel) di David Parlett.
Pubblicato la prima volta nel 1974, questo particolarissimo race game è stato il primo in assoluto a guadagnarsi il prestigioso titolo di Spiel des Jahres, nel lontano 1979, e a tutt'oggi vanta numerosissime edizioni nonché circa 3 milioni di copie vendute nel mondo.
Opinioni d'autore: Tensioni intense
Postato da Marco Valtriani il Giovedì 19 aprile 2012
Avete presente quando prevedete la mossa di tutti i giocatori che vi precedono, riuscite a ottimizzare il vostro turno, e il sistema di gioco vi “premia” permettendovi di fare esattamente quello che volevate (di solito un sacco di punti)? Ecco: siete appena stati ricompensati da una delle “fonti di tensione” (sources of tension) del gioco che state giocando. Le vostre scelte hanno prodotto un risultato passando attraverso qualcosa di incerto (un rischio, un processo deduttivo, la gestione di una risorsa limitata, una scelta di tempo) che alla fine ha prodotto il risultato sperato (o preventivato) a dispetto di fattori avversi.
Opinioni d'autore: Per fortuna che c'è il dado!
Postato da Andrea Angiolino il Venerdì 13 aprile 2012
Una celebre classificazione di Roger Caillois elenca quattro componenti fondamentali del gioco: l'agon o competizione, l'ilinx o vertigine, la mimicry o imitazione e l'alea o casualità. Eppure contro quest'ultima si riscontra, proprio fra alcuni appassionati del mondo ludico, un forte pregiudizio secondo il quale i giochi da tavolo in cui è presente un elemento randomico sarebbero meno ben fatti degli altri.
E così una mera questione di gusti diventa spesso criterio di valutazione assoluta in schede di valutazione e recensioni: chi non ama la casualità spesso tende a parlare in termini spregiativi dei giochi che contemplano lanci di dadi e pesca di carte e tessere. Come se gli spettatori che non amano la storia condannassero in blocco i film ambientati nel passato, o chi non gradisce il pomodoro si ergesse critico culinario contro tutti i piatti che ne contengono anziché limitarsi a non mangiarne lui e lasciare che gli altri ne godano in pace!
Opinioni d'autore: Progettare giochi su licenza
Postato da Andrea Chiarvesio il Lunedì 02 aprile 2012
Per un game designer, ideare un gioco su licenza è un lavoro decisamente diverso rispetto alla normale prassi creativa; questo sia che si tratti della licenza di un film, un fumetto, un libro o altro.
Nel normale processo di game design è abitualmente presente un tema (salvo che stiate ideando un gioco astratto o che il vostro nome proprio sia Reiner), ma nel caso di un gioco su licenza il tema assume un ruolo particolarmente centrale, e decisamente più importante delle stesse meccaniche o di altri elementi (come l’originalità, ad esempio).
Vedremo insieme come creare un gioco di licenza sia, fondamentalmente, un lavoro di traduzione tra due strumenti narrativi.
Opinioni d'autore: Sette punti per Sette Meraviglie!
Postato da Walter Obert il Venerdì 02 marzo 2012
Antoine Bauza è un simpatico ragazzo francese dai molteplici talenti: scrittore di libri per l'infanzia, sceneggiatore di fumetti, insegnante, appassionato dell'estremo oriente, editor di videogame e ovviamente game designer a 360°.
Nel suo curriculum figurano giochi di ogni tipo: dagli astratti agli strategici, filler non banali e giochi cooperativi (sicuramente Ghost Stories ma anche il trascurato Hanabi) e addirittura un gioco di ruolo… sui nani da giardino!
Al suo vasto bagaglio di esperienze, come per molti autori, Magic ha avuto la sua buona parte: Bauza ha avuto l'idea vincente di trasformare la meccanica semplice e straconosciuta del "draft" di Magic nell'ossatura principale di uno dei maggiori successi degli ultimi anni, 7 Wonders.
Opinioni d'autore: I generi, in genere
Postato da Marco Valtriani il Giovedì 23 febbraio 2012
Parlando di “generi” di solito si intendono cose diverse a seconda del settore di cui stiamo parlando, ma in genere – perdonatemi il gioco di parole – si parla di qualcosa che definisce a livello sia tecnico, sia di “colore”, un dato prodotto, sia esso artistico o anche solo semplicemente artigianale.
Ecco che un film western obbedirà non solo a dei canoni ben precisi a livello di trama, di scenografia e di costumi, ma anche a delle regole piuttosto ben definite per quanto riguarda la regia e la fotografia: il tipo di inquadrature, di montaggio, e così via.
Allo stesso modo, se pensiamo a un pezzo blues e a un pezzo death metal, non ci aspettiamo di trovare soltanto tematiche diseguali, ma soprattutto ci aspettiamo uno stile – sia di composizione che di esecuzione – profondamente diverso, da cui ognuno trarrà emozioni differenti.