venerdì 29 Marzo 2024

Odissea – Pendragon narra le imprese dell’agile mente che tanto vagò

Continuando a valorizzare la sua passione per la mitologia classica, dopo Mythomakya, Luca Feliciani torna a confrontarsi con uno dei "mostri sacri" dell'epica greca, e per la precisione con l'Odissea.
Durante la scorsa edizione di PLAY, grazie alla disponibilità di Pendragon Game Studio, siamo riusciti a giocare una partita in anteprima con la nuova opera del giovane autore – dal titolo per l'appunto di Odissea – nella quale da 3 a 6 partecipanti impersoneranno le capricciose divinità dell'Olimpo, alcune con il compito di aiutare Ulisse a giungere sino a Itaca, altre invece intenzionate a ostacolarlo. Per farlo, gli dei partecipanti alla sfida dovranno giocare carte dalla loro mano in grado di favorire o mettere i bastoni tra le ruote del povero Odisseo.

Ma andiamo con ordine. Innanzitutto, il tabellone centrale che viene sistemato prima di ogni cosa, rappresenta il viaggio di Ulisse da Troia a Itaca, intervallato da una serie di tappe che ripercorrono le principali peripezie dell'eroe omerico. Abbiamo infatti ad esempio l'incontro con Polifemo, la visita alla maga Circe, l'incidente con le sirene e via discorrendo, con ciascuno dei passi associato, casualmente all'inizio della partita, a una carta impresa .

Come vedremo più avanti, ognuna di queste indica i colori delle carte favorevoli, quelli di ostacolo, il punteggio da ottenere per far superare l'impresa a Ulisse e il bonus che tutti quanti otterranno (sostanzialmente pesca di nuove carte) se ci sarà un successo o un fallimento. Ovviamente, tutti gli elementi menzionati sono diversi da una carta all'altra.

Per completare il setup, ai giocatori viene data una carta che raffigura la divinità che loro impersoneranno e, soprattutto, stabilirà se il possessore dovrà giocare a favore o contro l'eroe. Questo ruolo non cambierà mai in partita e dovrà rimanere sempre segreto.
La partita si articola in una serie di round – corrispondenti ciascuno a una delle suddette imprese – e regolati nel loro svolgimento da una carta condizioni di viaggio casuale che determinerà il modo nel quale i giocatori potranno calare carte dalla loro mano (ad esempio tutte a faccia in giù).
A ogni passo di Ulisse, ciascun dio a giro di tavolo dovrà quindi giocare carte in numero e modalità coerente con la carta condizioni di viaggio attiva, dopodiché, queste verranno mescolate e rivelate e se la differenza di valore tra le carte favorevoli e quelle di ostacolo è uguale o superiore al punteggio indicato sulla carta impresa associata, allora questa avrà successo, altrimenti sarà fallita. In entrambi i casi, tutti quanti potranno fruire del bonus indicato sempre sulla medesima carta e poi si sposterà Ulisse in avanti al passo successivo per procedere a un nuovo round.

La partita termina immediatamente con la vittoria della fazione dei favorevoli a Ulisse, se l'eroe riesce a ottenere cinque successi, mentre con tre fallimenti avrà la meglio la squadra del meschino Poseidone.
In questo semplicissimo impianto di regole è bene però precisare due interessanti aspetti: il primo è che la fazione "cattiva" ha meno esponenti rispetto ai "buoni" e da questo derivano le condizioni asimmetriche di vittoria; secondo poi alcune tra le carte in mano ai giocatori sono particolari, ovvero possono essere giocate sia come colori standard (ma valgono doppio) oppure sfruttandone il potere speciale ivi descritto, che generalmente permette di interagire direttamente con gli altri al tavolo, imponendogli di scartare carte oppure sbirciandogli la mano. Da questo, emerge chiaro il senso – soprattutto per le divinità "cattive" – di mantenere segreto il ruolo, onde evitare di venire bersagliati essendo per giunta in minoranza.

Dopo aver giocato una partita, l'impressione che ci siamo fatti è quella di un gioco capace di offrire un'esperienza ludica più ampia rispetto al predecessore Mythomakya, rimanendo però nel contempo approcciabile praticamente da chiunque. Oltre alle ovvie similitudini di tematica rispetto al precedente card game, anche l'aspetto esteriore della scatola di Odissea (e la presenza della parola Mythomakya sulla sua copertina) sembra suggerire che in casa Pendragon si stia cercando di inaugurare un vero e proprio "brand" caratterizzante una certa tipologia di giochi. In tutto questo, anche le illustrazioni curate stavolta da Massimo Sardi – eclettico artista per bimbi ma firma anche di alcuni albi PK – sembrano andare nella stessa direzione.

Dal punto di vista del gioco "giocato" siamo di fronte a un titolo che pare unire pillole di tattica a qualche aspetto di gioco a ruoli segreti. Chiaramente, sfruttare il bluff in partita potrebbe aiutare, ma l'ago della bilancia sembra pendere decisamente verso la sfida nel rendere efficace la gestione e l'uso delle proprie carte; sfida che, data l'estrema variabilità di setup ed eventi in partita, potrebbe anche risultare sorprendentemente longeva.
Chiaramente, come è nostro uso, ci riserviamo giudizi definitivi solo dopo che lo avremo sottoposto a ben altre prove sui nostri tavoli, ma già da quanto abbiamo potuto percepire oggi, è probabile che Odissea potrà essere in grado di centrare perfettamente l'obiettivo di “gioco family ma più strutturato” che si prefiggeva.
Ora non resta che attendere: è probabile che l'Itaca di questa Odissea venga avvistata alla prossima Lucca Games.

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