giovedì 28 Marzo 2024

Il Premio Archimede tra ricordi e attualità

Venerdì 4 aprile ho partecipato a Modena al convegno “Gioco e creatività”, una sorta di anteprima di PLAY, che ufficialmente iniziava il giorno dopo.
Trattando di giochi e di creatività cosa c’era di meglio che iniziare il discorso dal grande Alex Randolph, considerato una sorta di “padre” di tutti gli inventori di giochi? Era stato lui stesso a definirsi tale quando nel 1992 a Gradara durante il Festival Italiano dei Giochi gli fu assegnato il Premio Gradara Ludens. Caratteristica del premio era che fosse il premiato stesso a dare la motivazione, e Alex accettò il premio considerandosi “L’inventore della professione di inventore di giochi”.

Ma il Festival Italiano dei Giochi, prima grande kermesse ludica italiana, diede fiato anche a molti altri potenziali creatori. A quel tempo gli autori italiani affermati si contavano sulle dita di una mano, diciamo Donadoni, Colovini e pochi altri. Ma cominciavano ad arrivare volti nuovi con i loro prototipi e ottennero uno spazio, il cosiddetto “Angolo degli inventori”. Intendiamoci, si trattava di opere piuttosto ingenue. C’erano creatività e talento da vendere, ma mancavano esperienza, confronto, conoscenza dei prodotti internazionali. A quell’epoca ben pochi italiani frequentavano le Spieltage di Essen, anzi la maggior parte dei giocatori non sapeva nemmeno che esistessero.
Visto l’interesse suscitato da questa prima vetrina, nel 1994 fu istituito il vero Premio Archimede per giochi inediti, organizzato da Studiogiochi, presieduto dallo stesso Randolph e con lo specifico scopo di dare ai potenziali autori un’occasione per arricchire il loro bagaglio ludico-culturale.

E con un certo orgoglio posso constatare che la missione è stata compiuta, il premio ha certamente aiutato la crescita degli autori italiani, che a tutti gli effetti sono ormai un vero movimento. Basti pensare ai nomi che di lì sono passati, ne cito un po’ alla rinfusa: Mori, Borsa, Saragosa, Rossi, Zucchini, Mainini, Obert, Fraga, Tascini, Luciani, Acchittocca, ecc.

Mancato Alex, il premio gli è stato doverosamente dedicato e la presidenza è passata a un comune amico, un altro grande autore internazionale che ha scelto di vivere in Italia, l’olandese-toscano Niek Neuwahl. Finora una quarantina di giochi che sono stati in concorso hanno trovato, in un modo o nell’altro, la via della pubblicazione, molto spesso internazionale, e alcuni sono diventati dei veri successi.

In generale sono circa 150 i prototipi che concorrono ogni edizione, anche con una nutrita presenza di autori stranieri. C’è un’attenta e infaticabile giuria di selezione che effettua una prima, spesso dolorosa, selezione e si arriva a una sessantina di giochi che “passano il turno”. I veri finalisti sono però una quindicina e questi vengono tutti giocati, anche più volte, da tutti i membri della giuria finale, in una full immersion che dura 3-4 giorni. E la giuria finale è proprio uno dei vanti di Archimede, perché vi fanno parte redattori delle maggiori case editrici internazionali, da Hasbro a Piatnik, da Hans im Glueck a Cartamundi, da Ravensburger a 999, da Amigo a Zoch… e altre novità sono in arrivo!
I giochi finalisti vengono quindi esaminati proprio da tutti quelli cui gli autori vorrebbero mostrarli, un risultato non certo da poco.

Molto interessante e creativo è anche il meccanismo della votazione finale, rigorosamente live: un vero gioco nel gioco… ve lo descriverò in dettaglio in un prossimo articolo.

Per tutti coloro che fossero interessati o che vogliono sottoporre un loro prototipo di gioco (c’è tempo fino al 31 maggio prossimo), qui sono disponibili tutte le informazioni sull’edizione corrente.

E presto verrà anche pubblicato il programma della cerimonia di premiazione, prevista per il 4 ottobre a Venezia.


Molti lo conoscono come autore di libri… Alcuni lo conoscono come giornalista… Alcuni lo ricordano per i suoi commenti televisivi… Alcuni lo conoscono come organizzatore…
Alcuni giocatori lo conoscono come avversario… Altri giocatori lo conoscono come autore…
Alcuni lo ricordano come docente… Alcuni approfittano delle sue collezioni…
Chi lo conosce per tutti questi motivi, sa che può ben essere definito “Dario De Toffoli, l’Enciclopedista ludico”.
Dalla motivazione del “Premio Speciale alla Carriera – Personalità Ludica dell’Anno 2006”

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