sabato 20 Aprile 2024

[LuccaGames2010] I Signori dei Draghi provato

Capita ogni tanto che a Lucca Games facciano il loro debutto “in pubblico” nuovi editori di giochi da tavolo, come avvenuto per i talentuosi ragazzi di Cranio Creations e il loro divertente Horse Fever.


Quest’anno veste invece gli abiti di promettente debuttante il team di DastWork, un gruppo di amici che hanno fondato questa società editrice per pubblicare il loro I Signori dei Draghi.

Abbiamo avuto modo di provare il gioco e di fare due chiacchiere con gli autori, e siamo dunque pronti a condividere le nostre prime impressioni, non sufficienti per una profonda recensione ma comunque abbastanza articolate per avere un’idea sulle meccaniche e sulla qualità del gioco.


Innanzitutto, I Signori dei Draghi è un gioco di carte a squadre: i giocatori (due, quattro, sei o otto) si dividono in due team che dovranno scontrarsi in un classico mondo fantasy chiamato Mysthras per ottenerne la supremazia. Per farlo dovranno evocare creature di vario genere, ottenere ruoli per i propri eroi e sfruttare artefatti magici e incantesimi. Una descrizione sommaria che certamente farà venire alla mente Magic: The Gathering – complice anche l’impostazione grafica delle carte – ma basta sfogliare il corposo manuale (ben 36 pagine con molti esempi e una piccola FAQ inclusa) per comprendere come le similitudini finiscano qui. Innanzitutto, I Signori dei Draghi fornisce a ciascuna squadra un budget in comune (50.000 unità della valuta locale, gli Iros) e lo scopo sarà proprio ridurre il bottino del team avversario a zero. Per farlo dovremo dunque portare una serie di attacchi ai giocatori avversari (al ritmo di uno per turno) sfruttando le creature che andremo via via ad evocare e schierare sul campo di battaglia.
Evocare le creature è un’operazione che non comporta costi in termini di mana o Iros, ma è comunque un’azione che sottostà a determinati prerequisiti: primo, bisogna ottenerne la carta relativa, pescandola con un pizzico di fortuna all’inizio del nostro turno oppure cercando di acquistarla (spendendo però preziosi Iros). Secondo, le creature sono di quattro differenti livelli di potenza (da zero a tre) e per evocarle bisogna che il nostro stesso alter-ego (l’eroe che impersoniamo all’interno della squadra) sia di un livello pari o superiore.
Questo ci introduce un importante concetto di gioco: il mercato. Ogni giocatore ha infatti di fronte a se una piccola plancia in carta denominata Mercato con quattro spazi su cui piazzare altrettante carte. Tali carte sono liberamente acquistabili da tutti i partecipanti alla partita – alleati o avversari – pagando il corrispettivo in Iros indicato sulla carta stessa.


Dunque, l’acquisizione di carte è un’operazione che può essere costosa e che dunque va ponderata bene, in quanto intacca il budget comune di tutti i giocatori. Oltre alle creature è possibile acquistare benedizioni che modificano le abilità del nostro eroe (magari causandone proprio l’aumento di livello), artefatti dagli svariati poteri e incantesimi di vario genere che andranno scagliati durante i combattimenti per alterare i risultati degli scontri, sia in termini offensivi che difensivi: le 196 carte presenti nella confezione del gioco garantiscono una buona varietà.
Combattere in I Signori dei Draghi è molto semplice: ciascun giocatore può sferrare un solo attacco durante il proprio turno e per farlo selezionare un avversario come bersaglio. Verranno quindi sommati i poteri di attacco di tutte le creature attaccanti e saranno giocati subito eventuali incantesimi per potenziarle: il difensore potrà poi rispondere con le proprie creature (quelle già in tavola) e altri incantesimi, scatenando un’eventuale escalation di potenza, dal momento che ad ogni incantesimi giocato può succederne un altro in risposta (eventualmente giocati anche da altri giocatori non necessariamente coinvolti nella battaglia, come supporto). Confrontati i valori totali dei due schieramenti sarà dichiarato un vincitore e un perdente e andrà pescata una carta dal mazzo Depreda: questa conterrà i risultati dello scontro, solitamente indicando l’ammontare di Iros persi dal perdente ed eventualmente quelli guadagnati dall’attaccante. Inoltre alcune carte Depreda possono contenere altri effetti, come la morte di creature di uno o dell’altro schieramento. Attacco dopo attacco il tesoro delle due squadre andrà esaurendosi (anche perché le perdite sono sempre superiori agli eventuali guadagni) e la prima squadra che andrà in bancarotta perderà la partita.


I Signori dei Draghi è stato sviluppato da Daniele Simeoni e Stefano Corsi nel corso di numerosi anni e il frutto di questo lunga gestazione si traduce principalmente in una solida sensazione di bilanciamento: i meccanismi di gioco “girano” bene e difficilmente si percepiscono squilibri tra le carte in campo. Questo, unitamente alla possibilità di  giocare fino in otto e alle buone illustrazioni sulle carte (certamente molto generiche ma comunque pregevoli e varie) rappresenta il miglior pregio di questo particolare gioco di carte. Nei piani degli editori c’è già una prima espansione, ma bisogna dire che comunque già la confezione “base” (l’unica attualmente in vendita) risulta completa e ricca in termini di contenuti. I Signori dei Draghi è in vendita presso Lucca Games a 19,90 Euro mentre nei normali canali distributivi dovrebbe attestarsi su 24,90 Euro.

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