venerdì 19 Aprile 2024

3 Kings

La GateOnGames è una nuova realtà editoriale del mondo ludico, nata lo scorso  luglio dall’idea di Mario Cortese, noto già a molti per le sue attività legate al sito di vendita online Dungeondice.it. L’idea di fondo del neonato design studio è quella di scovare autori emergenti e seguire le loro idee per arrivare a prodotti finiti originali e di alta qualità. Per questo la casa produttrice, di stanza nella provincia di Lucca, si è dotata di una ricca squadra di illustratori, game designer, grafici e matematici con l’obiettivo di limare tutti i dettagli e portare sul mercato i migliori prodotti possibili. Il loro lavoro d’esordio, da poco negli scaffali dei negozi, è 3 Kings del duo di autori emergenti Thomas Mazzantini e Samuele Sai.
Eravamo già riusciti a presentarvi in anteprima di questo titolo, grazie alla disponibilità dell’editoreche ci aveva anticipato il manuale ma ora, con la copia ben salda nelle nostre mani, siamo finalmente riusciti a testarlo a dovere e siamo pronti a parlarvene in questa recensione.

  • Titolo: 3 Kings
  • Autore: Thomas Mazzantini, Samuele Sai
  • Editore: GateOnGames
  • Genere: Gestione carte, ruoli segreti, bluff
  • Numero Giocatori: 3-8
  • Durata: 60-90 minuti
  • Dipendenza dalla lingua: : alta (testo su tutte le carte – gioco completamente in italiano)
  • Illustratori: Simone Denti

“I segreti più impenetrabili sono nascosti in bella vista” (Dan Brown)
La scatola di 3 Kings è abbastanza contenuta nell’ingombro, ma retinata e resistente e dona una gradevolissima sensazione al tatto. Aprendo il coperchio, al di sotto del manuale, troviamo il piccolo tabellone rettangolare realizzato in cartoncino non spessissimo e che, a dir la verità, fatica un po’ a distendersi completamente sul tavolo. Dalla sua ha però il fatto di avere gli spigoli stondati, idea che io reputo vincente e in grado di rendere gli angoli meno soggetti ai danni.
Insieme al tabellone troviamo un foglio di cartone fustellato che raccoglie i token di gioco (8 consiglieri, uno per colore, 4 segnalini delle fazioni, un indicatore di turno e i 2 token che indicano il mazzo degli scarti e quello dell’infermeria) e 8 piccole plance giocatore di cartoncino leggero, identificate da un colore univoco, che fungono più che altro da riepilogo delle fasi di gioco e del calcolo del punteggio.
Al di sotto di queste schede, alloggiato nel distanziatore di cartone, è contenuto infine il cuore del gioco, ovvero 96 carte, suddivise in 54 carte personaggio (comprensive di 8 carte corruzione e 6 carte epurazione), 33 carte azione, 8 carte fazione e una carta primo giocatore.
Nonostante i componenti in cartoncino siano generalmente un po’ troppo sottili, ho trovato le carte invece resistenti e piacevolmente retinate anche se, data la frequenza con la quale si mescolano e usano, consiglio comunque di imbustarle.
La grafica è tutto sommato chiara e leggibile e le illustrazioni, opera di Simone Denti, hanno uno stile originale e molto “estremo” nel tratto e nei colori, segno della volontà di dare una caratterizzazione unica a un tema (medioevo vagamente fantasy) che di solito tende un po’ al cliché. Tuttavia, come spesso capita per scelte grafiche senza mezze misure, resta sempre il rischio che possa non piacere a tutti.
Come nota finale, trovo discutibile e scomoda la scelta di differenziare i mazzi degli scarti e dell’infermeria con dei segnalini poggiati al di sopra degli stessi: sarebbe stato meglio gestire la cosa con un’altra soluzione.

  

“Una maschera ci dice di più di una faccia” (Oscar Wilde)
Non scenderò troppo nel dettaglio delle regole, visto che sono state già affrontate con dovizia di particolari, ma in questa recensione, vi darò soltanto una sintetica disamina del funzionamento di 3 Kings. Per ulteriori dettagli vi rimandiamo al regolamento ufficiale.
In sostanza, da 3 a 8 giocatori vestono i panni di appartenenti a una loggia segreta e agiscono nell’ombra con l’intento di far arrivare sui troni i personaggi loro alleati. Ogni giocatore comincia la partita con un ruolo segreto e con una mano di sei carte personaggio, mentre sul tabellone, i troni sono inizialmente occupati da un nobile, un mercante e un sacerdote, tutti di livello 1. E’ fondamentale specificare (soprattutto per quanto concerne l’occhio della loggia, la più particolare delle fazioni in gioco) che, a seconda del numero di giocatori, le carte fazione vengono distribuite in maniera leggermente diversa, per cui non sempre tutte le fazioni saranno in gioco.
Ogni partita è articolata su 4 turni, ciascuno composto da una serie di fasi successive tra le quali, le più importanti, sono: la pianificazione segreta, le azioni dei personaggi, l’invio dei consiglieri a corte e l’intrigo del trono.
Durante la pianificazione segreta, tutti i giocatori scelgono quante carte personaggio (nella loro mano) giocare coperte davanti a se e in che ordine farlo, giacché nella fase delle azioni dei personaggi, queste verranno scoperte, a turno, una per volta rispettando la sequenza di piazzamento. Ognuno di questi personaggi permetterà al giocatore che lo avrà scoperto, di fruire della sua abilità peculiare. Queste ultime, sostanzialmente consentono di pescare o scartare carte, scambiarne o rubarne agli altri e usare le carte azione, in quantità crescente in funzione del livello del personaggio giocato (ad esempio, un nobile di livello 1 permetterà di scambiare fino a 1 propria carta con una sui troni, mentre uno di livello 2 abiliterà questa possibilità per 2 carte). Anche le carte azione concorrono a muovere la situazione di gioco, ma in maniera peculiare. Innanzitutto devono essere esaminate in un ordine sancito dal valore numerico indicato su di esse; successivamente, una per volta, se si decide di usarla, ne verranno applicati gli effetti e poi verrà posta coperta in una pila di scarti personali (che, ovviamente, potrà anche essere “intaccata” dagli altri giocatori usufruendo di adeguate abilità dei personaggi) oppure (dipende da quanto indicato sulla carta stessa) rimosse definitivamente dal gioco.
Eseguita interamente questa fase, si possono inviare i consiglieri a corte. Per fare ciò, ognuno dei partecipanti alla partita sceglie se depositare il proprio gettone consigliere su una delle carte personaggio poste sui troni e sfruttarne l’abilità, oppure passare.
Fatto tutto questo è il momento dell’intrigo del trono, dunque tutti i giocatori giocheranno a turno varie carte coperte verso uno dei tre appartenenti al triumvirato, nel tentativo di detronizzarli oppure appoggiarli (la cosa dipende dalla fazione di appartenenza del giocatore). Ognuno, a ogni giro di tavolo, potrà scegliere se piazzare una carta oppure passare e, non appena avranno passato tutti, le carte adoperate verranno mescolate e scoperte e poi verranno esaminati i risultati. In particolare, ogni carta di una fazione avversa a uno dei troni, contribuirà con la sua potenza al totale del valore di attacco, mentre i valori di forza delle carte della stessa fazione (sempre sommati), costituiranno quello di difesa. Se il totale offensivo eguaglia o supera quello difensivo, il personaggio sul trono sarà posto nell’infermeria e il più forte tra gli attaccanti andrà al suo posto.
Tra tutte le carte personaggio, esistono alcune che in questa fase assumono un’importanza cruciale. Infatti, le carte corruzione potranno essere adoperate per corrompere i reggenti dei troni, mentre le carte epurazione saranno indispensabili per annullare l’effetto delle prime. Tutti i giocatori infatti, alla fine di ogni turno, raccolgono punti per ogni personaggio della loro fazione seduto sui tre troni, a meno che questi non sia corrotto (ovvero siano state giocate su di esso un numero di carte corruzione maggiore rispetto a quelle epurazione), evenienza che invece farà avanzare solamente il punteggio dell’occhio della loggia. Quest’ultima fazione, infine, guadagnerà punti anche se nessuna delle altre ha, in quel momento, la maggioranza di regnanti. Qualora il mazzo di pesca dei personaggi giunga alla fine, viene effettuata una ulteriore fase speciale di conta dei caduti, ovvero un particolare calcolo di punteggio, derivante dalle carte finite in infermeria fino a quel momento. Ognuna di esse infatti, darà punti e ne sottrarrà, secondo sempre le fazioni di appartenenza.
Alla fine del quarto turno, dopo un’ultima conta dei caduti, la partita giungerà a termine e la fazione col punteggio più alto sarà considerata vincitrice, indipendentemente dalla presenza o meno di giocatori appartenenti a essa. La partita può anche finire prima se l’occhio della loggia raggiunge i 15 punti. In quel caso questa fazione è considerata automaticamente vincitrice, che vi siano o meno suoi adepti al tavolo.

  

Orsù, rivela il tuo volto!
Il consiglio che mi sento di dare a chi insegna a giocare a 3 Kings, è quello di non seguire pedissequamente il manuale, ma di fare il possibile per chiarire da subito a tutti gli obiettivi di gioco e le modalità con le quali si ottengono i punti. Ho trovato il regolamento infatti, per quanto chiaro e ricco di esempi, troppo arpionato alle meccaniche del turno e quindi carente nel trasmettere al lettore l’essenza della partita e l’esperienza che questo titolo dovrebbe dare ai giocatori. Tuttavia, non appena si riescono a padroneggiare le fasi di gioco – decisamente numerose da ricordare almeno alle prime armi – ci si trova davanti a un titolo per nulla complicato da giocare, scorrevole e sorprendentemente ricco di sfaccettature.
Non fatevi ingannare dal fatto che accoglie allo stesso tavolo fino a 8 giocatori, non siamo davanti a un party game! In 3 kings bisogna sfoderare la nostra migliore capacità nel gestire la mano di carte, con l’abilità nel bluff e nel nascondere le proprie intenzioni.
Le diverse modalità di setup, a seconda del numero di giocatori in partita, insieme all’altissima interazione, donano una variabilità notevole e, sebbene le partite procedano sempre tutto sommato nello stesso modo, il peso di certe scelte è sensibilmente diverso se siamo sicuri di essere gli unici appartenenti a una determinata fazione (e quindi possiamo infastidire chiunque), rispetto a quando sappiamo di avere degli alleati al tavolo. Trovo sorprendente poi come giocare un appartenente all’occhio della loggia sia un’esperienza totalmente differente dalle altre fazioni: non si hanno personaggi con i quali direttamente influenzare i troni, ma le tattiche orientate alla permanenza dell’equilibrio, miste all’uso abile delle carte corruzione, non sono meno efficaci. Delle varie partite effettuate, devo dire che le più interessanti sono risultate quelle a 6 giocatori, dove esistono alleati, ma non c’è sicurezza della presenza dell’occhio della loggia, circostanze queste che portano i livelli di dubbio al massimo. Sempre parlando del numero di giocatori, i tempi di gioco rimangono costantemente sui livelli dichiarati di 60-90’, tuttavia, specie per chi è alle prime armi, partite in più di 6 persone potrebbero creare un po’ di disorientamento e quindi portare a una lieve paralisi da analisi. Dunque, meglio impratichirsi con pochi giocatori e lasciare le tavolate numerose non appena presa un po’ di confidenza.
Da gioco di carte quale è, per quanto vincenti possano essere le scelte fatte, mi sono comunque trovato a fare i conti con situazioni all’interno delle quali le carte proprio non giravano e quindi ho avuto soltanto la possibilità di limitare i danni. Per fortuna questa è un’evenienza abbastanza rara (specie con un alto numero di giocatori, dato il frequente rimescolamento dei mazzi), ma in alcuni casi può comunque portare alla spiacevole sensazione di avere le mani legate. Infine, per quanto rodato, scorrevole e profondo, anche 3 Kings ha un suo punto debole che risiede nella resa dell’ambientazione. Questa rimane infatti decisamente dietro le quinte e in tutte le partite giocate l’ho sempre percepita pochissimo, nonostante l’alta coerenza tra i titoli delle carte e i loro effetti.
Dunque, 3 Kings è in definitiva un titolo decisamente valido, dotato di un’altissima interazione, variabilità e rigiocabilità, a dispetto di un numero di carte relativamente contenuto. Fatta un po’ di pratica, le meccaniche risultano snelle e scorrevoli e, nonostante qualche possibile scherzo della dea bendata e un po’ di “distacco” dall’ambientazione, questo titolo ha l’enorme pregio di conservare la pienezza dell’esperienza di gioco fino a 8 giocatori, senza per questo necessitare di tempi biblici da dedicarvi. Insomma, un esordio veramente notevole per la GateOn Games. E se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, non possiamo che fremere nell’attesa delle novità potranno uscire dal loro cilindro.

  

Pro
Estrema rigiocabilità e variabilità
Scorrevolezza delle meccaniche
Tempi di gioco contenuti e prevedibili

Contro
Qualità dei materiali altalenante
Manuale migliorabile nel descrivere l’essenza di gioco
Poca resa dell’ambientazione

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