giovedì 28 Marzo 2024

Sid Meier’s Civilization – la civiltà di Meier secondo Fantasy Flight

Un gioco da tavolo che deriva da un videogioco che deriva da un gioco da tavolo: l’evoluzione è decisamente ciclica.


A trent’anni dall’uscita del primo Civilization (Hartland Trefoil, 1980) la Fantasy Flight prova a reinventare il capolavoro ludico di Tresham e Uhl secondo l’inequivocabile stile di Sid Meier (autore della prima versione videoludica dell’omonimo gioco), unendola all’altrettanto inequivocabile propria capacità produttiva con Sid Meier’s Civilization: The Board Game.

Che Civilization abbia rappresentato e rappresenti i fondamentali desideri della natura del giocatore (creare, sviluppare, espandersi e dominare) è innegabile, come questi poi si siano riusciti a tradurre sul tavolo da gioco è tutto da discutere.
Per tanto, prima di parlare del nuovo prodotto, ripercorriamo un po’ la storia del genere:


Civilization e dintorni – un po’ di storia


Come abbiamo visto il primo capitolo è rappresentato dalla nascita, nel 1980, del capostipite della serie. Civilization è un gioco davvero vecchio stile, l’attenzione alle differenti possibilità ed alle variabili è inversamente proporzionale all’attenzione riservata ad elementi oggi curatissimi come aspetto estetico e, soprattutto, durata; il titolo infatti è forse quello, tra quanti prevedano una condizione di vittoria, con la durata dichiarata più elevata: 360 minuti, traducibili in un tempo reale di gioco stimabile attorno a poco meno del doppio del dichiarato. Nonostante ciò il padre della civilizzazione riscuote un gran successo, tanto da stimolare un tale Sid Meier a crearne un videogioco direttamente ispiratogli.
La passione che il sistema di gioco sviluppa nell’animo del Sid Meier giocatore è tanta che porterà non solo lo stesso a formare una definizione di gioco del tutto unica (“Un gioco è una serie di interessanti scelte“), ma anche ad acquistare la casa editrice del titolo (la Hartland Trefoil, anche per evitare contenziosi riguardo il copyright).


Da quel momento Civilization vedrà nascere una numerosa serie di videogiochi che ne sfruttano concetto e meccaniche, mentre bisognerà aspettare il 1991 perché la Avalon Hill pubblichi il secondo capitolo della serie per ciò che riguarda i giochi da tavolo: Advanced Civilization nel quale, nonostante gli sviluppi e l’annunciato successo, grafica e durata rimangono fuori dagli standard più elevati dei giochi di prima categoria.



Fallita l’occasione di entrare nella porzione più ampia del mercato ludico Civilization rimane dominio di computer e console, vedendo un tentativo al ritorno fisico solo nel 2002 proprio con la versione in chiave Sid Meier (Glenn Drover, Eagle Games): il risultato è una sorta di Risiko poco fluidamente arricchito. Gli esiti sono poco più che disastrosi.
Sulla scia del successo dei vari giochi di carte allora la 2K Games abbozza una sortita, quando ancora con il nome di Sid Meier ne produce un gioco di carte (Meier e Johnson): le cose vanno un po’ peggio che per la versione board game


Ma i giocatori sono un popolo appassionato ed eternamente alla ricerca di un progresso che ben si addice all’argomento trattato, così nello stesso anno Vlaada Chvàtil realizza Through the Ages: a story of civilization; il cui indizio principale è nel sottotitolo, di fatti il gioco si rifà quasi completamente al Civilization viseoludico di Sid Meier, ritoccando qualcosa e rinunciando alla parte del movimento fisico su tabellone: niente mappe ma grande teoria di sviluppo. Through the Ages riscuote un buon successo ma la grafica, nonostante le diverse riedizioni, è decisamente sotto il livello che sarebbe stato lecito attendersi, e la durata dichiarata di una partita è ancora sopra le quattro ore (nonostante il numero massimo di giocatori si sia ridotto da 8 a 4).


Solo nel 2007 invece è messa a disposizione degli utenti di internet una rivisitazione del regolamento del Sid Meier’s Civilization: the boardgame della Eagle Games, realizzata da Stefano Coletta e denominata Civilization CHR, ma il risultato è un gioco che sì colma le lacune dell’originale accrescendone il potenziale, ma allunga il tempo di gioco a 720 minuti dichiarati, senza ovviamente aggiungere nulla in termini di aspetto grafico.


Così arriviamo ad oggi.


Sid Meier’s Civilization: The Board Game – Era Fantasy Flight


2010, la Fantasy Flight mette le mani sul marchio e cominciano le scommesse: ameritrash o new age?



La domanda fondamentale è se l’intento della FF sia stato quello di realizzare una versione maggiormente fruibile, in grado di colmare le carenze delle edizioni precedenti, o se invece sia stato quello di sfruttare il traino dell’uscita del quinto capitolo della versione videoludica aggiungendo gli elementi di grande estetica e discutibile soatanza tipici della maggiore editrice di giochi americana.


La risposta la troveremo solo più in là nel tempo (non è ancora definita una data d’uscita), nel frattempo però abbiamo delle indicazioni nella preview della stessa FF riguardo l’opera di Kevin Wilson.


Intanto, come era plausibile attendersi, la veste grafica ne esce estremamente migliorata, e non solo per i colori brillanti, ma anche per l’evidente riferimento ai personaggi del Sid Meier’s Civilization Revolution, edizione videoludica estremamente più “smart” dalla quale l’ultimo prodotto da tavola sembra aver preso più che qualche disegno.


L’aspetto dell’esplorazione appare in forma ben più concreta che in ogni altra precedente versione, giacché la mappa, modulare, sarà composta da tessere coperte perlustrabili solo attraverso il movimento di truppe o esploratori, corrispondenti guarda caso alle due unità in dotazione alle capitali di ciascuna civiltà.


Le possibilità di vittoria non sono solo strategie bensì vere e proprie condizioni differenziali per il termine delle partite, il che è un innegabile arricchimento, quindi al via la corsa al primo viaggio spaziale (terminando la ricerca scientifica e finanziandone l’invio), alla diffusione culturale (giungendo al termine della scala culturale), all’arricchimento globale (detta vittoria alla genovese, accumulando risparmi ineguagliabili) o alla dominazione militare (conquistando almeno UNA capitale avversaria).



Ma il vero elemento di discussione (sì, siamo solo alla preview e già c’è polemica) è il metodo di combattimento: due unità che si trovino nella medesima casella dovranno combattersi, il combattimento avviene con un sistema di carte del tipo sasso-carta-forbice. Già, come nella precedente edizione il combattimento sarà relegato a questa meccanica grazie alla quale “Il combattimento sarà veloce, intuitivo e senza bisogno di statistiche o continui lanci di dado”. Quei tediosi lanci di dado e quelle insopportabili caratteristiche che da sempre inficiano la godibilità dei combattimenti nei giochi da tavolo… ammettiamo che la cosa non ci convince, ad onor del vero però va detto che nel combattimento andranno anche considerate le “età” delle truppe, ovvero le ere dalle quali queste provengono, sebbene non sappiamo quanto questo avrà effetto e quali altre differenze ci verranno considerate in combattimento tra truppe di differente valore.


Altre note tecniche riguardano la piramide delle tecnologie, tale di definizione e di fatto, secondo la quale per avere una tecnologia di un determinato livello se ne devono possedere due del livello immediatamente sottostante. Ciò ovviamente non vale per il primo livello.
Questo sistema fa sì che la ricerca tecnologica si sviluppi in una quantità di azioni decisamente minore che con i tradizionali sistemi “ad albero”, lasciando ai giocatori una libertà di selezione maggiore rispetto a suddetto sistema. Una leggera rinuncia all’aderenza storica per un notevole guadagno in termini di giocabilità.


Ultima informazione disponibile è quella che ci mette a conoscenza dell’assenza, oltre che dei dadi, degli eserciti di miniature; materiale di gioco che francamente dalla FF ci si sarebbe aspettati, ed in gran quantità. Ma evidentemente la crisi sta colpendo anche la produzione ludica, giacché se da quanto abbiamo capito la differenziazione delle truppe non sarà poi fondamentale, la produzione delle miniature relative (tutte uguali) a sua volta non sarebbe stata uno sforzo enorme per la casa americana. Nella confezione, il cui prezzo preventivato è di 60$, ci saranno solo 33 miniature in plastica. E’ possibile comunque che “centinaia” di robusti e coloratissimi cartoncini svolgano altrettanto bene la funzione.


Da due a quattro i civilizzatori che possono competere in una partita dalla durata indicata tra le 2 e le 4 ore (se si siano ridotti i tempi di gioco o le dichiarazioni non è ancora dato saperlo).

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