sabato 20 Aprile 2024

Carcassonne – Corsa all’oro

Carcassonne sbarca nel selvaggio West con questo nuovissimo Carcassonne corsa all’oro, ennesima variazione del pluripremiato genitore che calca le scene ludiche da 15 anni con immutato successo. Si tratta della seconda scatola della linea “Carcassonne around the world”, dopo l’ottimo Mari del Sud, (a cui dedicammo una recensione tempo fa) che porta il gioco di piazzamento tessere per eccellenza nelle varie aree del mondo con una serie di piccole innovazioni ideate dalla fervida abilità di Klaus Jürgen Wrede.Tra l’altro l’autore è attualmente alle prese con la trasposizione della sua creatura di maggior successo nell’universo di Star Wars, come ha lui stesso confermato sul suo blog da poco inaugurato.

Ma torniamo a noi e occupiamoci di questo Carcassonne corsa all’oro, localizzato in Italia da Giochi Uniti e che abbiamo avuto modo di provare (e riprovare) durante questo caldo mese di agosto. Avrà saputo conquistarci a dovere, trasmettendoci la “febbre dell’oro”? Continuate a leggere per scoprirlo.

  • Titolo: Carcassonne – Corsa all’oro
  • Autori: Klaus Jürgen Wrede
  • Editore: Giochi Uniti
  • Genere: Piazzamento tessere
  • Numero Giocatori: 2 – 5
  • Durata: 35 minuti
  • Dipendenza dalla lingua: nessuna (solo regolamento)
  • Illustratori: Stephan Claus

Alla conquista del Klondike
In Carcassonne corsa all’oro da 2 a 5 aspiranti cercatori d’oro compongono un mosaico di praterie abitate dai tipici villaggi degli indiani e percorsi da mandrie di cavalli selvaggi, città di frontiera, montagne ricche di filoni auriferi e strade ferrate, dove verranno piazzate le diverse squadre di omarini (io i meeple li chiamo cosi); questi ultimi diventeranno coloni contadini, commercianti di emporio, intrepidi cercatori o ferrovieri. L’obiettivo è sempre quello: raccogliere il maggior numero di punti vittoria alla fine della partita per diventare i padroni della frontiera del selvaggio West.
La confezione di Carcassonne corsa all’oro si presenta identica per forma e dimensioni a quella della scatola base del gioco originale. All’interno una ricca dotazione di tessere, esattamente 72, da mescolare e porre coperte a lato del tavolo di gioco, tranne una particolare tessera di partenza che sarà il “germe” dal quale partirà la composizione del tabellone.
Ogni giocatore si impadronisce del suo team di omarini (i classici meeple che in questa versione sono stati personalizzati con un bellissimo cappello da cow boy), composto da 4 pedine; una quinta sarà invece posizionata sul tabellone segnapunti che rappresenta un fiume impetuoso che scorre in un canyon e che ritroviamo dopo la sua “scomparsa” nel precedente capitolo della saga “Around the World” e di cui parleremo in seguito più compiutamente.
Completa la dotazione di ciascun giocatore di Carcassonne corsa all’oro una tenda di legno del colore corrispondente ai suoi omarini, che indica la tenda dei cercatori d’oro. Una collezione di 63 segnalini Miniera viene infine posizionata in pile coperte accanto all’area di gioco: ogni segnalino indica un numero di pepite d’oro variabile da 1 a 5 oppure sassi e detriti di nessun valore. Un giocatore di buona volontà si incaricherà, durante la fase di piazzamento delle tessere, a porre un numero di token Miniera sopra le sezioni di montagna rivelate. Ogni sezione, infatti, indica con un certo numero di pepite d’oro (da una a tre) quanti segnalini dovranno essere collocati sulle montagne: maggiore è il numero dei token, maggiore sarà la ricchezza del filone d’oro e dei punti ottenibili dal controllo della montagna.

Il regolamento di Carcassonne corsa all’oro è un agile fascicolo di otto pagine a colori, illustrato e con molti esempi. Dopo una prima lettura che non porta via più di 10-15 minuti per i meno esperti, si può già iniziare a conquistare il West a suon di tessere e pepite d’oro.

  

Carcassonne: una ricetta classica con alcuni tocchi di classe
Il flusso di gioco di questa nuova versione di Carcassonne è il medesimo del suo progenitore: meccanismo che funziona, non si tocca. Al proprio turno, infatti, il giocatore pesca una tessera dalla pila a fianco dell’area di gioco e la colloca ortogonalmente a quelle già presenti sul tavolo in modo da creare un paesaggio coerente. Nel caso che la nuova tessera presenti una sezione di montagna, un giocatore incaricato a inizio partita avrà la cura di porre, come già accennato sopra, un certo numero di segnalini Miniera sopra di essa in base al numero di pepite d’oro indicate nella sezione stessa.
Dopo il posizionamento, il giocatore può collocare un proprio cow boy di legno su una delle sezioni della tessera appena collocata, oppure posizionare o spostare la sua tenda su una sezione montagna (anche non appartenente alla tessera appena collocata sul tavolo), purché sia libera da altre tende o da meeple (appartenenti agli avversari o anche del proprio colore), oppure ancora prendere un segnalino Miniera dall’area della montagna dove si trova la propria tenda e tenerla da parte, fuori dalla vista degli altri partecipanti. Il numero di pepite indicato sul token indica il valore in punti vittoria che saranno conteggiati a fine partita dal suo possessore che, però, potrebbe raccogliere nel corso della serata anche segnalini con i detriti senza valore.
Come nel classico Carcassonne, anche in Carcassonne corsa all’oro, quando viene completata una ferrovia, una montagna oppure se vengono perfezionati i collegamenti ferroviaria che partono da una città o completato un tratto di ferrovia, vengono subito assegnati i corrispondente punti vittoria e il giocatore che controlla il meeple lo riprende per poterlo posizionare successivamente su altre tessere.

  

Ma se fosse semplicemente così, questo Carcassonne corsa all’oro sarebbe una mera (e banale) riproposizione del gioco base. La realtà è diversa: anche i veterani di Carcassonne troveranno in questo titolo una serie di “tocchi di classe” che rendono un gioco già ottimo, una validissima alternativa al suo genitore.
Anzitutto le ferrovie, che prendono il posto delle strade di Carcassonne e che funzionano in maniera identica eccetto il fatto che alcune tessere mostrano sulla strada ferrata un treno in corsa. Ebbene, se al termine di un tratto di ferrovia, il controllore della stessa ha un treno sul suo tragitto può raddoppiare i punti di ciascun tratto; se invece non ci sono treni o ce n’è più d’uno …beh, un solo punto per ogni tessera, sorry.
Il contadino allevatore di Carcassonne corsa all’oro resta sulla plancia fino alla fine della partita e, considerando la penuria di meeple a propria disposizione (solo 4 anziché i 7 del gioco base), si può capire come collocare sulle praterie un proprio cow boy sia una decisione da prendere con ponderazione. Il premio è però decisamente ghiotto: se al termine della partita si avrà il predominio su un tratto di prateria, il giocatore porterà a casa 2 punti per ogni accampamento indiano e 4 per ogni mandria di mustang presenti nell’area … ed entrambi sono stati disegnati con generosità dall’illustratore Stephan Claus!
Le città di frontiera di questo titolo ereditano il ruolo dei monasteri. Posizionando un proprio omarino su di esse, questo diventa il commerciante e segnerà 3 punti per ogni tratto di ferrovia completato che parte dalla tessera. Le tessere città hanno da 3 a 4 linee ferroviarie che partono da essa, per cui il bottino può arrivare fino a 12 punti e, cosa ancora migliore, è meno difficile riportare a casa un commerciante rispetto al monaco di Carcassonne.
La novità principale, e anche la chiave del successo, risiede però nelle montagne che possono essere sfruttate in due modi differenti. Con il proprio cow boy o con la tenda dei cercatori d’oro. Nel primo caso, quando una montagna viene completata, il giocatore conteggia i punti per ogni sezione di cui si compone il complesso roccioso e si impadronisce di tutti i segnalini Miniera ancora presenti sulle diverse aree. Nel secondo caso, invece, il giocatore che ha una propria tenda su una sezione di montagna può prendere un token Miniera: ottima mossa quando non si hanno a disposizioni cow boy da posizionare sulla mappa, oppure quando la tessera collocata non è interessante da controllare o, ancora, quando si ritiene di dover mettere il bastone tra le ruote a un cow boy che sta prendendo il controllo di una montagna eccessivamente ricca di token.
La partita termina quando non ci sono più tessere da piazzare. A questo punto, vengono rimossi tutti i segnalini Miniera ancora presenti sulle montagne non completate e le tende dei cercatori d’oro,  i giocatori segnano i punti delle ferrovie e delle montagne non completate, si contano i villaggi e le mandrie di cavalli delle praterie controllate dai contadini allevatori e i tratti delle ferrovie che partono da una città completata. Con queste informazioni si aggiorna il tabellone segnapunti che dovrà poi tenere presente del numero delle pepite d’oro indicate sui segnalini Miniera raccolti da ciascun giocatore durante la partita.

  

Conclusioni: tra classico e novità
Premetto che chi scrive è un grande fan di Carcassonne, che ha gradito in maniera particolare le ultime uscite della nuova linea “Around the World”. In redazione abbiamo discusso sul ritorno del tabellone segnapunti dopo la discontinuità operata da “Mari del Sud”, salutata da molti come un netto miglioramento della giocabilità.
Personalmente, pur avendo trovato intrigante il meccanismo introdotto dal precedente capitolo della serie di Carcassonne, non ho trovato stonato la ricomparsa del segnapunti. Se permettete un’altra metafora culinaria: se Carcassonne Mari del Sud è la reinterpretazione di un piatto di tagliatelle al ragù in chiave molecolare (o vegetariana o fate voi); Carcassonne corsa all’oro sono le tagliatelle al ragù realizzate dalla ‘zdora romagnola con trent’anni di esperienza in cucina: qualcosa di conosciuto ma che sorprende sempre.
E quello che sorprende positivamente in Carcassonne corsa all’oro è il maggior grado di interazione tra i giocatori che possono mettersi i bastoni tra le ruote in maniera più attiva, per esempio aggiungendo un tratto di ferrovia con un secondo treno per annullare il bonus del raddoppio dei punti, o saccheggiando una montagna controllata da un avversario con la propria tenda dei cercatori d’oro.
La tenda, peraltro, assume anche un valore strategico per proteggere un’area ricca di token dalla predazione di altri giocatori. Il vincitore rimane sconosciuto fino all’ultimo turno, anche se c’è qualcuno che ha preso subito il largo. In effetti, accanto al ruolo del contadino allevatore, una delle chiavi per la vittoria è la raccolta dei token Miniera. Dei 63 disponibili nella scatola ne vengono usati sempre una quarantina, per cui non si è mai sicuri di quelli che sono stati giocati e raccolti: esistono ben 10 token privi di valore e solo 3 possiedono cinque pepite.

Insomma, se non vi da uggia il ritorno del segnapunti e apprezzate Carcassonne, questo nuovo titolo rappresenta una più che valida aggiunta alla propria collezione.

Pro
– Semplice, immediato e adatto anche ai neofiti
– Maggiore interazione tra i giocatori rispetto all’originale

Contro
Non abbiamo riscontrato particolari CONTRO, per un gioco che non stravolge la classica esperienza di Carcassonne

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