martedì 19 Marzo 2024

Warhammer 40.000: Tutto deve cambiare affinché tutto resti com’è

Pochi giorni fa la potente macchina del marketing che Games Workshop ha affinato negli ultimi anni, si è messa in moto, comunicando quella che forse è una delle  scommesse più importanti della casa di Nottingham dalla sua nascita: l’ottava edizione di Warhammer 40.000.

Vi abbiamo già reso partecipi di questa notizia, riportandovi prontamente i primi dettagli divulgati da GW sottoforma di FAQ poco dopo l’annuncio ufficiale.

Ma un annuncio così importante merita di certo un maggiore approfondimento, un’analisi per capire meglio il percorso che ha portato a questa uscita e l’importanza che essa rappresenta per la GW e per l’intero settore dei giochi di miniature.

Procediamo con ordine…

Games Workshop, una macchina da guerra in continua evoluzione

Per meglio comprendere l’importanza dell’8 edizione di Warhammer 40k è necessario ripercorrere gli ultimi anni dell’editore inglese, fino ad arrivare alla sfida che si trova a fronteggiare oggi.
Partiamo dal 2015 quando, dopo 40 anni di editoria ludica, nasce uno spartiacque fondamentale nella storia GW: Age of Sigmar (AOS). Questo nuovo gioco di miniature “rottama” letteralmente il Vecchio Mondo, l’universo di Warhammer Fantasy che ci aveva accompagnato dal 1983, per creare una nuova realtà dove ambientare le sfide a sfondo fantastico tra gli eserciti in miniatura di GW.
L’idea alla base del nuovo gioco era quella di creare un punto zero da cui far ripartire la storia, distruggendo quanto creato fino a quel momento sia in termini di regole che di ambientazione e ripartendo dalle ceneri con un gioco più semplice, adatto ai neofiti, e con la presunzione che i più esperti ne avrebbero seguito l’evoluzione nel bene e nel male. Se non avete mai provato AOS, prima di saltare a conclusioni affrettate, vi invitiamo a leggere questo approfondimento che abbiamo pubblicato poco dopo la sua uscita e che prova a motivare le decisioni drastiche applicate.

A distanza di 2 anni dal lancio di AOS ci sentiamo di affermare che l’operazione non sia pienamente riuscita. Il fuoco catartico che ha bruciato il vecchio mondo ha portato con se molti vecchi giocatori e, ancora oggi, sono molteplici i club che continuano ad amare ed organizzare attività sul vecchio Warhammer Fantasy.
Il lancio di AOS ha inoltre scoperto il fianco del leader dei wargame tridimensionali a editori piccoli e grandi che da sempre hanno cercato di proliferare alle sue spalle, come la Mantic con il suo sempre più diffuso Kings of War. L’ultima arrivata, in grande stile, è sicuramente la Fantasy Flight/Asmodee che, con Runewars, cerca abbastanza apertamente di strappare quote di mercato sul settore dei wargame fantasy, ma va anche notatoche proprio quest’anno è stato annunciato il ritorno di Confrontation.

Ma non tutto il male viene per nuocere. Le numerose critiche al lancio ed   i feedback raccolti hanno portato la GW ad aggiustare il tiro,  tornando indietro su alcune decisioni estreme.
Negli ultimi due anni AOS, conscio del proprio peccato originale, si è costantemente evoluto. Il Generals Handbook vol 1 ha riportato le regole dei punti nell’universo fantasy, facendolo tornare ad uno scontroequilibrato ed avvicinandosi ai vecchi stili di gioco.
Gli stessi codex (manuali degli eserciti) sono notevolmente cambiati, a febbraio 2017, la ristampa del manuale dell’esercito simbolo di AOS, gli stormcast eternals, sembra essere un “Mea Culpa” che si avvicina molto allo stile dei vecchi codex. Inoltre la messa a disposizione on-line, gratis, delle regole e di tutti i codex relativi ai vecchi eserciti è senza dubbio una mossa volta a riavvicinare giocatori che, delusi dal non poter più utilizzare i propri eserciti storici, avevano abbandonato il sistema.
Ma l’evoluzione di AOS è costante e lungi dall’essere terminata, si parla infatti già del Generals Handbook vol 2, di cui la GW ha già più volte ampliamente comunicato la produzione in atto in collaborazione diretta con i giocatori coinvolti, e che porterà ulteriori cambiamenti al sistema di gioco.

A questi tentativi, in parte riusciti, di recuperare quanto perso sul mondo Fantasy, GW ha affiancato un lavoro di rilancio dell’intero settore boardgame con la ristampa di titoli storici come Blood Bowl, Space Hulk e Warhammer Quest (prima nella versione cooperativa Silver Tower e poi tornando alle origini e reintroducendo la figura del “Master” con Shadows over Hammerhal) e con l’arrivo di inediti: due titoli dedicati all’Eresia di Horus (Betrayal at Calth e Burning of Prospero), Deathwatch Overkill e Shadow War Armageddon (rivisitazione dello storico Necromunda) per citarne alcuni. Da non trascurare inoltre la chiusura delle licenze FFG che ancora lasciano aperti molti interrogativi, uno su tutti: sarà GW direttamente a riprendere le redini della nuova edizione di Talisman?

Ai cambiamenti di proposta editoriale si sono affiancati anche importanti evoluzioni della strategia di marketing dell’azienda, con una maggiore apertura verso i propri utenti, atteggiamento in netto contrasto con gli spaventosi “cessa e desisti” di pochi anni fa. Si sono moltiplicate le pagine ufficiali su facebook, è nata la “Warhammer Community” (che ha rottamato la vecchia warhammer app), fonte di informazioni diretta e canale di comunicazione ufficiale tra GW e i giocatori, sono nati i canali in streaming di Warhammer TV e sono partiti i tutorial ufficiali di Duncan Rhodes, che spiegano passo dopo passo come dipingere al meglio le miniature permettendo a chiunque di crescere anche da un punto di vista “hobbistico”.
Anche dal punto di vista delle ambientazioni gli investimenti sono stati notevoli, con un costante incremento delle pubblicazioni della  Black Library, la casa editrice del colosso di Nottingham che tra libri ed audiolibri ormai conta più di un centinaio di opere.

Come forse ricorderete, anche prima di AOS non era certo il fantasy l’universo più remunerativo di casa GW. Su quel setting ci sono sempre stati parecchi contendenti a insidiare il primato di produttore principale e da diversi anni la percentuale di utili riconducibili alla linea fantasy era assai più bassa di quella dei prodotti del 40K.
Insomma, il fantasy è stato senza dubbio un ottimo banco di prova su cui sperimentare, analizzare successi e fallimenti, correggere in corsa regolamenti e strategie di marketing; un bagaglio di esperienze fondamentali per prepararsi al meglio per affrontare la sua sfida più importante: il lancio dell’ottava edizione di Warhammer 40.000

Perché, sul fronte del fantascientifico, la GW non può davvero permettersi di sbagliare…

Perché l’ottava edizione è così importante per la casa di Nottingham?

Era il 1987, esattamente 30 anni fa, quando Rogue Trader faceva la prima comparsa sugli scaffali dei negozi di giocattoli, si trattava di un manuale per scontri skirmish in scenari fantascientifici. Quel titolo, ed il suo continuo espandersi edizione dopo edizione, hanno gettato le basi del wargame fantascientifico oggi più conosciuto al mondo: Warhammer 40.000 (40K).
Fino ad ora l’universo del 40K ha visto continue espansioni, con la costante entrata in scena di nuove razze e fazioni. Tra le ultime arrivate troviamo gli Skitarii, i capitoli dei Marines del Caos ed i Genestealer Cult, che hanno contribuito a fare della 7° edizione del 40K la più grande di sempre con circa 30 eserciti all’attivo..
Nonostante le ultime evoluzioni, AOS fa ancora fatica a imporsi come titolo fantasy, mentre il rilancio dei boardgame è ancora ai primi passi e con difficoltà trova terreno fertile presso i giocatori estranei al mondo GW (complici i prezzi non proprio abbordabili che spesso solo un modellista riesce a comprendere).

Quindi, ancora oggi, Warhammer 40.000 rappresenta indubbiamente la principale fonte di vendite per l’editore. Una fonte di reddito che però ha ormai raggiunto i suoi limiti in termini di espansione dell’ambientazione. La semplice introduzione di nuove fazioni sembra non bastare più, vista l’ampia scelta già presente, e senza un forte rinnovo degli attuali eserciti difficilmente i giocatori abituali confermeranno il ritmo degli acquisti di miniature. L’unico modo per superare i limiti dell’edizione attuale è quindi compiere un’importante passo avanti e lanciarne una nuova e potenzialmente rivoluzionaria. Ci troviamo quindi di fronte ad un colosso che conta 600 dipendenti presso l’HQ di Notthingam e 400 negozi sparsi per 20 paesi che si trova oggi a rivoluzionare completamente il suo prodotto di punta.

Una scommessa quindi non solo nei confronti del pubblico storico che da trent’anni schiera capitoli di Space Marine, orde di Orki e legioni del Caos, ma per l’intera società di Nottingham, che mette in discussione un setting che non si esaurisce sui tavoli da gioco ma che rappresenta un business anche per le molteplici licenze cedute in ambito videoludico.  

Ma cosa ci aspetta in questa ottava edizione?

La macchina del marketing GW è partita già 6 mesi fa per lanciare questa nuova realtà. Fondendo evoluzione delle regole con cambiamenti nell’ambientazione come non era mai successo prima.
Le forze del Caos, che da sempre assediano l’Impero umano nel tetro millennio del 40K hanno sferrato una crociata di potenza inaudita verso il pianeta Cadia, dando vita ad un ciclo narrativo chiamato Gathering the Storm.
Il ciclo, rappresentato da 3 volumi divisi in sezioni narrative e sezioni di regole, ha portato a cambiamenti senza precedenti nell’ambientazione del 40K che, negli ultimi 30 anni, era rimasta fondamentalmente statica.
Roboute Gulliman, primarca degli Ultramarines, è tornato in vita per guidare gli Space Marine in questi nuovi scontri, e probabilmente non è un caso che tra i primarchi sia tornato proprio colui che ha definito l’organizzazione degli Space Marine stessi. La stessa mappa della galassia è mutata, con nuovi squarci aperti verso i mondi del caos. Una nuova fazione di Eldar è nata, gli Ynnari, e anche il Caos ha già un suo primarca da schierare nelle proprio linee, Magnus the Red.
Dal punto di vista dell’ambientazione questo passaggio apre innumerevoli porte alla nuova edizione, e già iniziano a circolare numerosi voci: tra le più accreditate si parla del ritorno di altri primarchi, di una nuova evoluzione degli Space Marine, il vero simbolo del 40K, dell’arrivo di nuove armi… Tutte voci che combacerebbero abbastanza con la necessità di GW di espandere l’universo non solo in termini di ambientazione, ma anche di miniature disponibili.

Ma mettiamo da parte i rumor ed analizziamo cosa si sa ad oggi di certo su questa nuova edizione. Le FAQ che abbiamo ripreso nell’ultima notizia sull’argomento sono abbastanza chiare:

–          Tutte le miniature (incluse quelle di Forgeworld) saranno compatibili
–          Le regole sono destinate a cambiare (i vecchi codex non saranno più compatibili)
–          Le regole saranno adatte sia a giocatori neofiti che ad esperti
–          Saranno disponibili 3 modalità di gioco (scontro libero tra eserciti, schierando tutto ciò che si possiede, scontri legati a specifici scenari/storie, scontro a punti)
–          Le regole subiranno evoluzioni costanti (così come successo con AOS ed il Generals Handbook)
–          Come in Age of Sigmar (dove gli eserciti si dividono in Ordine, Caos, Distruzione e Non Morte) anche nella nuova edizione di 40K verranno introdotte delle fazioni principali che saranno: Imperium, Caos e Xeno.
–          La nuova edizione è stata sviluppata in collaborazione diretta con molti giocatori, sia on-line che agli eventi GW

Inoltre dai primi di maggio la Warhammer community sta svelando ogni giorno una novità sul nuovo 40K tramite il proprio sito (dedicheremo un articolo all’analisi del regolamento una volta che l’intero panorama sarà chiaro).

A leggerla così sembra una trovata perfetta. Evoluzione dell’ambientazione e regole che si fondono, rispetto sia per i giocatori più esperti che meno esperti, 3 modalità di gioco tra cui scegliere ma…

…Cosa c’è da temere?

Oggi Warhammer 40.000 si trova in una situazione molto simile a quella del suo gemello fantasy di un paio di anni fa. Come dicevamo l’attuale ambientazione del 40k, si è espansa in tutte le direzioni possibili (con la creazione addirittura di uno spin-off nel 30K chiamato Horus Heresy), e gli spunti per nuove unità iniziano ad essere sempre meno e sempre più difficili da integrare.
In questa situazione, per Warhammer Fantasy, si scelse di azzerare l’universo, e dare vita all’Age of Sigmar, introducendo linee di miniature interamente nuove.
La scelta fatta per il nuovo universo del 40k però è opposta alla rivoluzione a cui abbiamo assisitito in AOS. Al posto di azzerare il tutto, si è scelto di evolvere ulteriormente l’universo in maniera radicale con gli eventi narrati in Gathering the Storm. Una scelta che sicuramente mira a tenere vicini quanti attualmente giocano al 40K.

Dando fiducia all’ambientazione consolidata la vera scommessa è quindi sul sistema di regole. I giocatori che si affacciano al mondo dei wargames oggi sono molto diversi dalle generazioni degli anni ’80 e ’90. L’abitudine allo studio di grossi manuali prima di poter schierare le proprie forze in campo è stata rimpiazzata dai tutorial (similmente a quanto accade nei videogiochi) per essere subito in partita, un elemento che sicuramente ha giocato un ruolo fondamentale nella semplificazione di AOS e che non può essere trascurato se questa edizione si vuole affacciare a nuove leve.
Ma come far si che tutto questo si sposi con il profilo del giocatore esperto di Warhammer 40.000, più abituato ad un manuale di 200 pagine, a cui aggiungere un codex  e magari anche un manuale aggiuntivo con vari scenari?
Il principale scetticismo riguarda infatti l’aver annunciato un regolamento adatto per i neofiti che però strizzi l’occhio ai giocatori esperti. Rischia di essere un facile proclamo destinato o a dividersi in un regolamento Base ed Avanzato o ad una via di mezzo che non soddisfi nessuno dei due tipi di pubblico.

Ma le perplessità sulle regole non si limitano a questo. La precisazione sul fatto che l’ottava edizione subirà “continue evoluzioni” più che rassicurare spaventa, perché ricorda parecchio quanto avvenuto con AOS, che in realtà solo ora, con i nuovi codex, sembra aver trovato un po’ più di stabilità (e a dirla tutta non è ancora pienamente consolidato, vista la previsione di uscita di un nuovo Generals Handbook). Questa proclamata dinamicità sembra cozzare con l’immediatezza promessa a chi vuole avvicinarsi ai giochi GW con la stessa semplicità con cui si avvicina agli altri titoli che stanno trainando il mercato in questo momento.

Nel 41° millennio non c’è solo guerra, ma anche incertezza

Chiunque lavora nel marketing sa bene che le parole “minaccia” ed “opportunità” sono in realtà due facce della stessa medaglia. Se da un lato i rischi di un’eccessiva semplificazione che porti ad una perdita di profondità nel gioco sono alle porte, dall’altro le regole della 7 edizione erano notevolmente appesantite da un gran quantitativo di abilità speciali e meccaniche aggiuntive per i vari tipi di veicoli introdotti nel tempo che complicavano eccessivamente le partire rendendole sicuramente poco fluide.

La speranza che chi vi scrive ripone nella nuova edizione è che faccia un po’ di pulizia andando a snellire l’esperienza di gioco, ma senza perdere la profondità garantita dalle numerose strategie perseguibili, cosi strettamente legate alle fazioni storiche di Warhammer 40.000.
Sarebbe sicuramente un obiettivo ambizioso e probabilmente renderebbe il titolo meno approcciabile ai neofiti di quanto la GW speri, ma d’altro canto chi lo ha detto che la divulgazione dell’hobby miniaturistico debba iniziare proprio dai wargame? Forse è la nostalgia che parla in questo momento, ma non sarebbe più corretto vederlo come punto di arrivo e non di partenza, magari iniziando  invece dai boardgame con le miniature? D’altro canto quanti di noi sono entrati in questo mondo giocando a Heroquest o Starquest e cercando poi di approfondire le gesta di quegli eroi in miniatura?
Per quanto affascinante, questa rimarrà però una strada  difficilmente percorribile se l’editore inglese non si dedicherà ad una maggiore divulgazione di questi, anche al di fuori dei propri canali di vendita abituali.

Al di là delle speculazioni comunque l’ottava edizione rappresenta, per GW, un punto di non ritorno. Le aspettative e le paure legate a questo titolo sono tutte sul piatto, non resta che vedere se il gigante di Nottingham riuscirà ancora una volta a mantenere il trono di leader dei wargame tridimensionali, creando davvero il giusto compromesso tra esperti e neofiti, o se scoprirà nuovamente il fianco ai numerosi editori di giochi di miniature che sono pronti a sfruttare ogni passo falso per ottenere nuove quote di mercato.
A farci sperare fiduciosi il coinvolgimento dei giocatori nello sviluppo delle nuove regole. Sembra infatti che nel definire questa nuova edizione, gli autori GW si siano costantemente consultati con i giocatori durante i principali eventi ludici promossi dall’editore inglese negli ultimi anni ed abbiano fatto tesoro dei numerosi commenti ed osservazioni ricevute attraverso i social media.

Nonostante l’arrivo di Gathering the storm e l’addensarsi delle nubi su Nottingham, la luce dell’imperatore continua a risplendere e speriamo guidi i radiofari della Games Workshop attraverso il warp fino ai cieli sereni di un nuovo 41° millennio!

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