venerdì 19 Aprile 2024

Quadropolis

Il fenomeno del city building continua. Mentre il mondo dei giochi da tavolo sembra sempre più orientato verso un’esperienza ludica immersiva, un genere  che pare immune alle nuove tendenze (sebbene alla Stonemaier, con Charterstone qualcosa sembra bollire in pentola) è quello in cui i giocatori si improvvisano costruttori di un’area urbana e, in modi differenti, cercano di prevalere sui propri avversari. Esempi recenti di successo sono indubbiamente “Suburbia” o, per citare un diretto concorrente, “New York 1901”, titolo che più di ogni altro ha avvicinato questa tipologia di boardgames alle famiglie e a un pubblico più ampio. Eppure, nei mesi scorsi ha macinato grandi riscontri anche l’espressione di settore della Days of Wonder, “Quadropolis”, prima creatura di François Gandon, presente in tutte le fiere del 2016, da Norimberga all’appena concluso Lucca Games. A portare il titolo in Italia, ci ha pensato ovviamente Asmodée Italia che, con la casa di sviluppo del gioco, condivide l’appartenenza alla galassia Asmodee. 

  • Titolo: Quadropolis
  • Autore: François Gandon
  • Editore: Days of wonder – Asmodee Italia
  • Genere: City building
  • Numero Giocatori: 2-4
  • Durata: 45 minuti
  • Dipendenza dalla lingua: nulla
  • Illustratori: Sabrina Miramon

Un arcobaleno di…palazzi (Materiali e confezione)

Al solito, quando si parla di Days of Wonder, la resa estetica e la qualità generale dei materiali temono ben poca concorrenza. E “Quadropolis” non fa eccezione, fin dall’artwork esterno, che introduce perfettamente il tema del gioco. L’unboxing non smentisce le impressioni: sebbene non siamo in presenza di un titolo con vagonate di segnalini o miniature, le poche tipologie in cui si suddivide il contenuto della scatola sono immediatamente riconoscibili alla prima occhiata e di qualità assai elevata. Questo vale sia per le illustrazioni, come d’abitudine assai variopinte e perfettamente funzionali all’ambientazione, sia per la resistenza dei materiali scelti. Oltre al tabellone centrale, appannaggio di tutti i giocatori, vengono fornite 4 schede double face – per le modalità classic ed expert – in cui i vari sindaci potranno piazzare man mano gli edifici che andranno a costruire. Ogni plancia è suddivisa in quattro differenti quartieri, ciascuno composto di quattro caselle di identico colore: avremo così, in modalità classic, una città formata da quattro righe e altrettante colonne, che diventeranno cinque nella versione expert. Il nucleo del gioco, ovviamente, sono dunque le 142 tessere edificio, anch’esse differenziate in varie categorie: 32 condomini – di colore giallo – 15 negozi (lilla), 19 servizi pubblici di tonalità celeste, 15 parchi a sfondo verde, 19 fabbriche (rosse) e infine 21 porti di tonalità blu: nella modalità expert, si andranno ad aggiungere 17 palazzi degli uffici (marrone) e 4 monumenti (azzurro). Da ultimo, completano la dotazione di “Quadropolis” 20 architetti – i cui segnalini sono a forma di freccia – anch’essi utilizzabili in modalità normale o per esperti; quindi, passiamo ai componenti “tridimensionali” con 65 abitanti dall’inconfondibile forma del meeple stile Carcassonne, due pedine – una nera per rappresentare l’urbanista, l’altra verde per indicare il sindaco – e 50 cilindri di colore rosso carminio come unità energia, risorsa e zavorra allo stesso tempo nella nostra città in via di definizione. Da ultimo, troviamo nella scatola 4 schede riassuntive, un blocco segnapunti e un sacchetto di stoffa, tutti di gradevole realizzazione e piacevoli all’utilizzo. Il giudizio generale sui materiali, già di elevato standard come il brand ci ha ormai abituati, non può che aumentare ulteriormente alla vista di uno “chassis” organizzato in maniera perfetta, al centimetro, per ospitare tutti i tasselli in base alla “classe” di appartenenza e disporre con attenzione il mix di componenti, da rendere agevole sia il setup che la risistemazione dopo la partita.  Insomma, i componenti sono numerosi quantitativamente, ma le varietà di materiali non sono particolarmente elevate e questo permette un’organizzazione perfetta all’interno del box: la resa, sia all’apertura che alla disposizione sul tavolo, si mantiene su livelli di eccellenza.

  

Progettiamo la nostra città in riga e…colonna (Descrizione del gioco)

Quadropolis è un gioco per 2-4 giocatori ambientato nel presente, in cui ciascun partecipante assume il ruolo del sindaco della propria metropoli, che andrà via via a costruire, nel corso della partita, piazzando segnalini in qualità di edifici. Il tutto, si svolge in una dimensione “a griglia” che ricorda le viste aeree delle città americane, ben distinte in forme geometriche tra aree verdi, residenziali, commerciali e produttive. Allo stesso modo, i giocatori dovranno piazzare con attenzione le tessere nei sedici spazi a disposizione, prestando particolare cura a non affiancare elementi tra loro difficilmente conciliabili, come ad esempio un parco adiacente a più fabbriche. Naturalmente, i migliori pianificatori verranno premiati in termini di punti vittoria, mentre eventuali forzature potranno portare a delle penalizzazioni. Fondamentale, prima di dare il via alle danze, dividere gli edifici in base al numero sul retro, che varia da 1 a 4, corrispondenti al turno nel quale entreranno nel setup. Quindi, tutti i tasselli andranno riposti nel sacchetto per poi essere pescati e disposti a faccia in giù sul tabellone centrale. A seconda del numero di giocatori, verranno utilizzati gli edifici delle classi corrispondenti (indicate negli angoli sul retro): dunque, per esempio, in quattro giocatori si potrà giocare con tutti gli edifici disponibili. Come il nome lascia intendere, il numero 4 è elemento ricorrente: una partita a Quadropolis si svolge infatti in quattro round (cinque in modalità Expert), composti di quattro turni, ciascuno dei quali è strutturato in altrettante fasi che il giocatore dovrà svolgere interamente prima di passare la mano. La prima azione consiste nel prendere un edificio dal cantiere, ossia dal tabellone centrale: per fare questo, anzitutto si prende uno dei propri architetti e lo si posiziona accanto a una riga o colonna del cantiere da cui si intende prelevare la tessera edificio. Bisognerà tenere a mente due limitazioni: non è possibile collocare un architetto sopra a un altro già piazzato e, in secundis, l’architetto non potrà indicare la riga o la colonna in cui è presente la pedina nera dell’urbanista, che andrà a mettersi proprio al posto dell’edificio scelto poco prima. Il numero sull’indicatore architetto designa poi l’edificio che verrà costruito: ad esempio, se reca il numero 4 e lo abbiamo piazzato a lato della riga 3, dovremo scegliere l’edificio corrispondente (ovvero il quarto di quella riga) e nessun altro. La seconda azione del turno è – come detto – quella di sistemare l’urbanista, che inibisce la riga e la colonna su cui si trova, al posto dell’edificio appena selezionato. Quindi, passiamo al terzo step, cioè collocare l’edificio nella propria città. Ancora una volta, dovremo basarci sul numero dell’architetto che abbiamo messo in gioco per costruire quell’edificio: di nuovo, se il numero del nostro lavoratore è il 4, dovremo scegliere una casella vuota della riga o della colonna col numero corrispondente. Solo con i condomini – edifici di colore giallo – sarà possibile piazzare le tessere una sopra l’altra: in tal caso, il numero dell’architetto, oltre alle regole generali su riga e colonna, regolerà ANCHE il numero di piano che si va a erigere (dunque, per realizzare il secondo piano servirà l’architetto numero 2). Rimane però sempre possibile scartare un edificio che si è scelto: situazione, questa, tutt’altro che rara, specie nelle partite a quattro giocatori. Arriviamo, così, all’ultima fase del turno, quella in cui si raccolgono i frutti del lavoro sin qui effettuato: l’edificio appena sistemato sulla propria plancia personale, infatti, conferirà immediatamente – o a fine match, a seconda della tipologia – degli effetti in termini di risorse a disposizione e punti vittoria. Per cominciare, ciascuna costruzione presenta delle icone nell’angolo in alto a sinistra, che raffigurano abitanti o unità energia: in tal caso, vengono immediatamente consegnate le risorse corrispondenti al giocatore di turno. Se invece è indicato un numero dentro una stella, quelli sono i punti vittoria che il nuovo immobile garantirà al termine della partita. Nell’angolo in basso a destra, invece, le medesime icone sono talvolta raffigurate dentro un esagono: in questi casi, è necessario piazzare la risorse corrispondente al di sopra della tessera per rendere quell’edificio attivo – in tipico stile worker placement – e assicurare i bonus a fine partita. È importante sottolineare che le risorse via via incamerate da un giocatore possono essere disposte a piacimento nei propri edifici: una possibilità, questa, da tenere a mente dato che alcune costruzioni, come i negozi, attribuiscono maggiori punti vittoria in base alle pedine – in questo esempio, “clienti” – piazzate sopra. Come detto, nella modalità Classic sono sei le tipologie di edifici presenti nel gioco – condomini, negozi, servizi pubblici, parchi, fabbriche e porti – ciascuna delle quali conferisce diversi bonus in base alla posizione, oppure alle tessere adiacenti, o, ancora, al numero di tasselli identici presenti nella città a fine partita. Ma torniamo alle fasi di gioco. Quando si conclude il quarto turno, giunge al termine primo round. Così, tutti gli edifici di classe 1 rimasti nel tabellone centrale vengono eliminati e si ripete allo stesso modo la procedura di setup per la selezione delle nuove opportunità immobiliari, questa volta contrassegnate dal numero 2. Il primo giocatore sarà sempre il detentore della pedina verde – che rappresenta il sindaco – assegnata a chi costruisce un edificio con il simbolo relativo per ciascun round. La partita si conclude alla fine del quarto round in modalità Classic e del quinto se si gioca da esperti: ai partecipanti viene consentita un’ultima redistribuzione delle risorse sugli edifici della propria plancia prima di passare al conteggio definitivo, tenendo conto che ogni abitante o risorsa energetica inutilizzata darà un -1 al computo. Per le scorie, l’ultima chance di evitare il malus è rappresentata dai parchi, i quali sono in grado di assorbire un’unità inquinante per singola tessera e limitare così il passivo. Una volta che si sarà acquisita dimestichezza con Quadropolis in versione semplice, sarà possibile tentare qualche gara più complessa in modalità Expert: di base, ci saranno un round in più e un quinto quartiere, ma le modifiche più sostanziali riguarderanno gli architetti, che verranno utilizzati fino al numero 5 nel loro lato neutro, andando così a comporre una riserva comune da cui i giocatori dovranno collettivamente attingere. In aggiunta, gli edifici saranno piazzati in base la numero del quartiere o della singola tessera, a differenza della versione semplificata.

  

Contro la cementificazione selvaggia (Esperienza di gioco)

“Quadropolis” è un gioco dal regolamento immediato, fin dalla primissima partita è infatti in grado di essere padroneggiato a dovere, rendendo gli incontri successivi sempre più piacevoli. La ricorrenza geometrica delle plance, dei quartieri e dei turni di gioco, oltre ad aiutare a familiarizzare  con i vari elementi, stimola agevolmente a ipotizzare le strategie altrui e ad adattare la propria in base alle evoluzioni del match. Ovviamente, le decisioni impreviste prese dagli altri partecipanti avranno effetti significativi sulle nostre aspettative, obbligandoci spesso a sovvertire i nostri propositi. Di conseguenza, l’interazione, seppur indiretta, produce effetti duraturi e spesso incontrovertibili. Spesso la mossa che abbiamo in mente viene anticipata da un avversario, oppure inibita per la presenza dell’urbanista: fortunatamente, la varietà delle opzioni consente di aggiustare la propria tattica e di sentirsi sempre in competizione. Le limitazioni all’utilizzo degli architetti, insieme agli ostacoli offerti dall’urbanista, sono la chiave di volta dell’intera partita: se talvolta ci permetteranno di ostacolare gli obiettivi dei nostri avversari, in altre occasioni saranno il cruccio di una combo sfumata per un soffio non potendo usufruire dell’edificio sperato. La riserva comune del cantiere, ovviamente, obbliga a un’attenta pianificazione delle proprie scelte, specie in base all’ordine di gioco, che avrà un peso determinante soprattutto negli ultimi due turni. In generale, il gioco presente una scalabilità molto buona: naturalmente le partite in quattro giocatori saranno più avvincenti, ma anche in due, con meno edifici a disposizione, l’adrenalina si farà sentire e non si avrà la sensazione di eccessivo spazio di manovra. La rigiocabilità, poi, è elevata, viste le infinite combinazioni possibili derivanti dalle moltissime tessere e anche dall’imponderabilità delle decisioni dei giocatori nel corso dei propri turni. Per le stesse ragioni, il potenziale di espansione è davvero ampio, come dimostra la presenza delle due differenti modalità già nella scatola base. L’adozione delle regole Expert, se da un lato prolunga le partite aggiungendo un quinto round e aumenta la varietà di edifici a disposizione, adotta una differente tabella di punteggio per i vari immobili, già difficilmente memorizzabile nella versione Classic, da rendere necessaria la consultazione della tabella riassuntiva nell’arco dell’intera partita. Lo svolgimento, però, è assai più frenetico e sostanzialmente ogni mossa può essere decisiva. Va da sé, insomma, che i punteggi siano ben più elevati e il numero di combinazioni di successo molto più ampio. Di contro, il regolamento Classic rimane più nell’ottica di un titolo per famiglie, pur con una sua profondità strategica; il sistema a “righe e colonne” sembra più adatto alle meccaniche del gioco rispetto a quello a “caselle e quartieri” della versione Expert. In entrambe le modalità, invece, qualche piccolo neo sono i brevi momenti di downtime, specie tra un round e il successivo, assorbiti in fretta appena il gioco riparte. Ma sono dettagli, in un titolo davvero appagante che vi troverete a mettere sul tavolo molto spesso e con piena soddisfazione da parte di ogni tipologia di gamer.

  

"L’architettura è la testimonianza dell’aspirazione dell’uomo a vincere il tempo innalzando l’ordine nello spazio" (Hermann Broch) (Considerazioni finali)

Quadropolis è dunque promosso a pieni voti: design accattivante, meccaniche semplici ma eleganti, tabellone intuitivo anche per i neofiti, ambientazione ben realizzata e target ampio sono tutti gli ingredienti che un prodotto simile deve prefiggersi. Nonostante alcune lungaggini dei setup e un minimo di pratica con la valutazione dei punteggi, al termine di ogni partita la voglia di voler ricominciare daccapo è assai frequente: e questa è la ciliegina di una ricetta fortunata, che spiega come la creatura di François Gandon si stagli nettamente dallo sfondo dei boardgame di pubblicazione più o meno recente.

  

Pro
–          Regolamento immediato
–          Materiali e confezione di grande impatto
–          Scalabilità più che buona
–          Ampio potenziale di espansione

Contro
–          All’inizio di ogni round va svolto un nuovo setup
–          E’ necessario avere sempre a fianco le tabelle di punteggio

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