venerdì 29 Marzo 2024

Fields of Despair: Campi di disperazione della Prima Guerra Mondiale per GMT

L’ultima novità GMT Games, approdata da circa un mese in P500, richiama nel titolo tutta la drammaticità della Prima Guerra Mondiale, storia che l’autore, Kurt Keckley, ha voluto ricomporre in un gioco dal taglio marcatamente strategico, dove la condotta militare e le scelte di carattere economico pesassero in eguale misura sullo svolgimento della partita. Inoltre alcune novità, o per meglio dire degli accorgimenti, conferiscono al gioco spunti interessanti che lo caratterizzano rispetto ad altri dedicati al medesimo accadimento storico. Vediamo dunque di che si tratta. 

Fields of Despair: France 1914-1918, questo il nome, è un wargame strategico, a blocchi su mappa esagonale, per due giocatori. Lo scenario operativo è il Fronte occidentale ed i ruoli in campo sono i due grandi schieramenti che lo animarono: gli Imperi centrali contro le potenze Alleate. Oltre alle operazioni terrestri, il gioco prevede scontri aerei e navali, questi ultimi gestiti in modo astratto mediante indicatori, usati anche per tener conto della situazione orientale. Il loro andamento condizionerà le manovre sul Fronte occidentale, cioè la partita giocata in mappa, così come la situazione economica di entrambe le parti. Il sistema a blocchi, in uso nei wargame che intendono simulare ciò che gli anglosassoni chiamano “fog of war”, ovvero la scarsa e confusa conoscenza in merito all’assetto e alla situazione reale delle truppe avversarie, qui è stato ripensato per esaltarne gli effetti, moltiplicando i fattori d’incertezza.

Innanzitutto Kurt Keckley ha esteso l’intervallo dei valori di forza assegnati alle unità, che anziché andare da 1 a 4, come in tanti giochi del genere, si estende da 0 a 20. Quindi si possono disporre blocchi a forza nulla, per disorientare l’avversario, o blocchi con i valori più alti, da 17 a 20 punti forza. Inoltre, durante il movimento, ai giocatori è consentito scindere i blocchi di forza maggiore cambiandoli con quelli di forza minore o, al contrario, fondere più blocchi di forza minore in uno di forza maggiore. Così, ad esempio, un blocco da 16 può essere rimpiazzato da due da 8. Anche i blocchi a forza nulla possono essere coinvolti in questo scambio. Ne consegue che entrambe le parti vengono private di qualsivoglia appiglio per capire cosa in realtà si nasconda nel campo avversario, dal momento che a un numero esiguo di blocchi non corrisponde più necessariamente un modesto raggruppamento di truppe e viceversa. L’unico modo per ottenere tali indicazioni è andare “a vedere” e per farlo non è nemmeno sufficiente entrare in un esagono occupato dall’avversario, al contrario bisogna investire risorse per una ricognizione aerea o inviare uomini oltre la terra di nessuno.

Il combattimento non è mai obbligatorio, anzi è consentito trincerarsi e lasciare all’artiglieria il compito di logorare il fronte avverso. Quando invece viene dichiarato, i blocchi si rivelano e si procede per singoli round. Una volta determinate le perdite, i blocchi tornano in posizione nascosta riguadagnando i propri trinceramenti.
Il ruolo delle risorse economiche è consistente e, poiché decresceranno durante tutto il corso della partita, ai giocatori si porrà sempre più pressante il problema del rifornimento delle truppe, degli aerei e dell’artiglieria. Ad ogni turno si ha a disposizione un numero limitato di Punti Economici (EP’s) da gestire per sostenere lo sforzo bellico o direttamente sul campo in forma di rifornimenti, logistica, munizionamento delle artiglierie, produzione e mantenimento dei velivoli, o investendoli nelle operazioni navali o ancora nel fronte orientale. Anche lo sviluppo tecnologico assorbe risorse, ma a trascurarlo si rischia l’obsolescenza del proprio dispositivo bellico, rendendolo vulnerabile ed inefficace.

Da come si presenta, Fields of Despair appare orientato ad ovviare alla staticità endemica delle simulazioni della Prima Guerra Mondiale con due fattori destabilizzanti: il dubbio che domina il tabellone, ove i movimenti si svolgono all’oscuro delle posizioni avversarie, e la precaria situazione economica a minare l’efficacia dei propri piani. Con quali risultati, non abbiamo elementi per pronunciarci, però la sensazione di aver a che fare con una novità nel panorama del gioco strategico di simulazione militare c’è ed è avvalorata dall’entusiasmo che sta riscontrando fra le comunità dei playtester.
Fields of Despair include, oltre alla campagna storica, che in 10 turni copre l’intero arco della Grande Guerra, dal 1914 al ’18, anche scenari minori sia storici, ambientati all’inizio, a metà e alla fine della guerra, sia alternativi dove, col piazzamento libero, si può speculare su esiti maturati da presupposti mai avvenuti. La confezione comprenderà 140 blocchetti di legno e rispettivi adesivi, 171 pedine, 92 cubetti di legno per tener conto delle risorse economiche, della situazione navale e del Fronte orientale, due sacche per la pesca dei cubetti e svariate schede di supporto. La mappa è prevista montata. Il prezzo è sostenuto: 99.00$ quando verrà prodotto, ma preordinandolo in P500 lo si acquista per 69.00$, spese di spedizione escluse.

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