venerdì 29 Marzo 2024

[Lucca 2013] Bruce Heard: 30 anni in viaggio per Mystara

Tra i vari anniversari concomitanti di questa ricca edizione del festival lucchese, annoveriamo anche il trentennale della pubblicazione della mitologica scatola rossa di Dungeons & Dragons, galeotta per tantissimi che si avvicinarono al gioco di ruolo a cavallo degli anni '80 e '90.

Ospite a Lucca Games 2013, Bruce Heard, a cui venne affidata la scarna ambientazione legata a quell'edizione, da lui ampliata fino a farla diventare una delle più note del panorama ludico, tutt'oggi seguita e aggiornata da una foltissima comunità di appassionati.

Sala Ingellis giustamente gremita. Mr.Heard fa il suo ingresso tra gli applausi dei molti fan presenti e, grazie all'ausilio della traduttrice, senza tanti preamboli chiede giovialmente al pubblico di porgli subito delle domande.
Così, tramite le curiosità dei presenti, comincia ad articolarsi la storia della sua carriera nell'ambito ruolistico e di come divenne la mente dietro Mystara.

Nato a Nizza (il padre era ufficiale dei Marines), e cresciuto tra la Francia e gli states, racconta di aver ricevuto l'offerta di lavorare per la TSR dopo la pubblicazione di alcuni suoi articoli in una fanzine. Si trasferì quindi a Lake Geneva, dove fu messo a lavorare sulla neonata edizione di D&D (la scatola rossa), sistema che conosceva pochissimo e dovette imparare sul posto. L'esperienza in TSR fu breve, dopo un solo anno venne lasciato libero (un simpatico eufemismo americano per "licenziato"), ma venne riassunto dopo solo qualche mese, sotto la nuova gestiona amministrativa della società, con l'incarico di gestire e assumere i freelance per scrivere i nuovi prodotti. All'epoca la situazione interna in TSR era incandescente: Gygax e Mentzer avevano lasciato in disaccordo con le politiche della nuova amministrazione, ma l'avvenimento era talmente fresco che c'era diffuso imbarazzo nel subentrare ai due maestri per proseguirne i lavori. Come D&D stesso, appena giunto al set Expert (la scatola blu), il quale conteneva anche un nucleo di ambientazione – la città di Threshold – che venne poi complementato dalla mappa di un territorio assai più vasto nel modulo X1, The Isle of Dread, e battezzata Known World, il Mondo Conosciuto. La scelta quindi ricadde su Bruce ("Sono sempre stato una persona educata: trovai difficile dire di no."), che colse l'occasione e le sue nuove competenze per scegliere personalmente gli autori per dare forma al mondo di D&D. Un mondo che, per suo gusto, voleva il più possibile vasto e definito. Perciò, utilizzando la mappa del Mondo Conosciuto come ossatura, cominciò a produrre supplementi che approfondivano l'ambientazione: i Gazzetteer. Con particolare orgoglio ricorda la pubblicazione del gazzetteer dei Principati di Glantri, scritto da lui in persona con l'idea di dare l'impronta principale da seguire agli altri autori. Fu il primo supplemento da 96 pagine, contro le 64 standard dell'epoca, e fece storcere non pochi nasi a Lake Geneva quando lo propose. Invece, dopo la sua uscita, non solo divenne uno dei prodotti più venduti e apprezzati, ma venne anche preso a modello da tanti altri autori che lavoravano sulle altre ambientazioni della casa.

Il discorso rimane su Glantri e sulla varietà dei suoi principati. Una delle caratteristiche più riconoscibili di Mystara, infatti, é sempre stata la fortissima ispirazione dalle culture del mondo reale. Glantri portava questa caratteristica ad un altro livello avendo ogni principato ispirato ad una cultura distinta (molte europee, ma anche uno ad ispirazione mongola ed un altro, addirittura, ad ispirazione California spagnola). Mr.Heard rivela che fu una scelta voluta perché trovava più semplice creare dettaglio e atmosfera partendo da una base reale. Inoltre, un conto é creare una o due culture originali distinte, ma per numeri maggiori la difficoltà aumenta esponenzialmente. Ammette, col senno degli anni passati e delle nuove esperienze, che molte cose non avevano un gran senso: ambientazioni nordiche che confinavano con deserti arabeggianti, nomi che provavano a suonare tedeschi, francesi o italiani (Caurenze, per esempio) senza essere pienamente significativi. Tuttavia erano anche tempi diversi, in cui per documentarsi non c'era Internet e si poteva fare affidamento unicamente alla memoria e ai libri che si avevano sottomano.
La discussione prosegue con il racconto della dismissione di Mystara a metà degli anni '90, con tutta una serie di supplementi già in via di realizzazione, come i gazzetteer dei Territori Heldannici e del Norwold, che purtroppo non avrebbero mai visto la luce. Tuttavia la notorietà raggiunta dell'ambientazione era grandissima e, complice la prima Internet, i fan, di cui moltissimi italiani, si organizzarono e coordinarono per continuare a portare avanti la loro ambientazione preferita. Un lavoro che continua tutt'oggi e vanta materiale e supplementi che non hanno niente da invidiare per fantasia e fattura a quelli ufficiali. Un fenomeno, quindi, ormai consolidatissimo e del quale Mr.Heard ha espresso grande soddisfazione.

In chiusura, con ancora numerose domande in sospeso per mancanza di tempo, c'è giusto lo spazio per parlare del nuovo progetto di Mr.Heard: World of Calidar. Impossibilitato dalla Wizards of the Coast a riprendere in mano Mystara per una questione di diritti, Bruce ha deciso di lanciare una nuova ambientazione che ne mantenesse intatto lo spirito. Soprattutto quello che si respirava nei Viaggi della Princess Ark, la lunga serie di racconti che scrisse per Dragon Magazine e aventi come protagonisti l'audace principe alphatiano Haldemar of Haaken, e la colorita ciurma della sua nave volante alla scoperta dei più remoti e stravaganti angoli di Mystara. E' possibile seguire l'andamento del progetto dal suo blog e presto sarà lanciato un Kickstarter a sostegno della produzione.

Al termine della conferenza Mr.Heard si è gentilmente trattenuto nella vicina mostra esposizione di materiale mystariano per firmare autografi, scattare foto e scambiare quattro chiacchiere con i fan.

[NdR: abbiamo corretto l'introduzione perchè i trent'anni della scatola rossa citati all'inizio dell'articolo si riferiscono all'edizione in lingua originale, tradotta due anni dopo in italiano]

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