venerdì 19 Aprile 2024

P.I.

"…New York, Downtown, il sogno americano ancora una volta si è infranto sul marciapiede di una strada di periferia. Le pallottole che crivellavano il povero malcapitato e le raffiche sui muri erano la firma fin troppo esplicita del buon vecchio Thompson, mitra d’ordinanza della malavita organizzata. Il caso sembrava chiuso quando vicino ai fiumi di alcool del Rick’s Cafè avevamo ritrovato l’auto di Shorty piena di bossoli. Solo dopo che lo consegnai ubriaco agli sbirri lo perquisimmo per accorgerci che non aveva con se le chiavi. Stavolta tocco a me passare una notte in centrale. Finchè non mi balenò in mente un particolare sull’auto che avevo trascurato. Mai trascurare niente in questo mestiere. In fondo, nell’incavo del sedile, c’era qualcosa che luccicava e che risvegliò la mia mente come un flash fotografico di una lampadina allo zolfo: paillettes, Bubbles la rossa, la donna di Shorty!…"

 

  • Titolo: P.I.
  • Autori: Martin Wallace
  • Editore: Treefrog Games
  • Genere: Deduttivo
  • Numero Giocatori: 2-5
  • Durata: 45 – 60 min
  • Dipendenza dalla lingua: solo regolamento
  • Illustratori: Steve Noon

P.I. è un gioco di deduzione investigativa per 2-5 giocatori generato da una delle più fervide menti ludiche del panorama mondiale: Martin Wallace. In P.I. i giocatori vestono i panni di investigatori privati (Private Investigatior) alle prese con i crimini della New York degli anni ’30. Nonostante la produzione di almeno 2 o 3 giochi l’anno anche in questa occasione il buon Wallace dimostra le sue capacità di creare struttura, concretezza ed innovazione in un gioco di deduzione tutt’altro che banale.

Uno sguardo sulla città…
La componentistica del gioco è essenziale ma completa e ben realizzata. Le 36 carte indizio contengono le immagini che distinguono chiaramente ogni luogo, crimine e criminale, identificandolo con un titolo. Lo stesso vale per le 12 carte sospetto, le 10 carte crimine e le 14 carte luogo, che costituiranno la mano da indovinare durante le manche di gioco. Gli stessi sospetti e crimini sono anche replicati su altrettanti segnalini in cartoncino.
La dotazione di materiale fornita ad ogni giocatore è identificata da un colore distintivo per ciascuno (che forse avrebbe potuto essere di tonalità più marcate) e comprende: 5 tasselli investigatori, 3 segnalini caso (1°, 2° e 3° caso), un segnalino penalità, 10 cubetti di legno e 3 segnalini circolari in legno.
Ma a farla da protagonista è la città, rappresentata sul tabellone, e suddivisa nelle 14 località rappresentate sulle carte. Sui bordi sono ritagliati graficamente gli spazi per il conteggio dei punti e delle eventuali penalità.
A completare il tutto 3 manuali d’istruzioni in lingue diverse (inglese, tedesco e francese), unica componente veramente dipendente dalla lingua nel gioco. Il manuale di 8 pagine in tutto è ricco di esempi concreti ed immagini e permette di capire con chiarezza e semplicità le meccaniche del gioco in 15/20 minuti massimo.
Unica vera pecca nella componentistica è l’affollamento delle immagini sul tabellone che, nonostante sia tutto ben distinto, può rischiare di creare un po’ di confusione.

La grafica di Steeve Noon comunque è ben realizzata e, riprendendo personaggi tipici come Humprey Bogart, contribuisce in maniera importante a fondere le meccaniche deduttive del gioco all’ambientazione, dando la giusta atmosfera ad un titolo che altrimenti rischierebbe di essere completamente astratto. E se pensiamo che il livello grafico dei componenti nei giochi Warftog/Treefrog non è mai stato eccelso, questo è sicuramente un punto a suo favore che speriamo diventi un’abitudine anche per i prossimi titoli di Wallace.

Ultima nota, sempre gradita è la presenza, all’interno della scatola, di numerose bustine trasparenti per conservare in maniera corretta l’intero contenuto senza bisogno di spese aggiuntive.

  

Siete pronti a vestire i panni di Marlowe?
Le meccaniche del gioco sono semplici, ma comunque ben strutturate ed in grado di generare un livello medio di complessità deduttiva.
Il gioco si suddivide in 3 manche alla fine delle quali chi avrà realizzato il punteggio più alto sarà il vincitore.
All’inizio di ogni manche verranno disposte casualmente sulla mappa un tassello in cartone crimine ed uno sospetto per ogni locazione. Su ognuno dei 14 luoghi avremo così 3 possibili indizi: luogo del crimine, un criminale ed uno dei possibili delitti commessi.
Subito dopo ciascun giocatore pescherà una carta dai tre mazzi: sospetto, luogo e crimine, guardandola e tenendola coperta davanti a sé. Queste tre carte però non riguarderanno strettamente l’indagine dell’investigatore che le ha in mano , poiché costituiscono la combinazione che il giocatore alla propria sinistra dovrà indovinare per chiudere la manche.
Infine vengono pescate casualmente 9 carte dal mazzo degli indizi per essere poste scoperte vicino al tabellone.

A questo punto la partita potrà avere inizio dal primo giocatore determinato casualmente. Al proprio turno ogni investigatore potrà scegliere di compiere una delle seguenti azioni:

Investigazione: ogni PI ha a sua disposizione 5 segnalini investigazione da utilizzare durante tutta la partita. Come azione può scegliere di posizionarne uno in una delle 14 locazioni disponibili. Una volta usato il segnalino il giocatore alla sua destra (cioè quello che ha le carte relative al suo caso) vi posizionerà sopra un cerchietto di legno per ciascuno dei tre tasselli nella locazione (crimine, criminale o luogo) che corrispondano a quelli ricercati e/o un cubetto in legno per ciascun tassello nelle locazioni adiacenti che corrisponda a quelli ricercati. Quest’azione permetterà quindi al giocatore di farsi un’idea se, nel luogo che sta ispezionando o negli immediati dintorni, ci sono degli elementi facenti parte della propria indagine.

Prendere una carta indizio: pescando una carta indizio tra le 9 scoperte il giocatore condurrà un’indagine specifica su uno dei tre elementi da scoprire (crimine, criminale o luogo). Dopo aver scelto la carta il giocatore alla destra dovrà posizionare un cerchietto di legno sull’elemento corrispondente presente sulla mappa nel caso si tratti di quello ricercato, se invece l’elemento ricercato si trova in una posizione adiacente rispetto a quello pescato dovrà allora essere segnalato con un cubetto di legno. Mentre l’investigazione è quindi un’indagine generica che ci permette di capire se, nelle vicinanze, c’è qualche indizio utile, pescare una carta ci permette di approfondire per indagare specificatamente su uno dei tre elementi ricercati.

Dare la soluzione: qualora, incrociando tutti gli elementi raccolti, l’investigatore ritenga di avere risolto la propria indagine, potrà segnalarlo indicando il luogo, il crimine ed il criminale ricercati. Se la soluzione è corretta andrà a posizionare un segnalino “caso risolto” sul segnapunti occupando la posizione più alta disponibile (7 punti per il primo giocatore a dare la soluzione corretta, 5 per il secondo, poi 3, 1 e 0 punti). Se la soluzione è errata il giocatore prenderà 2 punti di penalità, spostando il relativo segnalino penalità. Per evitare che si creino squilibri nella partita nel momento in cui viene data la soluzione da qualcuno, se un altro investigatore riuscirà a dare la soluzione nello stesso turno, prenderà lo stesso numero di punti.

Dopo che i giocatori hanno concluso la propria indagine si passa alla manche succesiva.
Forse la spiegazione può sembrare un po’ complessa, ma nel giocare effettivamente P.I. tutto fila liscio e diventa subito intuitivo per tutti i giocatori quando utilizzare cerchi di legno e/o cubetti in maniera corretta, trasformandoli in spunti deduttivi per la propria indagine.

Inoltre, qualora un giocatore desse un’indicazione sbagliata sviando un investigatore e quindi uscendo dalle meccaniche del gioco, questo prenderà automaticamente 0 punti regalando 7 punti all’avversario.

Piccoli omicidi tra amici
Alla prova su strada il gioco regge molto bene sia in due che con qualche amico in più. Con pochi investigatori si da più spazio alla deduzione, viaggiando liberamente sulla mappa per cercare di risolvere il caso. In più giocatori la situazione si complica, con una maggiore pressione nel risolvere il caso per primi e la possibilità di sfruttare le mosse e le intuizioni degli altri a proprio vantaggio (le carte infatti sono uniche e se una è ricercata da un altro giocatore allora non lo sarà da noi, trasformando così in una strategia utile il seguire le indagini degli altri).

Il gioco si è rivelato interessante sia per giocatori esperti che per quelli alle prime armi, senza mostrare spigolature di sorta. Da alcuni partecipanti è stato paragonato ad un sudoku o ad un campo minato per il suo basarsi principalmente su logiche deduttive. Anche l’impatto della casualità si è dimostrato gestibile tramite la deduzione, ad esempio incrociando l’utilizzo dei segnalini investigazione con la scelta delle giuste carte indizio presenti a fianco del tabellone. Anzi, è proprio la casualità che ha reso le partite più interessanti ed il gioco non ripetitivo.

Anche quando ci si sono presentate situazioni particolari quali un segnalino investigazione piazzato con 3 cubetti sopra (cioè un caso abbastanza raro in cui i tre elementi ricercati si trovano vicino al segnalino piazzato) non è stato comunque semplice per il giocatore identificare concretamente gli elementi, con una conclusione di parità con un altro avversario meno fortunato. In PI qualsiasi elemento, anche quello più banale all’apparenza, si è dimostrato fornire indizi concreti alla soluzione del caso: dalle carte che si hanno in mano (escluse a priori dall’indagine) fino ai segnalini investigazioni che rimangono vuoti (indicazione chiara che niente, nelle zone limitrofe, è relativo alla soluzione del caso) o alle indagini condotte dagli altri giocatori intorno a noi.

Wallace colpisce ancora
Ancora una volta Martin Wallace, con la sua Treefrog games, colpisce nel segno. P.I. è un gioco solido che ricorda vecchi titoli, primo tra tutti Cluedo, costituendo un “must have” per tutti gli appassionati di giochi deduttivi.
Di Cluedo non ha solo i temi, ma anche la semplicità, che lo potrebbero rendere un gioco interessante anche ai light gamer, inoltre esclude completamente l’elemento casualità data dal dado del gioco Hasbro, elemento limitante per alcuni.

A differenza di altri titoli di successo di Wallace (come ad esempio Pochi Acri di Neve), P.I. per il momento non si è ancora guadagnato una ristampa da parte di qualche editore più “grande” , quindi l’edizione che troverete in circolazione (dove disponibile) è quella di Treefrog, che al suo interno contiene le istruzioni in inglese, tedesco e francese.

Pro:
– Gioco deduttivo dalla struttura solida
– Semplicità del regolamento

Contro:
– Bella veste grafica che tuttavia rischia di rendere il tabellone un po’ confusionario

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