sabato 20 Aprile 2024

Deadzone – la Mantic batte il ferro finché è caldo

La Mantic ha preso il vecchio adagio molto sul serio; infatti dopo il grande successo di Dreadball ha subito rimesso al lavoro l'autore Jake Thornton, e su Kickstarter ha visto la luce, pochi giorni fa Deadzone.

Dreadzone è un gioco di schermaglie nel fantascientifico universo di Warpath. Come capita spesso per progetti di questo tipo, il primo obiettivo necessario a garantire la produzione (in questo caso 50000 dollari) è stato raggiunto agevolmente in pochissimo tempo, quindi ora si viaggia spediti sugli streatch goal che renderanno il gioco sempre più “lussuoso”.

Complice del successo, sicuramente la qualità delle miniature e del comparto grafico a cui la Mantic ci ha abituati negli ultimi anni; ma oltre a questo, giusto un paio di giorni fa è stata resa disponibile la versione Alpha del regolamento (disponibile qui), che a una prima lettura ci ha favorevolmente colpito per alcune idee interessanti applicate a questo genere di wargame

Essendo il regolamento nelle fasi iniziali del suo processo di sviluppo è molto probabile che alcuni elementi saranno differenti rispetto al prodotto finito, per cui questa prima anteprima è volutamente più incentrata su quello che sarà lo stile di gioco e le fazioni tra cui scegliere, piuttosto che sulle singole meccaniche.

Il gioco è ambientato nelle cosidette Deadzone (o se preferite Zone Morte): degli spazi planetari infetti dal virus alieno noto come "La Piaga". La corporazione ritiene che il miglior modo di agire in questi casi sia di mettere in quarantena la zona, vietando a chiunque di entrare e uscire. Lasciati dunque soli a fronteggiare i mutati dalla Piaga, i civili sono destinati a essere uccisi o infettati a loro volta, e in breve tempo le zone prima abitate si riducono a rovine popolate dai mutati, e dai pochi che riescono a sopravvivere.

In questo scenario i giocatori possono scegliere tra quattro diverse fazioni, ovvero:

Enforcer: anche se la Corporazione ha abbandonato al suo destino gli abitanti della Deadzone, questo non vuol dire che non ci sia nulla che valga la pena recuperare! Le squadre di Enforcer vengono mandate in missione all'interno di questi inferni in terra per vari motivi. Forti del superiore equipaggiamento e dell'addestramento, questi soldati sono pronti ad affrontare tutti gli orrori della Deadzone, tenendo sempre a mente che sono li solo per seguire gli ordini impartiti dal concilio.

La Piaga: i mutati dal virus alieno "La Piaga". Questi sfortunati individui presentano mutazioni profonde a seconda di quanto sono vicini alla fonte dell'infezione. Gli infetti di Prima generazione, quelli esposti direttamente al virus alieno, sono colossi spaventosi, ossa e muscoli ingigantiti a dismisura e ogni scintilla di umanità spenta per sempre, sono guidati quasi esclusivamente dall'istinto di diffondere la piaga. I mutati di seconda generazione sono più piccoli, ma non meno letali, mentre quelli di terza rappresentano delle parodie di essere umani, creature contorte in grado di utilizzare i manufatti umani, anche se non al massimo dell'efficienza.

I Ribelli: La corporazione dipinge se stessa coma un'utopia, ma non tutti sono d'accordo. Le molte razze aliene spazzate via dall'espansione umana, e gli stessi umani dissidenti, formano il nucleo della fazione dei Ribelli: un eterogeneo gruppo di emarginati che, sconfitti dalla Corporazione, stanno lentamente riprendendosi. Le Deadzone rappresentano per loro anche un'opportunità di recuperare materiali e sopravvissuti per la causa.

I Marauder: gli Orchi delle Stelle della Mantic non mancano di un tratto caratteristico che ritroviamo praticamente in tutti gli orchi, di tutte le ambientazioni, fantastiche o fantascientifiche: amano combattere! E le Deadzone rappresentano terreni di lotta ideali. Le possibilità di massacro e di saccheggio sono tali da essere irresistibili per questi bruti dalla pelle verde.

Allo stato attuale, il progetto su Kickstarter ha già sbloccato, per ogni fazione, delle miniature aggiuntive, non sono però ancora disponibili le opzioni per personalizzare il proprio team.

Dopo aver scelto la propria fazione i giocatori preparano il campo di battaglia, ovvero una piccola area della Deadzone.

Il Campo di battaglia presenta la prima scelta di design di Deadzone. Il campo è infatti diviso da una griglia da 8×8 aree. Ogni area può contenere edifici o muri (che possono estendersi su più aree) e/o elementi che danno copertura, come muri crollati, macchine distrutte, etc. I giocatori preparano il campo, scelgono le aree di schieramento e spargono dei segnalini che rappresentano armi e equipaggiamenti vari. Da notare che tutto il campo occupa uno spazio totale di 60×60 cm, quindi estremamente ristretto… Dopo aver preparato il tutto, la partita comincia!

Ogni giocatore nel proprio turno ha diritto a far “agire” ogni suo modello, inoltre dovrà giocare almeno una carta speciale dalla sua mano. I modelli possono eseguire un’azione "lunga" o due azioni "corte". Ad esempio combattere in corpo a corpo è un'azione classificata come lunga, mentre sparare è un'azione corta. Le carte rappresentano azioni speciali, azioni aggiuntive o bonus alle azioni normali. Al termine del turno il giocatore deve pescare una carta dal mazzo comune. La fine del mazzo segna la fine della partita.

La risoluzione delle azioni è abbastanza simile al meccanismo visto in Dreadball, per cui si tirano un tot di dadi (normalmente tre) e nel tentativo di ottenere un valore uguale o superiore alla caratteristica relativa all’azione che si sta svolgendo. Il numero di successi determina il risultato dell'azione, con effetti speciali in caso di azioni aggiuntive. A differenza di Dreadball però il gioco utilizza dadi a otto facce. Le azioni possono apportare dei modificatori che influenzano il numero di dadi da lanciare, ma mai il valore da battere.

Le azioni tra cui scegliere sono piuttosto varie e offrono parecchie possibilità, a queste si aggiungono alcune meccaniche veramente molto interessanti. Ad esempio è possibile decidere se fare fuoco su un modello oppure sull'area che lo contiene. Nel primo caso bisogna tirare per vedere se si riesce a ferire il modello, e come nel più classico degli skirmish l'eventuale copertura rappresenta un bonus per il difensore, che può ripararsi meglio… SE invece si fa fuoco nell'area, il modello che difende non rischia di essere ferito, ma di essere obbligato a tenere giù la testa per evitare i proiettili! E' interessante notare che in questo caso la copertura è un malus per il difensore, che ovviamente preferisce evitare di farsi ammazzare e la sfrutta al massimo, rannicchiandosi ed evitando i colpi… facendo però il gioco dell'attaccante, che in questo caso vuole proprio bloccarlo.

Ogni modello ha una sua scheda di riferimento dove sono riportate le caratteristiche rilevanti, ovvero:

  • Shooting: il valore da ottenere per colpire a distanza.
  • Fighting: il valore da ottenere in corpo a corpo.
  • Survival: il valore da ottenere per evitare di essere feriti.
  • Armour: un modificatore da sottrarre ai dadi di chi cerca di ferire il modello.

In questa versione Alpha delle regole è possibile intuire che Deadzone, pur con qualche astrattezza e semplificazione, non è certo un giochino pretestuoso per schierare delle belle miniature, ma anzi un prodotto interessante e nuovo, con alcune belle idee che aspettiamo con ansia di vedere come scoprire sviluppate.

La campagna su kickstarter sarà attiva fino al 2 giugno, per cui tenetelo d'occhio. Noi lo faremo! 

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