sabato 27 Aprile 2024

[PLAY 2013] Augustus: Roma antica non è solo Panem et Circenses

Quando di parla di giochi ambientati nel periodo della Roma Antica, spesso ci si trova di fronte a giochi che ripercorrono le vicende della creazione e del consolidamento dell’Impero.
Pensiamo ad esempio a Glory of Rome, oppure a quelli che simulano le guerre e gli scontri senza quartiere dei vari periodi storici che ha attraversato la civiltà romana, come per l’italianissimo SPQRisiko!

Un altro elemento di grande fascino, per chi si diletta di giochi e decide di immergersi nel mondo degli imperatori e del Senato romano, è quello dei ludi gladiatorii. Anche qui gli esempi non mancano: da Munera Gladiatoria edito da Albe Pavo al recente Gladiatori della Giochix, peraltro presente anche alla manifestazione di PLAY 2013 con dei tavoli dimostrativi.

Ma alla kermesse emiliana è stato presentato anche un altro titolo (alcuni potrebbero aggiungere “l’ennesimo”), che fa dell’ambientazione di Roma Antica l’occasione per un gioco rapidissimo e molto semplice, ma non privo di elementi interessanti che cercheremo di illustrarvi, pur nella stringatezza di un’anteprima. 

Stiamo parlando dell’ultima creazione di Paolo Mori, autore che non ha bisogno di presentazioni, e che dopo l’esperienza piratesca di Libertalia, propone Augustus: un gioco per 2-6 giocatori dagli 8 anni in su (per tutta la famiglia, come si legge sulla confezione illustrata dal bravo Vincent Dutrait), prodotto dalla Hurricane Edition e distribuito in Italia da Oliphante.

E’ meglio fare subito una precisazione: Augustus di Mori presenta alcune affinità con la tombola, per il fatto che lo sviluppo della partita dipende dalla pesca casuale da un sacchetto di gettoni caratterizzati da diversi simboli, annunciati ad alta voce dall’araldo di turno (il banditore). Chi possiede sulla carta obiettivo a sua disposizione quel simbolo, lo può coprire con una delle sue legioni. Nel momento in cui tutti i simboli della carta sono occupati dalle proprie legioni, si completa l’obiettivo, si ottengono dei vantaggi da utilizzare durante il resto della partita e si mettono in cascina preziosi punti vittoria… Come dite? Vi ricorda proprio il meccanismo della tombola? Aldilà della similitudine del meccanismo di Augustus con quello della “regina dei giochi natalizi”, sarebbe ingeneroso, e anche sbagliato, liquidare questo titolo come una tombola vestita da antico romano. Scopriamo più nel dettaglio come si articola una partita ad Augustus.

In Augustus ogni giocatore veste i panni di un “legato di Augusto”, il primo imperatore di Roma, ognuno impegnato ad accrescere il prestigio del princeps e, nello stesso tempo, con l’obiettivo di ottenere il titolo di Console, eletto ogni anno dal Senato. Per ottenere questo prestigioso incarico occorre conquistare ricchezze, assumere il controllo delle province e assicurarsi l’appoggio dei politici più influenti…

Iniziamo con il dire che, come altri giochi che abbiamo provato a PLAY 2013 (vedi per esempio il divertente River Dragons di Asterion), anche Augustus sconta un’ambientazione che poco ha a che vedere con il meccanismo ludico sotteso. Insomma, Roma antica è più una scusa che un elemento sostanziale del gioco.
Ogni giocatore inizia con tre carte obiettivo da realizzare che, come detto in precedenza, possono essere province da conquistare o senatori da portare dalla propria parte. Tutte le carte obiettivo (province o senatori che siano) riportano delle combinazioni di simboli che devono essere coperte dalle proprie legioni per poterli reclamare. L’araldo è il giocatore incaricato di pescare da un sacchetto di tela i gettoni con i simboli. Quando viene pescato un gettone, l’araldo lo rivela a tutti. Chi, tra le sue carte obiettivo, possiede il simbolo rivelato, pone una delle sue legioni (rappresentate da omini di legno) sopra di esso, prendendolo dalla sua riserva di sette legioni oppure spostando una legione precedentemente collocata su un simbolo o un obiettivo qualsiasi. Quando tutti i simboli su una carta sono coperti dalle proprie legioni, l’obiettivo è raggiunto: si raccolgono i bonus e si ottengono i punti vittoria segnati sulla carta.
Non tutti i simboli sono presenti nello stesso numero: per esempio, mentre quello delle Spade Incrociate è il più numeroso e, dunque, il più probabile da estrarre, il simbolo del Pugnale è presente solo su un gettone. Va da sé, quindi, che un obiettivo che richiede di avere una propria legione su un Pugnale vale molto di più di uno che richiede di simboli più comuni per essere conquistato.
Tra i gettoni vi sono anche un paio di jolly, che ogni giocatore può usare per sostituire qualsiasi altro simbolo. La pesca di un jolly, peraltro, determina la raccolta di tutti i gettoni finora pescati, che vengono rimessi nel sacchetto. Il ruolo dell’araldo passa al giocatore alla sinistra del banditore precedente.

Lo scopo del gioco è quello di ottenere il maggior numero di punti vittoria il più in fretta possibile, poiché la partita finisce nel momento in cui un giocatore ha raggiunto sette obiettivi. Ogni volta che un giocatore raggiunge un obiettivo, lo ripone nella sua riserva e ne sceglie un altro da una selezione di cinque posizionati al centro del tavolo scoperti.
Quasi tutti gli obiettivi forniscono, oltre a un determinato valore di punti vittoria, anche un potere speciale che può essere reclamato dal giocatore possessore dell’obiettivo raggiunto. I poteri forniscono effetti di tre tipi: immediati, permanenti e finali.
Per esempio, un potere immediato legato alla realizzazione di un obiettivo può essere quello di scegliere due obiettivi ulteriori da raggiungere, o di realizzarne un altro automaticamente. Un potere con effetto permanente consente di aumentare la scelta di piazzamento delle proprie legioni sulle carte obiettivo. Infine, gli effetti finali dei poteri si palesano al termine della partita, facendo guadagnare al proprietario punti vittoria aggiuntivi in funzione del numero e del tipo di simboli presenti sulle carte obiettivo realizzate durante la partita.
A “complicare” (in senso buono) la partita vi sono anche le ricompense, rappresentate da tessere speciali, che vengono collezionate dai giocatori mano a mano che si raccolgono carte obiettivo appartenenti a determinati colori o tipologie. Per esempio, c’è la ricompensa in punti vittoria per il primo giocatore che raccoglie tre carte obiettivo senatore oppure quella che fornisce punti al primo che colleziona tre province dello stesso colore (in Augustus le province sono suddivise in verdi, viola e arancioni).
Altri tipi di ricompense in Augustus sono legate al totale degli obiettivi conquistati, che sono ottenuti nel momento in cui si è raggiunto un certo numero di obiettivi (da due a sei), ma solo se la tessera corrispondente è ancora disponibile al centro del tavolo. Di questo tipo di ricompense se ne può reclamare solo una e solo quando ci sono le condizioni per prenderla, questa scelta rappresenta il fattore “azzardo” del gioco: puntare sulla ricompensa ancora disponibile sul tavolo o lasciarla alla mercè degli avversari puntando a conquistarne una superiore prima che lo facciano gli altri.
Altre ricompense, invece, sono legate al possesso di determinate risorse presenti sulle carte obiettivo e, nello specifico, dell’oro e del grano. Queste ultime si differenziano delle altre ricompense che una volta ottenute non possono più essere perdute; hanno infatti la peculiarità di poter passare di mano durante la partita, in base a chi possiede, tra gli obiettivi realizzati, il maggior numero di province che producono quella specifica risorsa.

Una parola sui materiali di Augustus: Semplici ma di ottima qualità, piacevoli da manipolare e illustrati in maniera chiara ma accattivante dalla matita di Vincent Dutrait. Nella dotazione del gioco vi è un sacchetto di tela dove inserire i grossi gettoni in cartone recanti i vari simboli, parecchie tessere di cartone spesso con le diverse ricompense, una collezione di legioni di legno sagomate da usare come i fagioli della tombola, un segnapunti e ben 88 carte obiettivo forse un po’ troppo sottili e da maneggiare con cura per evitare che si rovinino troppo presto.

La dipendenza dalla lingua, aldilà del regolamento, è assente, poiché sulle carte obiettivo e sulle tessere sono presenti solo simboli chiari e abbastanza intuitivi. Già durante la prima partita che abbiamo fatto durante PLAY 2013 è diventato chiaro cosa significassero i diversi pittogrammi.

Un gioco che potremmo definire una tombola assai più articolata, ma che si spiega in 10 minuti. Velocissimo e piuttosto divertente, anche grazie alla scelta di un’ambientazione che è sempre di moda. Sulla longevità di questo titolo non ci pronunciamo, rimandando a una prova più approfondita tali considerazioni, anche per verificare come si comporta con le diverse combinazioni nel numero di partecipanti

Potete dare un'occhiata più ravvicinata ai componenti in questa galleria fotografica.

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