venerdì 19 Aprile 2024

Settimana del Gioco Hasbro: conosci il tuo nemico?

Riflessioni sull’evento Stasera Si Gioca a Casa Piani, Imola

Dal 12 al 20 novembre, come certamente saprete (visto che se ne è parlato anche qui su Gioconomicon), si è svolta la Settimana del Gioco promossa da Hasbro.
Hasbro: già solo il nome fa storcere il naso a molti giocatori duri e puri. Hasbro il colosso, il leviatano che si è ingoiato via via la Milton Bradley, la Parker Brothers, l’Avalon Hill e la Wizards of the Coast, radunando nel suo catalogo tutti i giochi di società più famosi, almeno agli occhi dei profani…

Chiedete al primo che passa di dirvi un titolo di un gioco in scatola e nove su dieci vi spareranno un titolo Hasbro, primo tra tutti il gioco di società per antonomasia (ahinoi), il titolo più odiato dai gamers, il demone sultano Monopoli (anzi, Monopoly, scusate: faccio fatica ad assimilare queste novità sconvolgenti), scatola che dal 1936, con la stessa tenacia di una pianta infestante, ha attecchito  permanentemente in tutti i negozi di giocattoli e supermercati d’Italia.

Con queste premesse non certo esaltanti, Matteo “Fuorissimo” e io, in qualità di away team de La Ludoteca dei Cacciatori di Teste, domenica 20 novembre ci siamo recati a Casa Piani, la bellissima sezione per ragazzi della Biblioteca comunale di Imola, per animare l’evento Stasera Si Gioca. Casa Piani, per la sua gestione illuminata e per la sua apertura verso il gioco da tavolo come mezzo di cultura, meriterebbe un articolo a parte, ma per ora basti dire che è una struttura con cui ci piace collaborare dai tempi dell’uscita di Garibaldi: La Trafila, con cui realizziamo eventi e progetti di ogni tipo e che questa volta, dopo aver aderito con entusiasmo all’iniziativa Hasbro, ci ha chiamato per gestire l’evento.
Mi sentivo un po’ come un Ghezzi chiamato a recensire positivamente il nuovo cinepanettone dei Vanzina. Fortunatamente la nostra dose di professionismo ci permette di dimostrare qualsiasi cosa in qualsiasi condizione riuscendo quasi sempre a suscitare un certo entusiasmo (tra i miei ricordi indelebili rimarrà sempre una dimostrazione di Villa Paletti alla Gara dei Rutti di Fusignano, ma questa è un’altra storia…) e poi, come dice Sun Tzu, il nemico bisogna conoscerlo, no?

In realtà, a dispetto delle scarse aspettative, l’evento si è rivelato fonte di almeno un paio di interessanti sorprese. Prima tra tutte, la consistenza e la qualità delle adesioni: una quindicina di famiglie la cui composizione tipica era una madre (o un padre) con uno o due ragazzi intorno ai 10 anni, per un totale di una cinquantina di partecipanti. Far sedere una famiglia a giocare insieme è da sempre uno degli obiettivi che ci poniamo con la nostra Ludoteca: quando riesci a far giocare i genitori con i figli, che tu sia un commerciante, un dimostratore, un autore, un editore o un semplice appassionato, stai facendo moltissimo per lo striminzito mercato ludico italiano, stai seminando in un terreno fertile.

Seconda sorpresa, quella che potrei definire una “innocenza ludica” inaspettata unita a una gran voglia di divertirsi. Ero convinto che chiunque avesse giocato o almeno conoscesse il funzionamento di Cluedo, L’Allegro Chirurgo o Trivial Pursuit e che questi giochi da supermercato, vuoi per saturazione, vuoi per monotonia, avessero un po’ spento la voglia di giocare e l’esigenza di evolversi ludicamente del giocatore occasionale che non riesce a vedere al di la di essi. Invece la realtà che ci si è prospettata è ancora incredibilmente un passo indietro: almeno la metà delle persone (genitori inclusi) non aveva mai nemmeno visto o sentito nominare la maggior parte dei titoli. E’ stato davvero strano assistere all’entusiasmo e al sincero divertimento nello scoprire un gioco come Trivial Pursuit, che per la maggior parte di noi è, nel migliore dei casi, una barba mostruosa. Mi sono sentito come un viaggiatore del tempo tra i cavernicoli, testimone della scoperta del fuoco!

Tutto questo, a ben pensarci, per gli addetti ai lavori può essere uno spunto positivo su cui lavorare e che mi ha fatto rivedere quest’esperienza sotto una luce diversa.

C’è vita prima, durante e dopo il Monopoly.

Là fuori c’è gente che potenzialmente ha voglia di giocare, anche se magari ancora non lo sa. Ci sono famiglie da educare. Forse i giochi mainstream della Hasbro non sono soltanto un muro che taglia fuori dalla vista tutto il resto del panorama ludico italiano (che non ha i mezzi e i numeri per avere la stessa visibilità e onnipresenza), ma possono essere considerati in positivo come una porta, un primo passo in un percorso ludico che parte dal supermercato e arriva nel negozio specializzato. Tale percorso, presupponendo disponibilità, competenza, rapporto umano e assistenza personalizzata, necessita ovviamente di una guida: se si vuole far crescere il mercato, chiunque si ritenga un operatore ludico dovrà quindi chiedersi cosa fare per diventare un Virgilio migliore.

Gabriele Mari nasce nel 1973 a Ravenna.
Nel 1999 fonda l””associazione ludico-culturale Cacciatori di Teste”. Dal 1999 lavora come educatore occupandosi di giovani affetti da autismo e psicosi. Nel 2004 fonda, con altri soci, “La Ludoteca dei Cacciatori di Teste”. Nel 2006 dà vita al progetto “e-Nigma”, un team di design e sviluppo, in qualità di autore, game designer, sviluppatore, copywriter e playtester. Nel 2007 pubblica con Nexus il suo primo gioco, “Garibaldi: La Trafila”. Nel 2009 pubblica per Ravensburger “Mister X – Flucht Durch Europa”; nel 2011 “Lettere da Whitechapel” per NG International. Nel 2011 dà vita alla casa di produzione di giochi artigianali di alta qualità “Sir Chester Cobblepot.

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