martedì 23 Aprile 2024

[Spiele 2010] Ascension – papà fatti da parte

E’ un po’ questa la sensazione avuta dalla prova di Ascension ai tavoli della Gary Games: questo figlio di… Dominion ha (quasi) tutte le caratteristiche per mandare il padre in pensione, relegandolo alle attività “di famiglia”. Dal punto di vista del giocatore in effetti Ascension risulta ben più semplice del suo stesso genitore, con un libro delle regole che a guardar bene tra foto e scritte corpo 36 si potrebbe riassumere in una paginetta; e premettendo una minima conoscenza del gioco di deck-building per eccellenza l’apprendimento di Ascension è pressoché immediato…

L’opera del quartetto Dougherty, Fiorillo, Gary e Kibler svincola i 2-4 giocatori da limiti di azione o acquisti durante il proprio turno, lasciando che sia il bilanciamento delle carte a gestire l’equilibrio della partita. Nel ricalcare poi piuttosto fedelemente le orme del padre il prodotto della GG rivela alcune differenze (miglioramenti strategici li definiremmo) importanti, fondamentale ad esempio è la ricollocazione dei punti vittoria (qui “onore”), che non appaiono più come inutili carte tra le… mani dei giocatori, bensì come segnalini plastici di un certo effetto estetico, che oltre a non impacciare lo scorrere del gioco ne scandiscono la durata; oltre a questo i punti appaiono anche nella maggioranza delle carte acquistabili come extra agli effetti della carta (compensandone magari un costo più elevato).
Altra importante differenza è la presenza di un più limitato numero di carte in tavola tra cui scegliere per i propri acquisti, carte che, pescate dal mazzo generale, variano di acquisto in acquisto, diversificando lo schema di gioco in continuazione, senza considerare la possibilità che spesso hanno i giocatori di intervenire proprio sulla selezione al momento in tavola.
E ancora, oltre all’acquisto attraverso l’uso delle carte che producono denaro (qui “rune”) è stato inserito un valore, quello militare, in grado di “sconfiggere” le carte nemico ottenendone punti ed un bonus istantaneo; ciò allarga decisamente il campo strategico, oltre a consentire una certa varietà nella produzione di nuove carte.





Evidenziati questi aspetti, tutto sommato positivamente valutabili, passiamo a vedere il “lato oscuro” di Ascension, che ci è apparso innanzi tutto un po’ limitato, e quando diciamo limitato intendiamo proprio come se gli fosse stato inserito il limitatore da corsia dei box. Sono palesi alcune strategie di gioco, derivanti più che altro dalle abilità di talune carte e dal buon connubio tra ambientazione ed elementi di gioco, alle quali però non si riesce a render giustizia per limite; limite di carte (in quantità e varietà) e di tempo (una strategia semplice puntata alla chiusura rapida della partita sembra essere piuttosto fruttuosa).
Ora non sappiamo se tali limiti derivino dalla bravura eccezionale del sottoscritto nello sfruttare una strategia “dell’ingordo” o dal fatto che il gioco sia stato concepito come introduzione ad una sterminata serie di espansioni tanto da renderne quasi subito necessarie almeno un paio. Certo è che delle 200 carte componenti la sovradimensionata quanto accattivante scatola di Ascension, un centinaio sono carte di base (praticamente due tipi di carte ripetute in molteplici copie) mentre le restanti sono le vere e proprie carte di gioco, ed anche queste appaiono per la maggior parte in due o tre copie. Inoltre tra queste si contano sulla dita di una mano le carte che portino ad una interazione diretta tra giocatori.
La grafica delle carte, che ci aveva inizialmente perplessi, ci lascia attualmente  perprlessi: non che la qualità sia bassa, piuttosto il dubbio riguarda l’idoneità dello stile utilizzato rispetto al target del gioco (gamer sì, ma power player anche nei gusti estetici!); paradossalmente invece quello che abbiamo trovato eccezionale è il dorso delle carte, davvero d’effetto (richiama il tema della confezione), ed ancor più le custodie delle carte (vendute separatamente) che risultano molto belline in quanto identiche al dorso delle carte stesse (ma più lucide!).
In fondo alla prima analisi di Ascension possiamo affermare che il ragazzo ha tutte le potenzialità per prendere il posto del padre in un ambito di giocatori più “pretenziosi” a cui evidentemente Dominion non può bastare, ciò nonostante rischia di subire l'”effetto Magic“, ossia di non riuscire a superare la fama del capostipite nemmeno migliorandone le caratteristiche.
Ai recensori l’ardua sentenza, intanto aspettiamo le prime espansioni come un acquirente a cui non si sia finito di dare il resto.

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