venerdì 29 Marzo 2024

Aleph Game Studio – La Storia è di tutti

In un periodo di crescita di un settore è naturale che vi si affaccino nuovi operatori, pronti a contendere quote di mercato ai brand storici. Il mondo del gioco da tavolo non fa eccezione e anche in Italia non sono pochi i nuovi marchi che si affacciano per presentare le loro proposte. Tra questi, Aleph Game Studio si distingue per la particolare attenzione all’ambientazione storica delle sue proposte ludiche coniugata con la volontà di privilegiare i prodotti originali.

Sebbene il nostro Paese possa vantare nel settore del boardwargame svariate esperienze editoriali, tra cui le piccole ma aggressive Europa Simulazioni, Acies Edizioni, Ventonuovo, Camelot games, la proposta di Aleph Game Studio sembra volersi porre a cavallo di quei due territori ludici strettamente confinanti ma ancora poco osmotici: il boardgame e il wargame.
Nato da circa un anno e mezzo, questo progetto editoriale emiliano ha esordito occupandosi del comparto grafico di due wargame in busta, realizzati in collaborazione con LudoLab: Montecuccoli on the Raab di Paolo Carraro (dedicato al vittorioso scontro tra il genio militare italiano del 17esimo secolo e l’Impero Ottomano) e Dego di Giacomo Fedele (episodio ligure della campagna italiana del giovane Napoleone, contrapposto alle forze austro-piemontesi). Si tratta di due simulazioni belliche di ridotta complessità, con regolamenti contenuti per partite che possono tranquillamente essere completate in una serata. Queste caratteristiche li inscrivono in una serie di prodotti Aleph che si possono definire “wargame introduttivi”.
I primi due titoli pienamente made in Aleph e ormai pronti, saranno disponibili dalla prossima PLAY e si presentano, per ragioni diverse, di particolare interesse.
Il primo gioco, anch’esso della tipologia “introduttiva” è Baroque, a firma di Richard H. Berg, un “mostro sacro” del gioco storico, pluripremiato autore di centinaia di simulazioni e serie famosissime (SPQR, Hoplite, Great Battle of History, Men of Iron solo per citarne alcuni). Ambientato nel 1650, i giocatori (da 2 a 4) sono chiamati a condurre i Principati Maggiori della Germania in contrasto per esercitare la maggiore influenza sulla Corona del Sacro Romano Impero. Carte Evento (basate su avvenimenti e problematiche del periodo successivo alla Guerra dei Trent'Anni) e Opportunità (che permettono di interagire con potenti personaggi dell'epoca e ostacolare gli avversari) si intrecciano con un sistema di battaglie e di influenza/controllo degli Stati Minori, per un gioco caratterizzato dalla totale assenza di alea.
Il secondo titolo, 1883 di Manlio Manzini, appartiene a quel genere ferroviario, noto come 18XX, che vanta uno zoccolo duro di appassionati in tutto il mondo. La particolarità di questa incarnazione, per 2-4 giocatori, è nel suo innestarsi sullo sviluppo delle ferrovie nel Nord Italia, tra Modena e Reggio Emilia, in un contesto venutosi a creare quando il Governo approvò una legge volta a favorire la nascita di piccole ferrovie locali con l’intento di migliorare i collegamenti tra città e paesi. A differenza della maggioranza dei titoli di questo tipo, questo gioco adotta una meccanica basata su eventi casuali che permetteranno di ripercorrere i principali avvenimenti dal 1883 fino agli anni '60. Un titolo pienamente intriso di storia italiana, a cominciare dall’illustrazione della copertina, elaborata a partire da una vera cartolina ferroviaria dell’epoca.
Ma questo è solo il primo di una serie di “ferroviari”, per la quale è già previsto un secondo gioco, ormai in fase di sviluppo finale, 1947. Ambientato nell'India fino all'Indipendenza con il Pakistan, introduce meccaniche avanzate per un’esperienza di gioco più impegnativa: cambi di stagione, emissione di obbligazioni particolari per le compagnie e anche una forma semplificata di pianificazione delle proprie linee ferroviarie.

I due soci di Aleph stanno comunque lavorando per ampliare il catalogo con ulteriori titoli originali, e per saggiare l’interesse dei loro progetti hanno adottato la tecnica del preorder, offrendo sullo shop del loro sito le nuove proposte con sconti consistenti.
Tra queste, sempre nel gruppo dei “wargame introduttivi”, possiamo annoverare La Belle Epoque, di Paolo Carraro, una simulazione per 3-6 giocatori che tratta il ventennio che segue le guerre Franco-Prussiane e precede la Prima guerra mondiale. Ispirato al famoso Pax Britannica, vede le potenze europee (Italia, Germania, Francia, Regno Unito, Impero Austro-Ungarico) incamminarsi tra innovazioni scientifiche, sviluppo di nuove armi e campagne di colonizzazione degli ultimi territori liberi in Africa, lungo un drammatico crinale che condurrà il continente verso il primo conflitto mondiale.

Anche nel settore degli accessori, Aleph dimostra la sua volontà di offrire soluzioni valide tanto per i boardgamer quanto per i wargamer.
In particolare propone ben tre diversi portapedine in plastica trasparente: vassoi termoformati con chiusure ermetiche che permettono di raccogliere ordinatamente e in tutta sicurezza pedine e cubetti. I portapedine vanno da quelli progettati per contenere la rivista insieme a tutti i materiali del gioco accluso (mappe, pedine, dadi), a quelli da inserire dentro una scatola standard, fino a quelli disegnati per essere contenuti in scatole di giochi card driven in modo da far convivere le pedine con i mazzi di carte imbustate.
Sono in ballo molti altri progetti, alcuni dei quali del taglio wargamistico decisamente più complesso e per i quali è ancora presto per parlarne, ma il consiglio è tenere d’occhio questo piccolo marchio, perché è destinato ad offrire più di un’occasione di interesse per i giocatori più curiosi. Soprattutto per questa volontà di produrre titoli originali, storicamente contestualizzati, con una particolare attenzione verso il game design italiano e rivolti a tutti i giocatori appassionati, wargamer e non.

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