giovedì 28 Marzo 2024

La storia d’Italia nei wargame – Parte 2: Medioevo e Rinascimento

Continua la nostra cavalcata nella storia d’Italia attraverso i giochi di simulazione storica e storico-militare, più semplicemente definiti con il termine boardwargame.
Nello scorso articolo siamo partiti dall’età pre-romana per arrivare fino al termine della dominazione di Roma e all’occupazione della penisola da parte dei cosidetti “popoli barbari”, fenomeno che tradizionalmente chiude l’età antica e ci introduce in quella medievale, da cui parte la nostra nuova panoramica!

L’innegabile vivacità della società medievale in campo artistico, architettonico, filosofico e sociale ormai da molti decenni non è più messa in discussione dagli ambienti accademici e si può considerare completamente superato il mito dell’età medievale come periodo “oscuro” della nostra storia. Questo purtroppo non vale anche per il mondo dei wargame dove, se consideriamo il numero di pubblicazioni sull’argomento, il Medioevo è ancora un’epoca buia, soprattutto per quanto riguarda l’Italia.
L’unico titolo che permette di simulare il periodo delle invasioni barbariche è Italia (Phalanx, 2006 – Steding), gioco già citato nell’articolo precedente, ma che offre un secondo scenario oltre a quello di ambientazione antica. Questo scenario (indicato nel regolamento come Italia II) è per quattro giocatori che controllano i principali popoli protagonisti del periodo (Goti, Vandali, Longobardi etc.) e ripercorre l’arco di tempo tra il 390 e l’820. La simulazione militare è abbastanza astratta e alcune regole addizionali rendono un po’ macchinoso lo svolgimento del gioco, ma si tratta comunque di una buona riproduzione della caotica situazione italica dopo la caduta dell’Impero romanod’Occidente.
Con la conquista della Penisola da parte degli Ostrogoti di Teodorico, l’Italia visse un periodo di relativa tranquillità fino a quando i successori di Teodorico dovettero scontrarsi con l’aggressiva politica dell'imperatore bizantino Giustiniano I mirante a riconquistare le province italiane e gli altri territori limitrofi. La guerra gotica, detta anche guerra greco-gotica, che fu il risultato di questa politica, è simulata in due giochi: Belisarius (S&T210, 2002 – Miranda) e Justinian (GMT, 1999 – Berg). Entrambi hanno una mappa che comprende tutta l’area del Mediterraneo e non trattano esclusivamente delle vicende italiane, ma includono tutte le campagne militari intraprese da Bisanzio nel periodo, comprese quelle contro l’Africa vandala e contro la Persia. Il primo è stato pubblicato nella famosa rivista Strategy & Tactics mentre il secondo era incluso nella scatola di Cataphract (GMT, 1999 – Hermann, Berg), il volume VIII della serie Great Battles of History di cui ho già parlato nell’articolo precedente.
Con Cataphract è anche possibile simulare alcune battaglie combattute dall’esercito bizantino tra cui quelle di Tagina (552) contro i Goti e del Casilino (554) contro una lega di franchi e alemanni. Si tratta di due scontri molto importanti per l’esito finale del conflitto in Italia, ma poco interessanti dal punto di vista ludico, considerando la superiorità tattica e di comando dei Bizantini, e probabilmente sono le meno riuscite della scatola.

Con la calata dei Longobardi in Italia iniziò un periodo storico lungo diversi secoli che non ha lasciato praticamente traccia nel mondo dei wargame, solo Charlemagne (S&T189, 1998 – Miranda) simula anche la conquista carolingia dell’Italia. Si tratta di un gioco sulle campagne di Carlo Magno con una mappa che comprende l’intera Europa Occidentale. Il gioco utilizza lo stesso sistema di Belisarius e anche in questo caso include tutte le guerre combattute dal re franco.
Dopo la morte di Carlo Magno, l’Italia scompare dal mondo del wargame per almeno tre secoli, con l’unica eccezione del recente Giuscard (Historic’one, 2013 – Buxeira), un gioco di scontri a livello di singolo uomo durante la conquista normanna dell’Italia Meridionale. Questo gioco riprende il noto sistema di Cry Havoc (Standard, 1981 – Chalk, Webster) e gli scenari simulano piccole scaramucce tra normanni, Arabi, Bizantini e Longobardi.

La situazione non migliora neanche dopo all’anno Mille, poiché nemmeno alla lotta tra Federico I “Barbarossa” e i comuni italiani o alle campagne di Federico II sono state dedicate delle simulazioni ludiche. Una serie di titoli che trattano di battaglie dell’Italia tra il XIII e la prima metà del XV secolo è iniziata con Guelphs and Ghibellines (ES, 2009 – Federico), questo primo gioco comprende tre battaglie combattute nella seconda metà del ‘200 (Montaperti, Benevento e Campaldino). Il secondo gioco pubblicato con lo stesso sistema di gioco è Sa Battalla (Acies, 2010 – Federico), sulla importante battaglia di Sanluri (1409): uno scontro abbastanza sconosciuto anche in Italia, ma il cui esito sancì il dominio Aragonese sulla Sardegna per diversi secoli. Il terzo gioco della “serie” fino a ora pubblicato è Braccio da Montone (Acies, 2012 – Federico, Gnagnetti) e riguarda le due più importanti battaglie del condottiero umbro: Sant’Egidio (1416) e l’Aquila (1424). Per completare questa serie di titoli sul periodo dei comuni e delle compagnie di ventura devo aggiungere che uscì molti anni fa sul numero 54 della ormai da tempo defunta rivista The Wargamer il gioco Condottieri (Wargamer 54, 1986 – Sundell) sulla battaglia di Castagnaro (1387) dove l’esercito di Padova, comandato dall’inglese John Hawkwood, sconfisse gli Scaligeri di Verona. Si tratta di un gioco interessante, con diverse idee valide, ma purtroppo penalizzato da una grafica veramente mediocre, anche rispetto alle altre pubblicazioni dell’epoca.

In Italia negli ultimi secoli del Medioevo i comuni lentamente si tramutarono in Signorie, rette da importanti famiglie cittadine, quindi le più potenti tra queste signorie con una politica aggressiva riuscirono a prendere il controllo delle città vicine creando degli stati regionali, perennemente in conflitto tra loro; questa lotta per la supremazia tra i vari stati regionali italiani viene simulata in Machiavelli (AH, 1980 – Wood), un gioco basato sull’abilità diplomatica dei giocatori il cui regolamento base è preso dal celeberrimo Diplomacy (Gibson, 1959 – Calhamer). Questo gioco, nonostante abbia una parte militare molto astratta, simula molto bene i rapporti tra le varie potenze ed è possibile giocarlo in cinque, con le sole potenze italiane (Venezia, Milano, Firenze, Napoli e il Papa), oppure in otto inserendo anche Francia, Asburgo e Ottomani; inoltre le regole avanzate e opzionali aggiungono storicità (e casualità) alle partite con l’inserimento di rivolte, peste, carestie, assassini, mercenari, corruzioni etc.

Questo conflitto tra stati italiani si concluse con le Guerre d'Italia, una serie di otto conflitti, combattuti prevalentemente sul suolo italiano tra il 1494 e il 1559 che portarono alla dominazione straniera su larga parte della Penisola. Anche in questo caso manca una simulazione strategica su questi conflitti, ma a colmare almeno in parte questa lacuna alcuni anni fa è uscito All is lost save honor (ES, 2006 – Contardi), un gioco operazionale sulle campagne combattute in Lombardia durante le Guerre d'Italia. Sono simulate 5 campagne che vanno da Agnadello (1509) a Pavia (1525) con un regolamento molto bello, ma di non facile apprendimento, consigliato a giocatori esperti.
Se a livello strategico e operazionale i giochi latitano, la situazione è migliore riguardo le singole battaglie, per lo meno a livello quantitativo. La battaglia più importante e famosa di queste guerre è sicuramente quella di Pavia, che portò alla cattura del re di Francia Francesco I e sancì il definitivo predominio spagnolo in Italia. Questo fatto d’arme ha ispirato recentemente due simulazioni: All is lost to me (WD, 2012 – Liron) e Pavia (DG, 2012 – Perello). Il gioco di Liron ha una buona ricerca storica e delle regole abbastanza standard, mentre quello di Perello utilizza il sistema Pike & shot che purtroppo non di dimostra molto adatto a questa situazione.
Relativamente alle battaglie di questo periodo merita di essere segnalato anche Marignan 1515 (VV4,1995 – Simon) sulla “battaglia dei giganti” che fu pubblicato in uno dei primi numeri della rivista Vae Victis. Per completezza non posso non ricordare che nel 1992 uscì Crossbow and Cannon (3W, 1992 – Markham), un quadrigame contenente: Pavia, Garigliano, Ravenna e Bicocca. Le regole erano molto interessanti con un sistema di ordini abbastanza innovativo; purtroppo il gioco fu pubblicato dalla ormai defunta (e mai rimpianta) 3W, quella che era sicuramente la peggiore casa editrice di wargame dell’epoca, famosa per l’assoluta mancanza di sviluppo dei propri titoli e i tagli arbitrari e ingiustificati di pezzi del regolamento; inoltre le mappe e il piazzamento delle pedine nelle quattro battaglie erano molto imprecise. Probabilmente l’autore si è basato su un solo testo per fare la ricerca storica (penso che si tratti del libro del Chandler sull’argomento pubblicato nel 1937) e poi ha anche “piegato” alcuni eventi alle sue necessità. Nonostante il gioco fosse pessimo sia come produzione che come simulazione storica l’anno successivo fu realizzato Crossbow and Cannon II (3W, 1993 – Markham), un nuovo quadrigame nel quale oltre a Pinkie (una battaglia non molto conosciuta tra Inglesi e Scozzesi) erano incluse le battaglie di Fornovo, Cerignola e Novara; questa nuova scatola manteneva le stesse caratteristiche della precedente, anche se con una grafica migliore.
La scarsità di giochi su quelle che Machiavelli definì giustamente “Guerre horrende d’Italia” dipende probabilmente dalla poca conoscenza del periodo nel mondo anglosassone e dalla scarsità di fonti in lingua inglese, infatti i migliori titoli sull’argomento sono stati realizzati da italiani (Contardi) o francesi (Liron, Simon).

Vorrei concludere questo secondo articolo citando due simulazioni riguardanti la lotta combattuta durante tutto il ‘500 per tenere le aggressive forze ottomane lontane dalle coste italiane: Knight of Justice (Wargamer 50, 1986 – Bruce) sull’assedio di Malta del 1565, pubblicato da The Wargamer e caratterizzato, come spesso accadeva con i giochi di questa rivista, da buone idee e pessima grafica e The battle of Lepanto (S&T272, 2011 – Cowling) uscito recentemente su Strategy & Tactics. Purtroppo si tratta di una simulazione abbastanza banale e non molto interessante della grande vittoria navaledelle flotte cristiane (principalmente di Venezia) su quelle ottomane.

Nel prossimo articolo parleremo dei wargame dell’Età Moderna. 

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